N. 3 - Marzo 2008
(XXXIV)
IL MIO GESù
DALL'ALMANACCO DEL BIBLIOFILO
di Arturo Capasso
Cento lire. Pagai cento
lire La vita di Gesù di Renan, edito dalla
Universale Economica nel 1949. Lessi le centosessantotto
pagine tutto d’un fiato e da allora il mio approccio
verso il fondatore del cristianesimo è cambiato.
Mi sono portato dentro una
immagine molto diversa da quella che fino a quei
giorni era impressa nel mio animo. Ebbi - da quel
momento – un amico, un Uomo particolare, che avrei
tenuto sempre presente, in qualsiasi circostanza.
Nel 1861 Ernest Renan
completa la prima stesura de La vie de Jésus.
L’anno successivo è nominato professore al Collegio di
Francia. Il 22 febbraio tiene la sua lezione inaugurale,
che rappresenta il punto di arrivo delle sue ricerche.
Per
lo studioso bretone,
infatti ,Gesù va considerato alla stregua di un “uomo
incomparabile”; la risposta dei conservatori non si fa
attendere e il corso è sospeso; nel giugno del 1864
lascia il Collegio. Tuttavia le sue convinzioni non lo
faranno recedere, non ci saranno mai ritrattazioni.
“Il rozzo stato, in cui
giace da noi…chi non ha frequentato le scuole, era
ignoto a quelle società, nelle quali la cultura morale e
lo spirito generale del tempo venivano trasmessi
dall’incessante contatto degli uomini. L’arabo che non
ebbe maestro, è tuttavia spesso compitissimo uomo;
poiché la tenda è una specie di scuola sempre aperta,
ove, dall’incontro di persone bene educate, nasce un
vivo moto intellettuale e anche letterario. La
squisitezza delle maniere e l’acutezza dell’ingegno non
hanno nulla in comune in Oriente con ciò che noi
chiamiamo educazione…In società simili l’ignoranza, che
presso di noi degrada l’uomo, è la condizione della
forte originalità e delle grandi cose.”
E l’insegnamento di Gesù
si racchiude in poche righe, profonde ed essenziali:
“Se qualcuno ti percuoterà
sulla destra guancia, presentagli anche l’altra. A chi
vuole muoverti lite per la tua tonaca cedi anche il
mantello. Se il tuo occhio destro ti scandalizza, cavalo
e gettalo lungi da te. Amate i vostri nemici, fate del
bene a coloro che vi odiano; e pregate per coloro che vi
perseguitano. Non giudicate e non sarete giudicati.
Perdonate e vi si perdonerà. Siate misericordiosi…E’
maggior ventura il dare, che il ricevere. Chi si
esalterà sarà umiliato; e chi si umilierà, sarà
esaltato”.
Nel 1958 giunsi a
Stoccolma. Avevo una fistola alla gamba, che già a
Copenaghen mi faceva male. La febbre ed il gonfiore mi
convinsero ad andare in ospedale. Era un vecchio
edificio nel cuore della città, dove operava il famoso
professore Olivekrona. Mi dissero che avrebbero dovuto
anestetizzarmi e procedere all’incisione. Iniziò così il
mio viaggio. Ero su una collina, mi sembrava il Golgota;
sul monte c’erano due uomini vecchi con lunga barba. Uno
era Gesù, l’altro Marx. Gesù mi disse: “ Tu devi cercare
di fondere le due dottrine, voglio un comunismo
cristiano, con la falce e la croce. Questa è la tua
missione, non dimenticarlo”. Ero fiero di essere stato
scelto, mi dichiaravo d’accordo e ben disposto. Tra
l’altro, a Londra avevo comprato il libro del gesuita
Martin D’Arcy Communism and Christianity , nel
quale si trattava lo stesso argomento.
Gesù mi convocò dopo
alcuni decenni: “Allora, cosa hai fatto in tutti questi
anni?”
“Lo sai benissimo, perché
me lo chiedi?”
“Hai ragione, diciamo
allora: perché non hai fatto quello che ti chiesi?”
“Anche a questa domanda
potrei rispondere che tu lo sai, ma non c’entra. So bene
che c’era e c’è il libero arbitrio e che quindi è colpa
mia se non ho agito come avrei dovuto. All’inizio ero
pieno di entusiasmo, mi preparai a dovere, frequentai
chiese, gruppi, scrittori, poveri cristi. Era difficile
unire la falce e la croce. Quelli che avevano la falce
erano costretti a tenersi il martello. Soffrivano,
tiravano a campare; l’unica speranza per loro – dicevano
- era che l’albero non cresce fino al cielo. E quelli
che vivevano all’ombra della croce non volevano sentire,
si erano persi strada facendo”.
