PELLEGRINI IN VIAGGIO
SULL'ORIGINE E LO SVILUPPO DEI
PELLEGRINAGGI MEDIEVALI
di Matteo Liberti
Zaino in spalla, cappello in testa,
bastone in mano e sguardo pronto a
spaziare su paesaggi mozzafiato: il
ritratto di questo “viaggiatore
perfetto”, degno del poster di
un’agenzia di viaggi, è quello del
tipico pellegrino medievale, il cui
zaino era in verità una bisaccia e
il cui bastone da marcia, detto
“bordone”, serviva sia per
passeggiare sia come strumento di
difesa, visti i pericoli che
costellavano le strade dell’epoca.
Eppure, a migliaia i devoti
pellegrini attraversarono mari e
monti per raggiungere i luoghi sacri
del Cristianesimo, lasciando dietro
di sé una rete d’itinerari e
strutture ricettive che farà da
humus per lo sviluppo del turismo
moderno.
Un popolo in movimento
A precorrere i moderni tour
operator furono, dal XIV secolo,
alcuni armatori veneziani che
allestirono trasporti via mare per i
pellegrini diretti in Terrasanta. La
Serenissima, padrona dell’Adriatico,
era d’altronde il luogo più sicuro
da cui imbarcarsi per la Palestina,
e così molti cavalcarono il business
attrezzandosi anche per ospitare i
fedeli in città (con tanto di “guide
turistiche” locali note come “tolomazi”,
termine dall'origine incerta e
tuttora in uso). Tali servizi
specializzati furono l’acme di un
fenomeno dalle origini remote: il
pellegrinaggio in luoghi “santi”,
custodi di reliquie o memorie
storico-religiose, esisteva infatti
fin dagli albori del Cristianesimo
(e caratterizza in vario modo anche
altre confessioni), con fini di
devozione o di penitenza. Il vero
boom dei viaggi spirituali iniziò
però dopo l’Anno Mille. «A partire
da allora, le migliorate condizioni
economiche e sociali, nonché
un’accresciuta efficienza
nell’organizzazione della mobilità,
resero il pellegrinaggio accessibile
a un numero crescente di persone»,
conferma lo storico Giuseppe Rocca,
autore del saggio Dal
prototurismo al turismo globale
(Giappichelli). Il miglioramento
delle strade si accompagnò a una
loro maggior sicurezza e
frequentazione, tra frotte di
mercanti, predicatori, soldati e
studenti, accanto ai quali fluiva il
“popolo in movimento” costituito dai
pellegrini, che rivitalizzò
ulteriormente la società del tempo.
Quanto alle mete principali (peregrinationes
maiores), oltre a Gerusalemme
c’erano Roma e la spagnola Santiago
di Compostela.
Le magnifiche tre
Per quanto riguarda la Terrasanta, i
pellegrinaggi nei luoghi di Gesù
iniziarono a farsi abbastanza
frequenti già nel IV secolo, e dopo
fasi altalenanti per via della
pressione islamica in loco,
tornarono in auge nel nuovo
millennio, epoca di crociate, tanto
che nel 1119, a Gerusalemme, per
tutelare l’incolumità dei pellegrini
nascerà l’ordine dei cavalieri
templari. «Il pellegrinaggio a Roma,
capitale della cristianità custode
delle tombe dei santi Pietro e
Paolo, s’intensificò invece con
l’impero carolingio (IX secolo) per
poi declinare e, infine, tornare al
centro del mondo cristiano dopo
l’Anno Mille», prosegue l’esperto.
Nel caso di Santiago de Compostela,
in Galizia, tutto ruotava invece
attorno al ritrovamento, nel IX
secolo, delle spoglie dell’apostolo
Giacomo il Maggiore (Santiago è la
contrazione di Sancti Jacobi).
Il nome dell’apostolo fu quindi
simbolicamente accostato alla
Reconquista in corso dei
territori spagnoli preso dai
musulmani, e in suo onore sarà poi
costruita una grande cattedrale.
Iniziò così la fortuna, ancora oggi
vivissima del “cammino di Santiago”.
