N. 120 - Dicembre 2017 
                          
                          (CLI)
																						SUl Congresso di Vienna
																						Il nuovo ordine europeo post napoleonico
																						di Manuel Brunati
																						 
																						La sconfitta di Napoleone, sancita dalla sua abdicazione avvenuta il 6 aprile 1814 a Fontainebleau, rappresentò il definitivo tramonto delle aspirazioni della Francia, rivoluzionaria prima e bonapartista poi, di trasformare la propria preponderanza militare in una vera e propria egemonia sul Vecchio Continente che fosse riconosciuta dalle altre grandi potenze europee.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ora, 
																			a 
																			quelle 
																			stesse 
																			grandi 
																			potenze 
																			che 
																			avevano 
																			sconfitto 
																			l’imperatore 
																			dei 
																			francesi, 
																			ossia
																			
																			Austria, 
																			Prussia, 
																			Russia 
																			e 
																			Gran 
																			Bretagna, 
																			spettava 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			assicurare 
																			una 
																			pace 
																			duratura 
																			a un 
																			continente 
																			devastato 
																			da 
																			un 
																			quindicennio 
																			di 
																			conflitti. 
																			Tale 
																			compito 
																			si 
																			presentava 
																			arduo, 
																			considerando 
																			quanto 
																			le
																			
																			conquiste 
																			napoleoniche 
																			avessero 
																			inciso 
																			non 
																			solo 
																			sulla 
																			carta 
																			geopolitica 
																			dell’Europa, 
																			rovesciando 
																			dinastie 
																			secolari 
																			e 
																			creando 
																			nuovi 
																			stati, 
																			assegnati 
																			a 
																			esponenti 
																			del 
																			clan 
																			Bonaparte, 
																			ma 
																			anche 
																			nei 
																			rapporti 
																			tra 
																			cittadini 
																			e 
																			stato, 
																			con 
																			la 
																			diffusione 
																			del 
																			concetto 
																			di 
																			legittimazione 
																			popolare 
																			del 
																			potere, 
																			che 
																			inevitabilmente 
																			andava 
																			a 
																			cozzare 
																			con 
																			il 
																			tradizionale 
																			principio 
																			di 
																			legittimazione 
																			divina 
																			dell’autorità 
																			statale.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Le
																			
																			potenze 
																			vincitrici 
																			della
																			
																			Francia 
																			pensarono 
																			di 
																			ovviare 
																			a 
																			questi 
																			problemi 
																			riportando 
																			indietro 
																			le 
																			lancette 
																			della 
																			storia 
																			al 
																			periodo 
																			precedente 
																			il 
																			1789. 
																			La
																			
																			Rivoluzione 
																			francese 
																			veniva 
																			considerata 
																			come 
																			il 
																			male 
																			assoluto, 
																			essendo 
																			stata 
																			all’origine 
																			dello 
																			sconvolgimento 
																			degli 
																			equilibri 
																			europei 
																			oltre 
																			che 
																			della 
																			rottura 
																			delle 
																			gerarchie 
																			sociali 
																			tradizionali. 
																			Per 
																			i 
																			vincitori, 
																			quindi, 
																			era 
																			di 
																			vitale 
																			importanza 
																			impedire 
																			un 
																			nuovo 
																			possibile 
																			tentativo 
																			rivoluzionario,
																			
																			restaurando 
																			quell’Antico 
																			Regime 
																			che 
																			proprio 
																			la 
																			Rivoluzione 
																			aveva 
																			abbattuto, 
																			dando 
																			forma 
																			nello 
																			stesso 
																			tempo 
																			a un 
																			nuovo 
																			ordine 
																			internazionale 
																			legittimista 
																			basato 
																			sull’equilibrio 
																			di 
																			forze 
																			tra 
																			le 
																			principali 
																			potenze 
																			per 
																			impedire 
																			che 
																			emergesse 
																			un 
																			nuovo 
																			candidato 
																			all’egemonia 
																			continentale 
																			come 
																			era 
																			accaduto 
																			con 
																			Bonaparte.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			compito 
																			di 
																			ridisegnare 
																			la 
																			carta 
																			politica 
																			dell’Europa 
																			fu 
																			affidato 
																			a 
																			una 
																			conferenza 
																			internazionale 
																			destinata 
																			a 
																			diventare 
																			la 
																			più 
																			importante 
																			assise 
																			diplomatica 
																			che 
																			si 
																			fosse 
																			mai 
																			vista 
																			in 
																			Europa 
																			dai 
																			tempi 
																			della 
																			Pace 
																			di 
																			Vestfalia, 
																			passata 
																			alla 
																			Storia 
																			col 
																			nome 
																			di
																			
