[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

183 / MARZO 2023 (CCXIV)


attualità

IL MEDITERRANEO RIDOTTO A CIMITERO

UNA CONTINUA STRAGE

di Giovanna D’Arbitrio

 

“Méditerranée, mer morte”, titolava nell’aprile 2016 il giornale francese Libération, dopo la strage di 700 migranti morti nel Mar Mediterraneo. Speravamo che il mondo si svegliasse dopo tale drammatico evento, ma niente è accaduto e tutto continua come sempre, come evidenzia il naufragio avvenuto durante la notte del 26 febbraio 2023, nei pressi delle coste calabresi di Cutro, dove sono morte persone più di 80 persone tra le quali molti minori.

 

Ed era il 2016 quando fu pubblicato il libro Stranieri alle porte di Zygmunt  Bauman, così presentato dalla casa editrice Laterza: «È dall'inizio della modernità che alla porta dei popoli bussano profughi in fuga dalla bestialità delle guerre e dei dispotismi o dalla ferocia di una vita la cui unica prospettiva è la fame. Per chi vive dietro quella porta i profughi sono sempre stati stranieri. Solo che oggi è stato scatenato un vero e proprio attacco di 'panico morale', il timore che un qualche male minacci il benessere della società. Quei nomadi – non per scelta, ma per il verdetto di un destino inclemente – ci ricordano in modo irritante, esasperante e raccapricciante quanto vulnerabile sia la nostra posizione nella società e fragile il nostro benessere. Dovremmo soffermarci e intendere le parole di papa Francesco: “Cancelliamo ciò che di Erode è rimasto anche nel nostro cuore; domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, di piangere sulla crudeltà che c'è nel mondo, in noi, e chiediamoci: chi ha pianto? chi ha pianto oggi nel mondo?”».

 

A quanto pare la strage di Cutro ha spezzato molti legami familiari, poiché tanti sono i bambini rimasti soli per la morte dei loro genitori, nonché di fratelli o sorelle. E ci viene in mente il piccolo Aylan Kurdi, un bambino siriano di tre anni, quando anni fa la foto del suo corpo senza vita su una spiaggia destò commozione e sdegno. Ora purtroppo sembra quasi che la gente si sia abituata a tali tragedie dopo tanti anni in cui esse si sono ripetute e continuano a ripetersi, trasformando il Mediterraneo in un cimitero. Senz’altro le immagini più toccanti sono sempre quelle dei minori morti, ma anche quelle dei superstiti, così indifesi, inermi e innocenti.

 

Per l’ennesima una volta abbiamo visto con angoscia tante bare bianche. Bambini! E ci son venuti in mente altri naufragi e le violenze e i soprusi di ogni genere evidenziati dai rapporti UNICEf che anno dopo anno ci informano delle sofferenze inflitte ai minori. Lavoro minorile, sfruttamento sessuale, traffico d’organi, adozioni illegali e quant’altro fanno registrare percentuali spaventose oltretutto in costante crescita, in particolare dall’inizio della guerra in Ucraina e per tante guerre dimenticate. E quanti sono quelli che muoiono per fame e malattie?

 

Davvero non si riesce a comprendere per qual motivo i bambini debbano soffrire tanto, come scrisse anche Albert Camus nel suo famoso romanzo La Peste, simbolo del Male che sconvolge all’improvviso la vita quotidiana degli esseri umani, ritornando ciclicamente qua e là con guerre e flagelli di vario genere. Come gli abitanti di Orano, descritti nel libro, anche quelli di tanti altri paesi colpiti da disgrazie, hanno reazioni diverse. Ci sono quelli che fuggono, quelli che si avviliscono, quelli che lottano, quelli che purtroppo ne approfittano. Camus nel suo libro arriva alla conclusione che “indifferenza, burocrazia ed egoismo sono i veri alleati della Peste, del Male”.

 

E nella Francia di Macron che, come tanti paesi europei, si mostra poco sensibile ai problemi dei migranti, due illustri personaggi cercano di risvegliare le coscienze: Edgar Morin, sociologo e filosofo (97 anni) Alain Touraine, sociologo (93 anni) amici ed entrambi lucidissimi e impressionanti per la loro vitalità, colpiti da ciò che accade nel Mediterraneo, si sono incontrati con alcuni intellettuali, come Alexis Nouss, professore di letteratura generale, Veronique Nahoum-Grappe, antropologa e figlia di Edgar Morin, a Philippe Bataille, sociologo e umanista.

 

In effetti essi hanno deciso di reagire, cominciando a discutere sul progetto di una lista da presentare alle elezioni europee, poiché come spiega Jean-François Corty, ex-direttore di Médecins du Monde: «intorno al migrante che è un soggetto politico diventato centrale, occorrerebbe impegnarsi per un nuovo progetto democratico (…) Con i più poveri, i senzatetto, gli esclusi (…) sono gli stessi valori della solidarietà che sono in gioco».

 

Non ci resta che sperare in un cambiamento di rotta che coinvolga tutta l’Umanità, non solo poche persone illuminate e sensibili.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]