[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 208 / APRILE 2025 (CCXXXIX)


arte

SULLE "notti magiche" di Nettuno

1984: un'estate in musica

di Alfredo Incollingo

 

La città di Nettuno ha vissuto le sue personali notti magiche nell’estate del 1984, come gli italiani durante i Mondiali di calcio del 1990. Nella memoria collettiva dei nettunesi riverbera il ricordo di quei giorni di grande palpitazione, quando nella loro città si esibirono nell’arco di tre mesi Pino Daniele, Vasco Rossi, Stevie Wonder, gli AC/DC e i Motley Crue.

 

L’amministrazione comunale di Nettuno organizzò per quella stagione estiva la rassegna culturale «Americana» (22 luglio - 10 settembre) per celebrare il quarantesimo anniversario dello sbarco alleato del 22 gennaio 1944. Nelle intenzioni degli organizzatori si proponeva «come una passerella di quanto la cultura e lo spettacolo italiano hanno prodotto sotto l’influenza della società americana: dal cinema alla musica, dalle mode allo sport», scriveva Antonio Solaro sul quotidiano comunista L’Unità del 21 luglio.

 

Nel corso della manifestazione, aggiunse il giornalista, si esibirono «alcuni dei maggiori nomi della musica italiana, tutti naturalmente connessi, in un modo o nell’altro, alle tendenze della musica statunitense»: Pino Daniele, Toni Esposito ed Enrico Ruggeri.

 

Tra le esibizioni maggiormente attese ci fu il concerto di Vasco Rossi del 9 agosto. «In quest’occasione», si legge su L’Unità di quel giorno, «il cantante si presenta con tutto il suo repertorio al completo, dai successi come Vita spericolata e Coca Cola alle ballate elettriche spesso venate di reggae, ai brani rock un po’ ironici, sempre coraggiosamente cantati in italiano, come del resto tutto il suo repertorio. Purtroppo, a causa di condizioni meteorologiche avverse, il concerto fu posticipato al 30 agosto.

 

Un altro seguitissimo evento fu lo spettacolo Dance Compilation (3 agosto), durante il quale si presentarono i grandi successi della musica dance italiana.

 

L’estate nettunese del 1984, tuttavia, è ricordata principalmente per il festival rock Sea Evening Arts (3 - 5 settembre), che si tenne presso lo stadio comunale di baseball. Organizzato in poco tempo nel mese di agosto, fu inserito all’interno della rassegna culturale Americana. Per tre notti Nettuno si animò con il soul di Stevie Wonder, la new wave degli Ultravox e l’hard rock degli AC/DC, il cui concerto fu aperto dagli esordienti Motley Crue.

 

«Gli ultimi tre erano concerti programmati a Roma», raccontò Carlo Eufemi, all’epoca assessore alla cultura e allo spettacolo del comune di Nettuno, al quotidiano online In Libera Uscita (4 settembre 2014), «la cui programmazione estiva era curata da Nicolini [Renato Nicolini, sindaco della Capitale], ma perse questa opportunità, perché chi lo gestiva non avrebbe concesso lo stadio Flaminio. Così il 14 agosto ci venne proposta la possibilità di ospitarli, a stretta distanza dalla data dei concerti per i quali erano già stati pagati viaggio e logistica. Va detto che noi lavoravamo in una sorta di project financing ante litteram, ovvero che incassavamo in base alla vendita dei biglietti senza ricevere contributi. Il giorno di Ferragosto incontrai i promoter, gente di spessore e che tra le altre cose avevano organizzato il concerto dei Pink Floyd a Venezia».

 

L’amministrazione comunale temeva di non essere in grado di affrontare questa sfida logistica per il poco tempo a disposizione nell’organizzare il festival, ma fortunatamente non si registrarono grandi problemi e la popolazione constatò che i “metallari” che seguivano gli AC/DC, che per la prima volta si esibivano in Italia, non erano i violenti di cui si vociferava. Per una città di provincia fu scioccante rapportarsi con persone dai gusti musicali così radicali, che si riversarono in massa sul litorale romano per assistere al concerto della band hard rock australiana.

 

Il giornalista Giancarlo Del Re raccontò per Il Messaggero (7 settembre) le peculiarità dei giovani approdati a Nettuno per gli AC/DC. Descrisse la stanchezza dei ragazzi che con mezzi di fortuna alle volte avevano raggiunto la cittadina laziale, portando con sé lo stretto necessario. Evidenziò la moda dei cosiddetti “head bangers” (“battitori di testa”), i frequentatori abituali dei concerti hard rock che scuotevano la testa al ritmo di una musica così grezza e potente, per marcare la loro estraneità nel contesto provinciale di Nettuno.

 

Questi giovani radicali, alla fine pacifici e tolleranti, esprimevano le loro angosce nei confronti di una società indifferente, distratta dai miti di successo e dall’edonismo degli anni Ottanta del secolo scorso, con la musica e un abbigliamento alternativo, fatto di camice stazzonate, jeans, tatuaggi, distintivi, cinture con le borchie, capelli rasati o lunghi e un trucco esagerato per ambo i sessi.

 

Era una rivolta prettamente estetica, prima di diventare una moda pienamente integrata nell’Industria Culturale. Del resto, scriveva il filosofo inglese Mark Fisher, «su MTV niente funziona meglio che la protesta contro MTV» (Realismo capitalista, Roma, NERO, 2018). Nettuno si ritrovò catapultata nel panorama musicale internazionale con il Sea Evening Arts. Incredibilmente, come scrive Del Re, in una città di provincia si palesarono i fenomeni culturali e generazionali emergenti nella società occidentale e caratteristici delle metropoli: «Woodstock è preistoria, ora siamo a Nettuno nell’età della borchia e la passione giovanile per i suoni continua a divampare, probabilmente segnando progressi che non a tutti è dato riconoscere».

 

La mitica estate nettunese del 1984 si chiuse simbolicamente con il concerto degli AC/DC, che fu un successo incredibile per la band e il comune di Nettuno. I giornalisti presenti allo spettacolo raccontarono la profonda sinergia tra i fratelli chitarristi Angus e Malcolm Young e il pubblico, tra urla, incitamenti e provocazioni degne dei migliori concerti hard rock. I nettunesi ebbero molta difficoltà a riposare quella notte a causa dei suoni prodotti dalle potenti chitarre degli AC/DC, che risuonarono per tutta la città e nei suoi dintorni.

 

Da allora, chi visse da adolescente quelle notti magiche, le ricorda con grande nostalgia. Probabilmente, la fine della spensieratezza adolescenziale e delle sue passioni ribelli ha accresciuto l’amarezza nel constatare la distanza temporale e umana di quel passato mitizzato da un anonimo presente e da un futuro privo degli ideali che animarono i dorati anni Ottanta del Novecento.

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]