																			Congresso 
																			di 
																			Vienna, 
																			essendosi 
																			tenuta 
																			nella 
																			capitale 
																			austriaca 
																			a 
																			partire 
																			dal 
																			novembre 
																			1814.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Al 
																			Congresso 
																			non 
																			presero 
																			parte 
																			solo 
																			i 
																			ministri 
																			plenipotenziari 
																			delle 
																			grandi 
																			potenze 
																			vincitrici 
																			di 
																			Napoleone 
																			ma 
																			furono 
																			invitati 
																			i 
																			delegati 
																			di 
																			numerosi 
																			stati 
																			minori, 
																			come 
																			Spagna, 
																			Svezia, 
																			Portogallo, 
																			Baviera 
																			e 
																			Stato 
																			Pontificio. 
																			Ai 
																			lavori 
																			del 
																			Congresso 
																			partecipò, 
																			nonostante 
																			la 
																			sconfitta, 
																			anche 
																			la 
																			Francia, 
																			rappresentata 
																			dal 
																			camaleontico
																			
																			Charles 
																			Maurice 
																			de 
																			Talleyrand, 
																			ex 
																			vescovo 
																			già 
																			ministro 
																			degli 
																			esteri 
																			di 
																			Napoleone 
																			e 
																			poi 
																			artefice 
																			dell'abdicazione 
																			dell'imperatore.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ammettendo 
																			alla 
																			conferenza 
																			anche 
																			la 
																			Francia 
																			le 
																			potenze 
																			vincitrici 
																			agirono 
																			con 
																			grande 
																			lungimiranza: 
																			austriaci, 
																			prussiani, 
																			russi 
																			e 
																			britannici 
																			si 
																			lasciarono 
																			saggiamente 
																			convincere 
																			dalle 
																			parole 
																			dell’astuto 
																			Talleyrand, 
																			il 
																			quale 
																			argomentò 
																			come, 
																			in 
																			una 
																			Francia 
																			eccessivamente 
																			indebolita 
																			e 
																			colpita 
																			da 
																			ulteriori 
																			amputazioni 
																			territoriali, 
																			la
																			
																			restaurata 
																			monarchia 
																			borbonica 
																			di 
																			Luigi 
																			XVIII 
																			sarebbe 
																			stata 
																			più 
																			facilmente 
																			preda 
																			di 
																			possibili 
																			sollevazioni 
																			di 
																			matrice 
																			rivoluzionaria 
																			o 
																			bonapartista.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Come 
																			dimostreranno 
																			le 
																			vicende 
																			della 
																			fuga 
																			di 
																			Napoleone 
																			dal 
																			suo 
																			esilio 
																			dell’Elba 
																			e 
																			del 
																			suo 
																			temporaneo 
																			ritorno 
																			al 
																			potere 
																			(i 
																			famosi 
																			“Cento 
																			giorni”), 
																			Talleyrand 
																			non 
																			aveva 
																			poi 
																			tutti 
																			i 
																			torti. 
																			La 
																			Francia, 
																			quindi, 
																			nonostante 
																			la 
																			sconfitta, 
																			fu 
																			nuovamente 
																			inserita 
																			nel 
																			contesto 
																			europeo 
																			come 
																			elemento 
																			di 
																			stabilizzazione.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			Storia 
																			non 
																			si 
																			fa 
																			con 
																			le 
																			ipotesi, 
																			ma 
																			se 
																			cento 
																			anni 
																			dopo 
																			gli 
																			Alleati 
																			vincitori 
																			della 
																			Grande 
																			Guerra 
																			non 
																			avessero 
																			umiliato 
																			la 
																			Germania 
																			sconfitta 
																			addossandole 
																			la 
																			responsabilità 
																			del 
																			conflitto 
																			e 
																			imponendole 
																			una 
																			pace 
																			punitiva, 
																			forse 
																			la 
																			propaganda 
																			nazista 
																			non 
																			avrebbe 
																			potuto 
																			far 
																			leva 
																			sui 
																			sentimenti 
																			di 
																			rivincita 
																			dei 
																			tedeschi 
																			e le 
																			cose 
																			sarebbero 
																			potute 
																			anche 
																			andare 
																			diversamente. 
																			La
																			
