[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

162 / GIUGNO 2021 (CXCIII)


attualità

USO E ABUSO DEL LINGUAGGIO

TRA HATE SPEECH, TROLLING, CYBERBULLISMO E FAKE NEWS

di Giovanna D’Arbitrio

 

Le parole sono importanti” asseriva Nanni Moretti nel film Palombella Rossa e partendo da tale concetto il libro di Lorenzo Pregliasco Il Crollo. Dizionario semiserio delle 101 parole che hanno fatto e disfatto la seconda repubblica, analizza “termini e formule sopravvissuti alla prima Repubblica per riemergere nella seconda e – crollo permettendo – per prepararsi alla terza. Una guida agile, in cui i tormentoni dell’ultimo ventennio, spiegati nella loro nascita e nelle loro evoluzioni, raccontano meglio di tanti trattati la nostra politica e i nostri politici” (come si legge nella presentazione del testo).

 

Senza dubbio oggi predomina la cosiddetta “politica d’immagine, ricca di slogan e immagini persuasive e parole forti che s’imprimono con forza nella memoria. David Levi Strauss nel suo libro Politica della Fotografia (Between the Eyes. Essays on Photography and Politics) analizza il rapporto tra i sistemi di potere e quelli di produzione d’immagini che vengono manipolati ad hoc per vari obiettivi.

 

Nell’introduzione al libro, inoltre, John Berger afferma che il caos estremamente tirannico e pervasivo nel quale siamo costretti a vivere, riduce tutto a una versione “virtuale” della realtà da cui si trae una fonte infinita di profitti. La politica, insomma, sta diventando spettacolo e lo show ha bisogno di attori e attrici, pronti alla recita.

 

Quindi tra immagini e parole il gioco è fatto! Tutto ciò mi è venuto in mente mentre consideravo l’uso e l’abuso del linguaggio che in qualche modo riflette gli aspetti negativi della nostra epoca decadente, paragonabile quasi a una nuova età dei Barbari.

 

Raffaella Petrilli, nel suo libro Hate Speech, esaminando il linguaggio d’odio, che sembra essere divenuto tipico dei discorsi politici, osserva che se la forza del linguaggio sta nel costruire relazioni tra persone, il linguaggio d’odio punta invece a costruire l’esclusione dell’altro, mediante l’aggressione o eliminazione del “diritto di parola”. Il libro è scaturito dalla ricerca promossa dall’Accademia di Diritto e Linguaggio, istituita nel 2018 all’Università della Tuscia, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza dei fattori di crisi legati alle migrazioni e al multiculturalismo che si manifestano oggi in Europa.

 

Non dimentichiamo inoltre bullismo, cyberbullismo che imperversano nelle scuole e il cosiddetto trolling che abbonda sui social: a quanto pare il 13% è stato vittima di trolling, cioè di messaggi provocatori, irritanti, falsi con lo scopo di disturbare provocare.

 

Sono i dati emersi dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo sul tema “Diffusione, uso, insidie dei social network”, condotta a gennaio 2017 su un campione di 2.182 persone, rappresentativo dei giovani italiani di età 20-34 anni: il 37,7% degli intervistati ha avuto esperienza indiretta di trolling, il 13% un’esperienza diretta e il 9,3% dichiara di esserne stato anche responsabile. Nel 60,8% dei casi la vittima ha bloccato l’utente senza replicare alla provocazione, il 51,2% ha provato a rispondere al messaggio in modo educato, il 49,4% delle vittime ha anche dichiarato di aver usato lo stesso tono aggressivo.

 

Molto interessante si è rivelato l’incontro svoltosi martedì 8 giugno 2021, in diretta sulla pagina FB di Bergamonews, dove Michela Marzano ha trattato il tema “libertà di parola e hate speech”, per definire il confine tra libertà di espressione e istigazione all’odio. L’incontro è stato organizzato da Politeia, l’associazione bergamasca nata con l’obiettivo di promuovere una maggiore e qualificata presenza delle donne in politica.

 

Senza dubbio un tema molto caro a Bergamonews che già nel 2017 aveva firmato il manifesto di Parole Ostili, la prima community in Italia contro l’odio in rete, con l’obiettivo di far riflettere sull’influenza delle parole nella società e sull’importanza di sceglierle con cura, combattendo negli anni contro fake news, hate speech, trolling.

 

Nel corso dell’intervista, moderata dalla giornalista di Bergamonews Lucia Cappelluzzo, è stato affrontato il tema della libertà di opinione da un punto di vista storico-filosofico e il confine tra la libertà di espressione e le parole d’odio, in particolar modo nei social.

 

Un incontro davvero coinvolgente in cui Michela Marzano, direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali (SHS - Sorbona) come docente Ordinario di Filosofia morale presso l’Università Paris Descartes, dialogando con Lucia Cappelluzzo, ha espresso chiare e precise idee in merito, citando anche episodi tratti dalla sua esperienza personale o dalla realtà attuale.

 

Fin dall’inizio ha tenuto a differenziare il violento e spesso becero linguaggio d’odio dalla libertà di espressione e di opinione che sono ben altro. Per fortuna in Paesi democratici, come l’Italia, tali libertà sono garantite da una buona Costituzione contro ogni tentativo di regime dittatoriale, anche se vanno sempre difese da eventuali attacchi in agguato.

 

Con il termine hate speech di solito si indicano espressioni e frasi usate per deridere, disprezzare, mostrare ostilità verso individui o gruppi sociali, presi di mira in base a razza, religione, genere, orientamento sessuale, disabilità e quant’altro. Lo hate speech si è diffuso purtroppo anche in politica e in particolare sui social dove per mancanza di opportuni filtri abbondano spesso insulti razzisti, commenti sessisti, attacchi omofobici, disprezzo per ogni tipo di diversità.

 

Comunque appare necessario difendersi denunciando, ma per farlo occorrono leggi come quelle contenute nel DDL Zan, nato per iniziativa del deputato PD Alessandro Zan (approvato alla Camera il 4 novembre e ora all’esame della commissione Giustizia del Senato). Esso prevede in effetti (con quattro modifiche alla già esistente normativa) l’estensione dei reati d’odio e violenza legati a razza e religione anche a chi discrimina omosessuali, transgender, donne, disabili.

 

Michela Marzano ha inoltre opportunamente messo in rilievo il ruolo di scuola e insegnanti nel lottare contro bullismo e cyberbullismo, poiché appare sempre più evidente il bisogno di educare i giovani al rispetto degli altri in quanto esseri umani, al di là di qualsiasi diversità. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]