“Questo, questo era il tuo
compito: la forza di una falce e l’idea di una croce.
Certo, non era semplice, ma dovevi provarci”.
“Gesù, non esageriamo. Io
ho cercato, anche se poi ho cercato sempre meno…”
“E poi?”
“E poi ho perso il
sentiero, sono andato per strade che non portavano da
alcuna parte. Ogni volta mi chiedevo: dove vado? Ma il
quesito me lo ponevo sempre più raramente. E fu la
fine”.
“Bravo, Arturo. Anzi
malissimo. Vuoi riprovarci?”
“Gesù, devo esserti
sincero? Con il peso degli anni, con gli acciacchi,
senza più entusiasmo e con tanti pensieri, non me la
sento”.
Qualche anno fa ho
ricevuto - presso il mio vecchio indirizzo - una
lettera dall’Australia: “Caro Arturo, è con 42 anni di
ritardo che ti ringrazio di essere stato una guida
esperta ed amichevole per il nostro gruppo di Parigi
dell’aprile 1958, durante il viaggio in Italia…”Sulla
busta di quella lettera c’erano tre francobolli: Due
erano riservati alla natura, con alberi e rane, il terzo
ad una certa suor Faustina. Sullo sfondo - benedicente –
l’immagine di Gesù, identica a quella di Stoccolma,
dello stesso 1958.
“Visse allora un individuo
eccezionale che, con la sua audace iniziativa e con
l’amore che seppe ispirare, creò l’oggetto e fissò il
punto di partenza alla futura fede dell’umanità”.”La
delicatezza di sentimento che elevò Giovanni Battista,
Gesù e San Paolo oltre i concetti razziali non esisteva
ancora; per una strana contraddizione i convertiti
venivano poco apprezzati ed erano anzi trattati con
disprezzo. Ma l’idea di una religione esclusiva, l’idea
di qualcosa al mondo che stia al disopra della patria,
del sangue e delle leggi, l’idea che creerà gli Apostoli
e i martiri era ormai fondata”. “Egli ha fatto fare alla
religione un tale passo avanti che la storia non ne può
contemplare un uguale, né forse ne contemplerà mai”. Il
messaggio di Renan è preciso: “Collochiamo dunque sulla
più alta vetta della grandezza umana la persona di
Gesù”. In Contra mores pubblicato nel 1971 ho
scritto: Il problema centrale / L’individuo / Esiste /
Opera / Gesù / Il più grande uomo / Le sue leggi / Una
contraddizione coi tempi / Contro tutti i tempi / Le sue
risposte / Il suo comportamento / Contro ogni logica /
Weltanschauung nuova / Socrate / Un esempio / Uno
spiraglio.
“Al tempo di Gesù questa
provincia contava tra i suoi abitanti un gran numero di
non giudei ( fenici, siri, arabi e anche greci). In
questi paesi misti capitavano frequentemente conversioni
al giudaismo. Non è dunque possibile sollevare qui una
questione di razza e investigare quale sangue scorresse
nelle vene dell’uomo che ha contribuito più d’ogni altro
a cancellare le distinzioni di razza nell’umanità. Egli
proveniva dal popolo…Era quasi inutile il privilegio del
ricco dato che il vivere semplicissimo di quei paesi non
lasciava avvertire la necessità del confortevole: così
tutti si trovavano in condizioni di povertà volontaria”
. Fu sempre estremamente coerente: “non abbandonò mai la
sua sdegnosa povertà”.
Già, a che vale essere
ricco, se poi rimani povero? Potresti rispondere che è
una domanda di poco o alcun interesse; coi tempi che
corrono, anzi che volano, vale sempre più apparire e
perciò occorrono vagonate di euro. Pensi a costruirti -
quando sei ancora giovane e ti senti di conquistare il
mondo – una solida base economica, un sistema di vita
alla moda ed opportuni rapporti sociali. Potresti
obiettare: “Anche se così fosse, che c’è di male?”
Sei passato attraverso una
giungla, non hai risparmiato piante arbusti animali che
potevi risparmiare e che imploravano il loro diritto
alla vita. E’ stato, il tuo, un procedere con un carro
armato, forte, spietato. Senza quel metodo – per altro
sempre più comune – non saresti andato molto lontano.