																			Conferenza 
																			di 
																			Versailles 
																			del 
																			1919 
																			non 
																			fece 
																			quindi 
																			altro 
																			che 
																			confermare, 
																			con 
																			gli 
																			errori 
																			che 
																			vi 
																			furono 
																			commessi, 
																			la 
																			lungimiranza 
																			e 
																			l’equilibrio 
																			dei 
																			partecipanti 
																			al 
																			Congresso 
																			di 
																			Vienna. 
																			 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Quindi 
																			la 
																			Francia 
																			nuovamente 
																			borbonica 
																			non 
																			subì 
																			mutilazioni 
																			territoriali 
																			significative, 
																			venendo 
																			semplicemente 
																			ricondotta 
																			all’interno 
																			delle 
																			frontiere 
																			precedenti 
																			al 
																			1792, 
																			mentre 
																			ai 
																			suoi 
																			fu 
																			creato 
																			un 
																			cordone 
																			di 
																			stati 
																			cuscinetto 
																			(Paesi 
																			Bassi, 
																			Wurttemberg, 
																			Svizzera 
																			e 
																			Regno 
																			di 
																			Sardegna) 
																			volto 
																			a 
																			prevenirne 
																			eventuali 
																			future 
																			velleità 
																			espansionistiche.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Le 
																			decisioni 
																			del 
																			Congresso 
																			si 
																			concentrarono 
																			poi 
																			sulla 
																			risistemazione 
																			dell'area 
																			tedesca 
																			e di 
																			quella 
																			italiana, 
																			oltre 
																			alla 
																			definizione 
																			dell'assetto 
																			della 
																			Polonia, 
																			che 
																			cadde 
																			sotto 
																			l'influenza 
																			russa, 
																			venendo 
																			infatti 
																			trasformata 
																			in 
																			un 
																			regno 
																			la 
																			cui 
																			corona 
																			fu 
																			assegnata 
																			allo 
																			zar 
																			Alessandro 
																			I.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			A 
																			proposito 
																			della 
																			Germania 
																			i 
																			delegati 
																			a 
																			Vienna 
																			ratificarono 
																			la 
																			dissoluzione 
																			del 
																			Sacro 
																			Romano 
																			Impero, 
																			risalente 
																			al 
																			1806. 
																			Gli 
																			stati 
																			tedeschi 
																			furono 
																			ridotti 
																			da 
																			350 
																			ad 
																			appena 
																			39, 
																			tra 
																			i 
																			quali 
																			figuravano 
																			i 
																			cinque 
																			regni 
																			di 
																			Baviera, 
																			Hannover, 
																			Sassonia, 
																			Wurttemberg 
																			e 
																			Prussia. 
																			Quest'ultima 
																			uscì 
																			dalla 
																			conferenza 
																			di 
																			Vienna 
																			ingrandita 
																			della 
																			Renania, 
																			della 
																			Pomerania 
																			svedese 
																			e di 
																			una 
																			parte 
																			dei 
																			territori 
																			sassoni. 
																			Fu 
																			poi 
																			costituita 
																			la 
																			Confederazione 
																			germanica, 
																			organizzazione 
																			che 
																			riuniva 
																			tutti 
																			i 
																			principati 
																			tedeschi, 
																			la 
																			cui 
																			presidenza 
																			fu 
																			assegnata 
																			all'imperatore 
																			d'Austria
																			
																			Francesco 
																			I 
																			d’Asburgo. 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L'Austria 
																			subentrò 
																			alla 
																			Francia 
																			nel 
																			controllo 
																			della 
																			penisola 
																			italiana. 
																			Sulle 
																			ceneri 
																			del 
																			Regno 
																			napoleonico 
																			d’Italia 
																			fu 
																			creato 
																			il
																			