Itinerari raccomandati
I pellegrini affinarono presto
precisi itinerari, e il primo ad
avere un certo successo fu l’Itinerarium
Burdigalense, riportato in un
documento del IV secolo. Partendo da
Burdigala
(Bordeaux), si suggeriva di arrivare
a Gerusalemme passando da
Costantinopoli, mentre per il
ritorno si doveva attraversare
l’Adriatico in nave, fino alla
Puglia, e risalire l’Italia facendo
tappa a Roma. Chi partiva dallo
Stivale, invece, s’imbarcava
direttamente dai porti pugliesi
(prima del boom dei tour operator
veneziani), sempre mettendo in conto
una sosta nell’Urbe. A
proposito, la strada più importante
per il pellegrinaggio a Roma fu dal
IX secolo la via Francigena,
che si dipanava dalla Francia
settentrionale. «Proprio il
rafforzarsi di tale strada
consentirà al pellegrinaggio di
diventare, dal XIV secolo, un
“fenomeno di massa”», sottolinea
Rocca. Al solito, il percorso
prevedeva più tappe presso monumenti
e santuari (segnalati nei
Mirabilia, libelli che
anticiparono le guide di viaggio),
così come il cammino di Santiago,
che conduceva dalla Francia al Nord
della Spagna e che era riportato
nella celebre “guida del
pellegrino”, parte di un’opera nota
come Codex Calixtinus (XII
secolo).
Identikit del pellegrino
La maggioranza dei pellegrini –
termine derivante dal latino
peregrinus, “forestiero” – era
composta da uomini, ma le donne
erano comunque presenti. In piccoli
gruppi, intonando canti e preghiere,
ci si spostava a piedi con tappe
giornaliere di una trentina di
chilometri, lungo strade che si
allontanavano spesso dalle
“collaudate” arterie romane,
inoltrandosi tortuosamente tra
borghi e lande desolate. I rischi
del viaggio, tra pericoli della
natura e lestofanti d’ogni sorta,
erano quindi parecchi, tanto che i
pellegrini dettavano spesso
testamento prima di partire. Oltre
ai rischi del viaggio, ad accomunare
i fedeli era il look, con
accessori tipici benedetti al
momento della partenza. «A
distinguere il pellegrino dagli
altri viaggiatori erano
fondamentalmente il bastone, la
bisaccia e il mantello», sintetizza
lo storico. Nel dettaglio, la
mantella che avvolgeva i fedeli era
nota come “pellegrina” ed era spesso
associata a un largo copricapo,
utile a proteggersi dal sole e dalle
intemperie. La bisaccia serviva
invece a custodire i pochi effetti
personali, mentre per conservare
l’acqua da bere si usavano zucche
svuotate. Quanto al bordone da
passeggio, tornava per l’appunto
utile anche per tenere alla larga i
malintenzionati.
Sacri “souvenir”
Ogni pellegrino, in base alla meta,
tornava a casa con un particolare
“souvenir religioso”. Chi andava in
Terrasanta impugnava quale segno di
riconoscimento il ramo di una palma,
simbolo di rinascita, chi si recava
a Roma portava una semplice croce e
chi raggiungeva Santiago de
Compostela tornava con una
conchiglia, attributo di San Giacomo
e simbolo di fecondità e
purificazione. Una curiosità: i
viaggiatori dello spirito che
sceglievano Santiago erano detti
“pellegrini” a tutti gli effetti,
quelli che si recavano a Roma erano
chiamati “romei” e coloro che
andavano in Terrasanta erano noti
come “palmieri”, portatori di palma,
come attestò Dante nella Vita
Nova (1295): “In tre modi si
chiamano [...] le genti che vanno al
servigio dell’Altisimo: [...]
palmieri in quanto vanno oltremare,
[...] peregrini in quanto vanno a la
casa di Galizia, [...] romei quanti
vanno a Roma”.
Turismo primordiale
Le prime strutture a specializzarsi
nell’ospitalità dei pellegrini
furono i monasteri, sulla scia della
regola dettata nel VI secolo da San
Benedetto da Norcia: “poveri e
pellegrini siano accolti con
particolari cure e attenzioni, [...]
in loro si riceve Cristo”.
Sorsero inoltre appositi
xenodochia, “case d’ospiti”
gestite da religiosi, e
hospitalia, strutture prossime
ai monasteri che offrivano cibo,
ricovero e cure mediche. Infine,
lungo le vie di pellegrinaggio,
spuntarono come funghi locande e
taverne, e talvolta i fedeli furono
persino alloggiati in abitazioni
private, i B&B del tempo. La figura
del pellegrino conoscerà quindi
l’apice della fortuna dopo il 1300,
anno in cui Bonifacio VIII istituirà
il primo Giubileo, evento tuttora
cruciale sia per i credenti sia per
gli operatori turistici. «Le
presenze superarono quota 200.000 e
fu necessario dividere i flussi di
pellegrini, con funzionari
incaricati di indirizzarli ai vari
alberghi, monasteri e ospizi»,
racconta l’esperto. Le masse di
fedeli in cammino continuarono
quindi a ingrandirsi, perfezionando
sempre più l’intelaiatura di una
primordiale forma di turismo. E
ancora oggi, a ben vedere, sono
molti i tour operator il cui
business si fondano proprio
sull’organizzazione di pellegrinaggi
in tutto il mondo, spesso lungo gli
stessi itinerari dei viaggiatori
medievali che partivano col cuore
colmo di fede.