Bene, ora sei ricco, molto ricco, ma non ti sei accorto
che man mano diventavi sempre più povero.
“Come sarebbe a dire? Dove
vuoi arrivare?”
Soffocavi sempre più
quella piccola fiamma che pure avevi dentro di te; non
volevi più sentirla, non la sentisti più. Si creò
attorno a te un cerchio di persone che ti cercavano ed
erano orgogliose di averti fra loro, con loro. Ma un
altro cerchio si stava stringendo inesorabilmente. A
volte, dopo esaltazioni fittizie, ti arrivava alla gola,
non potevi respirare. Gesù non ti ha insegnato nulla?
Renan ti prende per mano e
ti fa amare il suo protagonista: “L’amabilità del suo
carattere, congiunta ad uno di quei bellissimi volti che
s’incontrano a volte nella razza ebrea, irraggiava
intorno un fascino, cui ben pochi, tra quelle
popolazioni amorevoli e semplici sapevano sfuggire”. E
lo vedi nei luoghi a lui tanto cari: “La Galilea era un
paese tutto verde, tutto ombre, ridentissimo, il vero
paese del Cantico dei Cantici, e delle canzoni del
prediletto. In marzo ed aprile, la campagna è un denso
cespuglio di fiori, dalle tinte incomparabilmente
decise. Vi crescono piccoli animali, ma di estrema
dolcezza…In nessun paese del mondo le montagne si
spiegano con più armonia ed ispirano più alti
pensieri”.
Finalmente, quando ormai
non ci contavo più, ho visitato il paese di Gesù.
E’ stata una visita pregna
di misticismo, con momenti particolari.
L’ ascesa al Monte Tabor
avviene con pulmini o con grosse autovetture. I
passeggeri salgono a sette per volta. Ora la strada è
asfaltata, ma restano pur sempre ventitré tornanti e la
fretta degli autisti mette ansia e spavento. Quando si
faceva ancora il vecchio percorso – delimitato solo da
qualche bidone – un auto con sacerdote a bordo prese il
volo e i due occupanti morirono. Ma non finì qui; i due
si presentarono a San Pietro e il sacerdote gli disse di
essere molto sorpreso del trattamento a lui riservato,
ben diverso da quello dell’autista. Chiese allora – con
tutta l’umiltà che la circostanza imponeva - il motivo.
La risposta fu immediata e perentoria: “Vuoi mettere?
Almeno lui faceva pregare i passeggeri, mentre tu
facevi addormentare i fedeli con le tue lunghe inutili
prediche”. Dopo qualche settimana ci fu un altro
decesso, quello di una pellegrina, non si capì se per
l’emozione della salita o per la grande commozione del
momento particolare. Il marito si era rassegnato ai
suoi frequenti viaggi in Terra Santa. La pia donna
conservava con accanimento tutti i risparmi e, appena
si presentava l’opportunità, partiva.
Durante l’ultimo viaggio
l’uomo riceve una telefonata da Gerusalemme. Gli
comunicano che la moglie è morta e vogliono istruzioni
per l’invio della salma. Risponde subito che gli sembra
giusto seppellirla a Gerusalemme, perché la buona anima
era molto devota di quei luoghi. Ma richiama al mattino,
all’alba. Dice che ci ha pensato tutta la notte e
comunica la sua decisione: “E’ meglio se la rimandate
qui. Dalle vostre parti ogni tanto risorge qualcuno;
meglio essere sicuri”.
Nazareth. La città vecchia
è un riscontro alla storia di insediamenti alterni e
relative sovrapposizioni. Ciò avviene anche per la
Basilica dell’Annunciazione, dove i Cavalieri delle
Crociate hanno lasciato tracce profonde. In un batter
d’occhio si passa dalla vita nella grotta all’abbraccio
verso tutti i popoli, rappresentati con affreschi,
mosaici, sculture.
Gerusalemme. E’ l’alba.
Dalla Moschea di Omar si alza il primo canto del giorno
verso un cielo limpido. Si uniscono altri canti che
provengono da tutti i minareti. La preghiera dell’uomo,
le tre religioni monoteiste. Sembrano frasi fatte, ma
bisogna venire in Terra Santa per rendersi conto
dell’esistenza e coesistenza di tre realtà. Capita
spesso, fermandosi, di vedere sulla sinistra una chiesa
greco-ortodossa con le tipiche cupole a cipolla, al
centro una moschea e sulla destra un’altra chiesa o una
sinagoga.