																			Regno 
																			Lombardo 
																			Veneto, 
																			che 
																			riuniva 
																			la 
																			vecchia 
																			Lombardia 
																			austriaca 
																			ai 
																			territori 
																			della 
																			ex 
																			Repubblica 
																			di 
																			Venezia. 
																			Il 
																			nuovo 
																			regno 
																			fu 
																			posto 
																			sotto 
																			la 
																			diretta 
																			sovranità 
																			austriaca.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			In 
																			Toscana 
																			come 
																			a 
																			Modena 
																			furono 
																			restaurati 
																			rispettivamente 
																			il 
																			granduca 
																			Ferdinando 
																			III 
																			e il 
																			duca 
																			Francesco 
																			IV, 
																			l'uno 
																			fratello 
																			l'altro 
																			cugino 
																			dell'imperatore. 
																			Il 
																			ducato 
																			di 
																			Parma 
																			fu 
																			assegnato 
																			a 
																			titolo 
																			vitalizio 
																			a 
																			Maria 
																			Luisa, 
																			moglie 
																			di 
																			Napoleone 
																			e 
																			figlia 
																			di 
																			Francesco 
																			d’Asburgo. 
																			Al 
																			sud 
																			le 
																			corone 
																			di 
																			Napoli 
																			e 
																			Sicilia 
																			furono 
																			unificate 
																			da
																			
																			Ferdinando 
																			di 
																			Borbone, 
																			parente 
																			e 
																			alleato 
																			degli 
																			Asburgo, 
																			nell'unico 
																			Regno 
																			delle 
																			due 
																			Sicilie.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Indipendenti 
																			dal 
																			dominio 
																			austriaco 
																			rimasero 
																			solamente 
																			lo 
																			Stato 
																			pontificio, 
																			su 
																			cui 
																			tornò 
																			a 
																			regnare
																			
																			Papa 
																			Pio 
																			VII, 
																			e il 
																			Regno 
																			di 
																			Piemonte 
																			e 
																			Sardegna 
																			governato 
																			dai
																			
																			Savoia, 
																			che 
																			ottennero 
																			la 
																			Liguria 
																			dalla 
																			soppressa 
																			Repubblica 
																			di 
																			Genova.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’Europa 
																			uscita 
																			dai 
																			trattati 
																			di 
																			Vienna 
																			era 
																			quindi 
																			monarchica, 
																			con 
																			la 
																			sola 
																			eccezione 
																			della 
																			repubblicana 
																			Svizzera, 
																			di 
																			cui 
																			proprio 
																			al 
																			Congresso 
																			fu 
																			riconosciuta 
																			la 
																			neutralità 
																			perpetua.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tuttavia 
																			l’assolutismo 
																			dell’età 
																			della
																			
																			Restaurazione 
																			differiva 
																			profondamente 
																			rispetto 
																			al 
																			dispotismo 
																			in 
																			auge 
																			nel 
																			XVIII 
																			secolo. 
																			I 
																			monarchi 
																			assoluti 
																			del 
																			Settecento 
																			avevano 
																			infatti 
																			cercato 
																			di 
																			legittimare 
																			la 
																			loro 
																			azione 
																			di 
																			governo 
																			ricercando 
																			un 
																			certo 
																			consenso 
																			nell’opinione 
																			pubblica, 
																			portando 
																			avanti 
																			un
																			
																			programma 
																			riformatore 
																			ispirato 
																			almeno 
																			parzialmente 
																			alle
																			
																			idee 
																			illuministiche 
																			e 
																			combattendo, 
																			anche 
																			duramente, 
																			le 
																			prerogative 
																			dei 
																			ceti 
																			privilegiati, 
																			in 
																			particolare 
																			del 
																			clero.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Al 
																			contrario, 
																			i 
																			sovrani 
																			dell’epoca 
																			post 
																			napoleonica
																			
																			tesero 
																			ad 
																			appoggiarsi 
																			maggiormente 
																			ai
																			
