[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

195 / MARZO 2024 (CCXXVI)


ambiente

MOSTRI MARINI
SUI giganteschi serpenti di mare, tra mito e realtà
di Lorenzo Bruni

 

Gli abissi marini hanno sempre attratto la curiosità umana, sin dagli albori della civiltà: quali meravigliosi misteri si nascondono tra le cupe profondità oceaniche? Cosa dimora là sotto, dove neppure il più tenue raggio di sole può arrivare e dove regna un’oscurità sempiterna? A oggi, grazie alla tecnologia in nostro possesso, siamo in grado di descrivere con maggiore accuratezza il suolo lunare che i fondali pelagici. Una delle domande che gli esseri umani si sono sempre posti, non senza una certa angoscia, è relativa all’esistenza o meno di mostri marini. D’altronde, essendo le nostre conoscenze su questi luoghi così scarse, come sarebbe possibile escludere a priori la presenza di creature mostruose che ivi dimorino e che, all’occorrenza, abbandonino il loro tenebroso regno per cacciare in superficie? Se negli ultimi anni l’industria cinematografica ha fornito un’elevata quantità di film trattanti questo argomento, spesso di infima qualità, è doveroso ricordare che l’elemento marino connesso al mostruoso popola la letteratura sin dall’antichità: esempi famosi sono la balena Moby Dick e la piovra gigante in Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne. Questa tradizione, mescolata alle testimonianze dirette, delle quali al giorno d’oggi è complicato verificare l’attendibilità, è continuata per tutto lo svolgersi della storia e, per certi versi, continua fino ai nostri tempi.

Uno dei mostri marini più famosi, e dei quali esistono più testimonianze, è il gigantesco serpente di mare: corpo allungato, che può raggiungere una lunghezza che varia tra i dieci e i trenta metri, coda di pesce, colore scuro oppure verdognolo, occhi iniettati di sangue e bocca sporgente, dalla quale fuoriescono lunghe zanne. A seconda della leggenda che si racconti, queste creature sarebbero in possesso di un potente veleno, oppure sarebbero in grado di sputare fuoco o di lanciare scariche elettriche, come fossero gigantesche anguille. Tra le più celebri rappresentazioni mitologiche di questi serpenti mostruosi vi sono il dio norreno Jormungandr, salito agli onori della ribalta con la recente saga video ludica di God of War, i mostri greci Scilla e Cariddi, descritti nell’Odissea e situati nello stretto di Messina, la dea babilonese del mare Tiamat, gli egizi Mehen e Apophis, esempi di divinità positiva e negativa, e, ovviamente, il Leviatano, creatura presente nella religione ebraica e cristiana come rappresentazione del caos e della tempesta marina: è il versetto della Bibbia, nella Genesi 1.21, a recitare “Dio creò i mostri marini” . Se già in epoca romana, invece, si trovano testimonianze di esseri dal corpo allungato che inseguivano le navi, queste si sono fatte molto frequenti nel corso degli ultimi due secoli.

Nel 1845 due pescatori al largo della Nuova Scozia scorsero una creatura lunga più di venti metri che ondeggiava nell’acqua; negli anni immediatamente successivi all’avvistamento si susseguirono racconti di attacchi a più imbarcazioni perpetrati da una misteriosa creatura con una gobba coperta di crine, scaglie scure sul dorso e pelle giallastra sul ventre.

Nella stessa area, nel 1883, dei militari videro sporgere fuori dall’acqua una testa simile a quella di un serpente, lunga circa due metri. La creatura si muoveva con rapidità, tanto che non fu possibile vedere il corpo per intero: collo largo quanto un tronco, dal colore marrone scuro con strisce bianche e irregolari, i militari dichiararono che in base ai loro calcoli la bestia avrebbe dovuto misurare almeno trenta metri. Ancora, nel corso della Prima Guerra Mondiale la vedetta della Hilary, una nave mercantile armata, avvistò al largo dell’Islanda una grande forma scura in superficie. Temendo che si trattasse di un sommergibile nemico, il capitano diede l’ordine di attaccare, ma, prima che i marinai potessero mettere in pratica il comando, dalle acque fuoriuscì la testa di una creatura serpentiforme che venne descritta come quella di una mucca senza orecchie.

Il 5 luglio 1976, invece, Eisner Penny, di Cape Sable Island, vide un’enorme creatura con occhi iniettati di sangue e due grandi zanne, con corpo bitorzoluto e coda verticale, passargli accanto alla poppa della barca.

La testimonianza più importante e famosa, però, resta quella del fotografo Robert Le Serrec che, il 12 dicembre 1964, nel corso di un’escursione nella baia di Stonehavern Bay, in Australia, assieme alla moglie e un amico di famiglia, notò una creatura misteriosa, lunga circa nove metri e con capo molto grande, nuotare sotto la barca. Il fotografo e la moglie si immersero con una cinepresa, nel tentativo di riprendere l’animale da vicino, ma questi si dileguò subito. Le Serrec descrive comunque la creatura come priva di pinne e squame, dalla pelle liscia e nera, con striature di marrone. Cosa ancora più importante, il fotografo sarebbe riuscito a scattare una fotografia da sopra la superficie dell’acqua, oggi facilmente reperibile online, che testimonierebbe l’esistenza della bestia. Se sono numerosi i criptozoologi che considerano veritiera quest’immagine, tuttavia, alcuni pensano che in realtà sia stata manomessa o appositamente preparata: è il caso dello zoologo belga Bernard Heuvelmans, secondo il quale la creatura era fatta da sacchi neri di plastica accuratamente disposti, oppure del paleontologo inglese Darren Naish e del criptozoologo Loren Coleman, secondo i quali sarebbero ciò che si vede nell’immagine non sarebbe altro che un branco di pesci o un groviglio di alghe scure.

Non vi sarebbero, insomma, alcune prove concrete relative all’esistenza o meno di questi misteriosi mostri marini, ma soltanto delle testimonianze, dirette e non confutabili, riguardo l’avvistamento di giganteschi serpenti o simili. La teoria più plausibile, come precisato in apertura di articolo, è che non è possibile fornire una risposta certa: l’unica cosa che mi sento in potere di affermare è che là sotto, nelle profondità abissali, esiste senza dubbio alcuno un qualcosa del quale non siamo a conoscenza. Mostri marini? Serpenti mastodontici con occhi iniettati di sangue? Chissà... Forse un prossimo avvistamento saprà darci risposta.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]