Nei secoli passati c’era
la supremazia di un popolo sull’altro, con la
conseguenza di voler affermare anche la propria
religione. Tutti i passaggi di amore e di odio sono qui
ampiamente testimoniati. Pace, l’unica arma vincente è
la pace. Coesistenza e dignità per tutti.
Fiume Giordano. Enormi
eucalipti sorgono lungo la riva, mentre i raggi del sole
filtrano attraverso lunghi rami protesi verso il fiume,
creando una magica atmosfera. Ecco il fiume Giordano,
nel quale Giovanni battezzò Gesù. Anche qui vengono
pellegrini da tutto il mondo. Ti trovi fianco a fianco
con polinesiani, indiani, africani, tutti desiderosi di
rinnovare il rito del battesimo. I più attivi sono i
greco-ortodossi, che sostituiscono i propri indumenti
con lunghi abiti bianchi. Gli uomini fanno crocchio
dall’altra parte della riva e restano immersi per metà
del corpo; si chiamano per nome ad alta voce, cantano,
scherzano, si scambiano spruzzi d’acqua.
Monte delle Beatitudini.
Certo, la salita su questi monti dovrebbe essere fatta a
piedi, con spirito di sacrificio, ma anche con l’intima
gioia di andare sempre più in alto e vedere il paesaggio
mutare lentamente. C’è il fruscio leggero del vento sui
cardi dai mille colori, che stanno di fronte a te, fra
il cielo e il lago di Tiberiade. Quante volte avevo
ascoltato questi nomi, ancor prima che li studiassi sui
libri di storia e geografia. Ripetuti con forza
mnemonica, quasi si pensava che appartenessero ad un
mondo lontano, del tutto finito. Ora sei qui, vedi
questi luoghi, puoi restare - tutto solo –a contemplare
e meditare. Beati i poveri di spirito, coloro che
piangono, i mansueti, quelli che hanno fame e sete di
giustizia, i misericordiosi, coloro che hanno il cuore
puro, i pacifici, i perseguitati. Renan scrive: “Il suo
predicare era mite e soave, tutto pieno della natura e
del profumo dei campi. Egli amava i fiori, gli uccelli,
il mare, le montagne”. E finirà la sua ricerca
appassionata con questo pensiero: “Gesù non sarà
superato. Il suo culto ringiovanirà continuamente, la
sua leggenda strapperà lagrime senza fine; i suoi
patimenti commuoveranno i cuori migliori, tutti i secoli
proclameranno che tra i figli degli uomini non ne è nato
mai uno più grande”. Ricordo ancora il giorno in cui
comprai quel libro su una bancarella a via Foria,
uscendo dal liceo scientifico “ Vincenzo Cuoco”.
Da quel momento Gesù è
stato per me un continuo punto di riferimento, forse
l’unico. Quante volte avrei voluto tirare calci
sacrosanti e invece ho allungato la mano per una
carezza; quante volte avrei voluto piantare tutto e
tutti e invece mi sono messo la croce sulle spalle e
sono andato avanti, pensando alla dignità di uomo e al
suo esempio.
La visita al Sepolcro di
Gesù suscita profonda emozione. La coda è lunghissima,
tutti spingono. I sacerdoti, i Cavalieri del Santo
Sepolcro, le vecchiette super attive e furbette; solo i
giovani rispettano tutti. A quattro per volta si
scendono i pochi scalini, si procede abbassando il capo.
Ecco, sei lì.
Tu solo con il Cristo, che
è morto anche per te. E solo questo conta. Non puoi
dirgli tutto quello che tieni dentro e in pochi secondi
fai una scelta di priorità.
Cosa è successo in questi
luoghi attraverso i secoli, i millenni? Hanno avuto
sempre un richiamo particolare – unico – per nuove
religioni, per abbattere quelle già presenti. Invece di
trovare un accordo e stringersi la mano, o meglio
inchinarsi e alzare tutti insieme le braccia al cielo,
si è pensato di adoperare la propria intelligenza per
distruggere l’altro. Che fare? Come dobbiamo agire?
Bisogna fare del bene, sempre e comunque, aiutare il
prossimo, vivere secondo virtù. Ma queste azioni non
sono e non devono essere una polizza di assicurazione
per il futuro regno dei cieli. Con le buone azioni non
si stacca alcun biglietto per un mondo futuro felice.
Questo è l’unico mondo. E’ qui che si arriva per crucem
ad lucem. Solo qui, dentro di te, dentro di me.
E questo, che significa?
Essere cristiano? Non lo so, non lo voglio sapere. |