																			valori 
																			tradizionali, 
																			in 
																			particolare 
																			quelli 
																			religiosi: 
																			nel 
																			clima 
																			della 
																			restaurazione 
																			monarchia 
																			e 
																			Chiesa 
																			cattolica, 
																			ancora 
																			scosse 
																			a 
																			causa 
																			degli 
																			sviluppi 
																			rivoluzionari, 
																			si 
																			ritrovarono 
																			unite 
																			in 
																			nome 
																			del 
																			contrasto 
																			a 
																			quella 
																			Rivoluzione 
																			che 
																			aveva 
																			minacciato 
																			di 
																			spazzare 
																			via 
																			definitivamente 
																			entrambe. 
																			Non 
																			a 
																			caso 
																			nell’età 
																			della 
																			Restaurazione 
																			si 
																			parla 
																			della 
																			ritrovata 
																			“alleanza 
																			fra 
																			trono 
																			e 
																			altare”.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			Congresso 
																			di 
																			Vienna 
																			si 
																			chiuse 
																			con 
																			la 
																			firma 
																			dei 
																			trattati 
																			il 9 
																			giugno 
																			1815, 
																			nove 
																			giorni 
																			prima 
																			che 
																			Napoleone, 
																			fuggito 
																			dal 
																			suo 
																			nuovo 
																			regno-prigione 
																			dell’Isola 
																			d’Elba, 
																			venisse 
																			definitivamente 
																			sconfitto 
																			a 
																			Waterloo. 
																			Nonostante 
																			i 
																			tentativi 
																			di 
																			Bonaparte 
																			di 
																			intavolare 
																			negoziati 
																			per 
																			cercare 
																			di 
																			mantenere 
																			il 
																			trono 
																			appena 
																			riconquistato, 
																			le 
																			potenze 
																			europee, 
																			di 
																			nuovo 
																			coalizzate 
																			contro 
																			di 
																			lui, 
																			rifiutarono 
																			ogni 
																			possibile 
																			accordo 
																			con 
																			il 
																			“bandito 
																			corso” 
																			che 
																			fu 
																			anzi 
																			dichiarato 
																			“nemico 
																			pubblico 
																			dell’umanità”.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			A 
																			settembre 
																			dello 
																			stesso 
																			anno, 
																			a 
																			tutela 
																			del 
																			nuovo 
																			ordine 
																			europeo, 
																			Austria, 
																			Russia 
																			e 
																			Prussia 
																			firmarono 
																			l’accordo 
																			promosso 
																			dallo 
																			Zar 
																			Alessandro 
																			che 
																			istituiva 
																			la “Santa 
																			Alleanza” 
																			e 
																			che 
																			impegnava 
																			i 
																			componenti 
																			a 
																			intervenire 
																			per 
																			impedire 
																			ogni 
																			tentativo 
																			di 
																			sovvertimento 
																			delle 
																			decisioni 
																			prese 
																			a 
																			Vienna. 
																			Ne 
																			restò 
																			fuori 
																			la 
																			Gran 
																			Bretagna, 
																			anche 
																			se 
																			il 
																			governo 
																			conservatore 
																			di 
																			Lord 
																			Liverpool 
																			sottoscrisse 
																			ugualmente 
																			una 
																			“quadruplice 
																			alleanza” 
																			con 
																			Austria, 
																			Prussia 
																			e 
																			Russia, 
																			ricostruendo 
																			il 
																			tradizionale
																			
																			schieramento 
																			antifrancese. 
																			In 
																			seguito, 
																			nel 
																			1818, 
																			anche 
																			la 
																			Francia 
																			di 
																			Luigi 
																			XVIII 
																			verrà 
																			ammessa 
																			nella 
																			Santa 
																			Alleanza, 
																			a 
																			riprova 
																			del 
																			suo 
																			pieno 
																			reinserimento 
																			nel 
																			sistema 
																			europeo.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Senza 
																			dubbio 
																			il 
																			tentativo 
																			del 
																			Congresso 
																			di 
																			Vienna 
																			di 
																			riportare 
																			l’Europa 
																			indietro 
																			di 
																			vent’anni 
																			cancellando 
																			le 
																			profonde 
																			trasformazioni 
																			dell’epoca 
																			rivoluzionaria 
																			e 
																			napoleonica 
																			fu 
																			per 
																			molti 
																			aspetti 
																			anacronistico 
																			e 
																			donchisciottesco. 
																			Ciò 
																			dovette 
																			apparire 
																			evidente 
																			fin 
																			da 
																			subito 
																			alle 
																			monarchie 
																			restaurate 
																			che 
																			reagirono 
																			con 
																			una 
																			spietata 
																			repressione 
																			poliziesca 
																			per 
																			arginare 
																			l’opera 
																			di
																			
