[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

179 / NOVEMBRE 2022 (CCX)


attualità

L’ONU TRA GUERRE E ARMI NUCLEARI

QUALCHE UTILE RIFLESSIONE

di Giovanna D’Arbitrio

 

La guerra in Ucraina ha rinnovato e incrementato in modo drammatico la paura dell’Umanità sull’uso di armi nucleari, nonché sull’esistenza di numerose centrali nucleari che potrebbero diventare un obiettivo sensibile nei conflitti o causare ulteriori distruttività innescate da terremoti e mutamenti climatici. E ci si chiede spesso come mai l’ONU non riesca a incidere in modo efficace su tali pericoli. Prima di riflettere sulle cause di tutto ciò, ci sembra giusto esaminare il percorso dell’ONU fin dal lontano 1945.

 

Fondata dopo la seconda guerra mondiale con l’obiettivo di prevenire futuri conflitti, l’ONU iniziò il suo percorso il 25 aprile 1945 quando i rappresentanti di 50 governi si incontrarono a San Francisco per redigere la Carta delle Nazioni Unite, entrata in vigore il 24 ottobre successivo. Anche se in essa non vi è alcun riferimento esplicito alle armi nucleari, l’immane tragedia di Hiroshima e Nagasaki senz’altro influenzò i suoi estensori, come si evince dal punto 4 dell’articolo 2 che proibisce l’uso della forza e il punto 1 dell’articolo 11 in cui si affida all’Assemblea Generale le responsabilità su disarmo e regolamentazione di armamenti.

 

Nel 1946, pertanto, la suddetta Assemblea si preoccupò di creare una “commissione allo scopo di affrontare i problemi generati dalla scoperta dell’energia atomica”, stabilendo essenziali obiettivi, quali favorire lo scambio delle informazioni scientifiche, impiegare l’energia atomica solo a scopi pacifici, controllare le violazioni di tali principi.

 

Mirando all’obiettivo di “salvare le generazioni future dal flagello della guerra”, la Carta, già nel preambolo, cerca di creare le condizioni per una possibile pace, difendendo a livello internazionale i fondamentali diritti umani, la dignità di ogni persona, il rispetto della giustizia e della legislazione internazionale.

 

Simbolo di una nuova speranza per l’Umanità, sebbene l’ONU abbia in qualche modo lottato contro le difficoltà di tanti cambiamenti epocali, oggi assistiamo al proliferare di armi nucleari per l’egoismo di molti Stati che perseguono i propri interessi nazionali, trascurando trattati e norme internazionali. E come al solito anche in questo caso si parla più di effetti che di cause.

 

In tanti Tg, dibattiti televisivi, giornali e quant’altro poco si parla delle cause che spesso bloccano importanti decisioni ONU e di tanti organismi internazionali, come il voto all’unanimità (presente anche in UE) e il diritto di veto, riservato nel Consiglio di sicurezza (che riflette ancora il contesto post bellico) ai cinque paesi vincitori – Cina, Francia, Russia, Inghilterra e Stati Uniti – i quali secondo lo statuto rimangono membri permanenti.

 

Tale sistema ha portato più volte a una situazione di stallo e ha impedito la gestione di gravi crisi, come la guerra in Ucraina o in Siria o in tante altre guerre oggi volutamente dimenticate. Ed è chiaro che il voto all’unanimità (non a maggioranza), ostacola la soluzione di gravi problemi (anche in UE), poiché sono le nazioni più potenti a predominare e decidere.

 

Nel caso della guerra in Ucraina, con la Russia sempre presente tra i cinque membri permanenti e tra loro oltretutto diversamente schierati in tale crisi, ogni fattivo intervento ONU a favore della pace appare impossibile. E pertanto, anche se la suddetta guerra oggi sta mettendo a rischio la pace mondiale, l’ONU ha le mani legate. Comunque ha dichiarato quanto segue: «La Carta ONU è chiara: qualsiasi annessione del territorio di uno stato da parte di un altro stato risultante dalla minaccia o dall’uso della forza è una violazione dei principi della Carta e del diritto internazionale».

 

Ovviamente lo Statuto oggi dovrebbe essere in parte modificato e aggiornato, ma come iniziare tale processo? A quanto pare la Svizzera sta cercando di promuovere una riforma sostenuta da 60 Paesi, per chiedere ai membri permanenti di rinunciare al diritto di veto almeno per bloccare gravi reati, come crimini contro l’umanità o il genocidio.

 

La strada verso un mondo libero da armi nucleari e da tanti altri pericoli che minacciano l’Umanità appare ancora molto lunga e irta di ostacoli: forse sarà necessario creare un nuovo sistema di relazioni internazionali basato su solidarietà e più saldi concetti etici.

 

Albert Einstein affermò quanto segue: «La prima bomba atomica ha distrutto ben più che la città di Hiroshima. Ha fatto esplodere le nostre superate idee politiche, quali le abbiamo ereditate (…) Come abbiamo cambiato il nostro modo di pensare nel mondo della scienza pura per abbracciare concetti più nuovi ed utili, così dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare nel mondo della politica. È troppo tardi per commettere errori».

 

Riusciremo a non commetterne ancora?

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]