[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

165 / SETTEMBRE 2021 (CXCVI)


arte

Mama, ya doma
una madre coraggiosa e la ragione di Stato

di Leila Tavi

 

Мама, я дома (Mama, ja doma) è un film del regista e attore russo Vladimir Bitokov (Владимир Артурович Битоков), presentato nella sezione Orizzonti Extra della 78. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

 

 

Racconta il dramma surreale di un’autista di autobus di linea, Tonja (Tопя), interpretata in modo convincente e con patos da Ksenija Rappoport (Ксе́ния Алекса́ндровна Раппопо́рт), che vive a Nal'čik (Нальчик) nel Caucaso, alla quale un giorno le autorità locali comunicano che suo figlio Ženja (Женя), contractor in Siria, è stato ucciso durante un combattimento. Il suo corpo sembra sia esploso, non c’è più nulla di lui da riportare in patria.

 

Il giorno delle sue esequie con rito ortodosso nella bara del figlio di Tonja giace il bomber del ragazzo. Alla madre è comunicato che si è scelto quell’oggetto simbolico per rappresentare l’unico effetto personale rinvenuto alla famiglia.

 

Perché non mettete una birra, che mio figlio adorava, nella bara? Perché fate un funerale ortodosso quando mio figlio era musulmano? Con queste parole di sfida al sistema pronunciate da Tonja, inizia la sua battaglia per riavere il corpo di suo figlio. Rifiuta addirittura un risarcimento dalla polizia locale, cosa che fa irritare il suo ex marito, che invece vorrebbe prendere i soldi e chiudere la questione.

 

Tonja intraprende una sfida coraggiosa nei confronti dei gangli della burocrazia dell’esercito russo, che non riconosce il figlio di Tonja come soldato che è morto per la patria. Si tratta di un mercenario e, pertanto, considerato un civile che è morto in un’area di crisi.

 

L’umile autista non si lascia intimidire dalle minacce, sciopera occupando l’autobus che guida a oltranza, persino ostacolando i lavori di ristrutturazione di un palazzo storico in rovina dove ha soggiornato Stalin che il comitato di benvenuto del sindaco vuole rimettere a nuovo per un’importante delegazione da Mosca. Ricorda l’estenuante lotta per rendere giustizia alla figlia stuprata e uccisa di Mildred Hayes (Frances Louise McDormand) in Three Billboards Outside Ebbing, Missouri di Martin McDonagh.

 

Nel film russo, però, troviamo un effetto sorpresa surreale, una sera Tonja torna a casa e ad aspettarla non ci solo l’altra figlia con suo nipote, che è muto a seguito di uno shock riportato dopo che bambini più grandi di lui lo hanno gettato nel fiume, l’abbraccia un ragazzo sconosciuto (Ю́рий Алекса́ндрович Бори́сов), che sostiene di essere suo figlio ritornato dalla Siria. «Мама, я дома», le sussurra, mamma sono a casa. A questo punto il film alterna il dramma alla satira e al thriller psicologico, ricordando a tratti Changeling di Clint Eastwood. Tra Tonja e il presunto figliol prodigo si instaura un ambiguo rapporto di disprezzo e diffidenza, ma che lentamente si trasforma in comprensione, solidarietà e complicità non tra madre e figlio, ma tra uomo e donna.

 

Mama, ja doma è il secondo film del giovane Vladimir Bitokov, diplomato al laboratorio di Aleksandr Sokurov (Алекса́ндр Никола́евич Соку́ров) nella Cabardino-Balcaria (Кабарди́но-Балка́рская Респу́блика), Caucaso, dove anche il film è ambientato.

 

Oltre alla storia personale raccontata dal film, va ricordato che dal punto di vista delle relazioni internazionali l'intervento militare a sorpresa della Russia in Siria, che è lanciato il 30 settembre 2015, ha rappresentato un importante obiettivo strategico-militare di Mosca, che ha mutato le relazioni della Russia con i diversi attori globali e regionali coinvolti, in varia misura, in Siria: gli Stati Uniti, in primis, ma anche l'Iran, la Turchia, gli Stati del Golfo, l'Egitto e Israele.

 

L’intervento militare in Siria ha rappresentato, inoltre, una sorta di show-off della forza e dell'equipaggiamento militare modernizzato delle truppe russe. Nel giro di poche settimane, la Russia è riuscita a far pendere la bilancia delle forze nel teatro siriano a favore del regime di Assad, nonostante le sue risorse militari relativamente limitate, che consistono in diverse decine di aerei da combattimento, una nuova base aerea a Khmeimim, nella provincia di Latakia, combinata con la struttura di supporto navale a Tartus, e lo spiegamento dei sistemi di difesa terra-aria S-300 e S-400.

 

Il teatro di guerra siriano ha visto, infine, l’intervento di nuove e diverse forze di spedizione impegnate sul fronte che combattono accanto alle forze armate regolari russe, ovvero le Forze Aerospaziali (VKS - Воздушно-космические силы Российской Федерации) e la Marina, la Voenno-morskoj flot o VMF (Военно-морской флот).

 

La Siria rappresenta il primo vero campo di battaglia in cui la Federazione Russa ha, in modo coordinato e su larga scala militare, schierato e attivato un contingente di forze di spedizione, tra cui le Forse Speciali (SSO - Силы специальных операций) e diverse altre categorie come gli Specnaz (Cпецназ); la polizia militare di recente creazione (VP - Военная полиция России); consulenti e personale tecnico, così come "volontari", i contractor e altri paramilitari, che lavorano per conto di società militari private (i PMC del gruppo Wagner - ЧВК Вагнера). Tra di loro molti sono veterani delle due guerre cecene e dei conflitti georgiano e ucraino, così come un numero significativo di combattenti musulmani sunniti del Caucaso del Nord, che nella maggior parte dei casi provengono dalle forze armate di Ramzan Kadyrov (Рамза́н Ахма́тович Кады́ров), il capo della Repubblica cecena. Alcune forze sono state utilizzate in Siria fin dal luglio 2015, due mesi prima dell'entrata ufficiale della Russia nel conflitto siriano. Con l'intensificazione della presenza militare della Russia in Siria a fine agosto/inizio settembre 2015, il numero di truppe militari e paramilitari russe sul campo è cresciuto in modo esponenziale.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]