																			società 
																			segrete 
																			nate 
																			sul 
																			modello 
																			della 
																			Massoneria 
																			con 
																			lo 
																			scopo 
																			di 
																			ottenere 
																			dai 
																			sovrani 
																			la 
																			concessione 
																			di 
																			una 
																			costituzione, 
																			oppure, 
																			come 
																			in 
																			casi 
																			come 
																			quello 
																			italiano, 
																			l’indipendenza 
																			nazionale.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ad 
																			animare 
																			questi 
																			circoli 
																			erano 
																			spesso 
																			ex 
																			ufficiali 
																			e 
																			funzionari 
																			dei 
																			vecchi 
																			regimi 
																			napoleonici 
																			che 
																			però 
																			proprio 
																			a 
																			causa 
																			della 
																			clandestinità 
																			a 
																			cui 
																			erano 
																			costretti 
																			non 
																			poterono 
																			mai 
																			contare 
																			sull’appoggio 
																			popolare, 
																			il 
																			che 
																			condannò 
																			al 
																			fallimento 
																			le 
																			loro 
																			iniziative 
																			e 
																			loro 
																			stessi 
																			all’esilio, 
																			alla 
																			prigionia 
																			o al 
																			patibolo.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dal 
																			punto 
																			di 
																			vista 
																			dell’equilibrio 
																			dei 
																			poteri 
																			e 
																			della 
																			stabilità 
																			del 
																			sistema 
																			internazionale 
																			il 
																			lavoro 
																			dei 
																			delegati 
																			di 
																			Vienna 
																			fu 
																			comunque 
																			lodevole. 
																			Con 
																			il 
																			Congresso 
																			di 
																			Vienna 
																			fu 
																			inaugurata 
																			la 
																			prassi 
																			di 
																			convocare 
																			periodicamente 
																			conferenze 
																			diplomatiche 
																			internazionali 
																			nelle 
																			quali 
																			discutere 
																			delle 
																			questioni 
																			più 
																			spinose 
																			che 
																			quindi 
																			potevano 
																			essere 
																			risolte 
																			pacificamente.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fino 
																			allo 
																			scoppio 
																			della 
																			Grande 
																			Guerra 
																			nel 
																			1914 
																			il 
																			continente 
																			europeo 
																			fu 
																			così 
																			risparmiato 
																			da 
																			una 
																			guerra 
																			generale, 
																			cioè 
																			un 
																			conflitto 
																			che 
																			coinvolgesse 
																			contemporaneamente 
																			tutte 
																			le 
																			grandi 
																			potenze. 
																			Questo 
																			rese 
																			il 
																			XIX 
																			secolo 
																			molto 
																			più 
																			tranquillo 
																			rispetto 
																			ai 
																			due 
																			precedenti, 
																			caratterizzati 
																			da 
																			un 
																			susseguirsi 
																			pressoché 
																			ininterrotto 
																			di 
																			conflitti.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dal 
																			1815 
																			fino 
																			alla 
																			guerra 
																			di 
																			Crimea 
																			del 
																			1853-1856 
																			l’intera 
																			Europa 
																			visse 
																			un
																			
																			quarantennio 
																			di 
																			pace 
																			e in 
																			seguito, 
																			anche 
																			se 
																			furono 
																			combattute 
																			delle 
																			guerre 
																			come 
																			quelle 
																			per 
																			l’indipendenza 
																			italiana 
																			(1859-1860, 
																			1866 
																			e 
																			1870) 
																			o 
																			per 
																			l’unificazione 
																			tedesca 
																			(1870-1871), 
																			si 
																			trattò 
																			di 
																			conflitti 
																			locali, 
																			limitati 
																			nel 
																			tempo 
																			e 
																			nello 
																			spazio.
																			
																			
																							
																							
																			 
																			
																			
																			