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N. 137 - Maggio 2019 (CLXVIII)

tesi sull’origine di un cognome

Note storiche e onomastiche
di Alfredo Incollingo

 

La storia dell’Italia e degli italiani può essere ricostruita anche attraverso lo studio dei nostri cognomi. Non si tratta solo di dati identificativi delle persone e delle famiglie d’appartenenza, ma nascondono significati e indizi per scoprire chi furono i nostri antenati.

 

Si può scoprire, per esempio, il mestiere o la provenienza degli avi, indicando anche patronimici e caratteristiche fisiche e caratteriali. Sono una miniera di informazioni comprensibili per gli studiosi più pazienti. Dai cognomi originari delle singole comunità italiane, si possono alle volte rilevare tracce utili per risalire alle loro origini.

 

Passiamo a un caso concreto. Un cognome oriundo del piccolo comune di Colli a Volturno, in provincia di Isernia, è “Incollingo”. Strano a sentirsi e poco conosciuto, difficilmente si potrebbe intuire la sua etimologia e qualsiasi altro significato. Guardando alle origini del paese, si potrebbe forse rintracciare un indizio, anche minimo, per ricostruire l’etimo.

 

Partiamo dall’inizio, risalendo i secoli fino al X secolo. Collis Sancti Angelis, l’antico toponimo di Colli a Volturno, venne fondata dai monaci benedettini di San Vincenzo al Volturno. Con un contratto di livello dell’ottobre 972, l’abate concedeva a un gruppo di coloni e alle loro famiglie una vasta porzione del patrimonio fondiario monastico.

 

Nel Chronicon Volturense (1130 circa) del monaco Giovanni si conserva la copia dell’originario accordo notarile: «Memoratorium factum a nobis Leone presbitero et monacho seu preposito, missus a domno Paulo, Domini gracia abbate monasterii Sancti Vincencii, situm super Vulturni fluminis fontem, de eo quod, in presencia Benedicti iudicis et aliorum testium, declaro quia in presenti mense et indiccione per scripturam conveniencie libellariam, secundum legem, dedit et tradidit suprascriptus domnus Paulus abbas ad tenendum, laborandum ipsa territoria, pertinentes nostro monasterio, in finibus loco ubi nominatur ad Sanctum Angelum; et loco Bantra Adelchisi, et Dominici germanis filiis Ermerici; Allo presbiter et Petro fratres; Elmerico; Perto; Angelo; Iohanne magistro, Rimo, Petro fratres suprascripti Iohannis magistri; Andrea, Gizo et Iohanne filiis Audoaldi; Petro Montanaru; Dominici Balbisi; Agusti; Gualdo et Ursu marsicanis; Martinus; Anse; Berto et Iohanni tianisi ad tenendum, laborandum, et excolendum, et case faciendum, vineas pastinandum iusta racionem a modo et usque dum illi et eorum heredes voluerint, habentibus fines territoriis ipsis [...]».

 

Il territorio concesso ricalcava in parte l’estensione territoriale degli attuali comuni di Colli a Volturno e Fornelli e l’assegnazione venne successivamente rinnovata nel 988. Ai coloni erano permesso coltivare le terre e stabilirsi in quelle contrade, edificandovi dei castrum, in cambio di un canone enfiteutico da corrispondere in natura.

 

L’origine del cognome “Incollingo” potrebbe risalire a quell’epoca, tramandato dai discendenti dei primi coloni che abitarono Collis Sancti Angelis. Nell’antico diritto romano, infatti, si definiva come «incolato» (dal verbo «incolere», in italiano «abitare»), lo stato giuridico degli «incola», ovvero i coloni, che lasciavano le loro comunità di origine per insediarsi altrove.

 

Ciò accedeva, per esempio, quando, dopo aver conquistato una nuova regione, i romani vi insediavano nuove colonie per meglio governare i popoli sottomessi. Da Roma o dalle città alleate giungevano in quelle terre famiglie intere pronte a colonizzare suoli vergini e, spesso, lontani dalla civiltà.

 

Come sappiamo dal primo contratto di livello del 972, i monaci benedettini di San Vincenzo concessero una parte del loro patrimonio fondiario a nuclei familiari provenienti dalle regioni circostanti la Valle del Volturno. Ancora nell’Alto Medioevo, fino al XV secolo circa, era in uso la parola «incolato» e si continuarono a definire i coloni con l’antico termine latino. «Incola» erano chiamati quanti abitavano Collis Sancti Angelis e gli altri castelli del patrimonio monastico volturnense.

È probabile, quindi, che il cognome “Incollingo” richiami lo status giuridico e fattuale delle prime famiglie collesi e dei loro discendenti, indicando i «naturali» del paese molisano.

 

Naturalmente, si tratta di ricostruzioni che dovranno essere confermate da eventuali fonti documentarie, se ancora esistenti, ricostruendo anche lo sviluppo formale del cognome. Nonostante sia una tesi tutta da dimostrare, è comunque un’ipotesi di lavoro interessante per gli appassionati di storia e onomastica.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Marazzi Federico, San Vincenzo al Volturno. L’Abbazia e il suo Territorium fra VIII e XII secolo, Pubblicazioni Cassinesi, Montecassino 2012;

Poma Gabriella, Le istituzioni politiche del mondo romano, Il Mulino, Bologna 2009.



 

 

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