N. 3 - Agosto 2005
LIBERTA'
PERSONALI E DIRITTO ALLA SICUREZZA
Le
misure straordinarie adottate in Gran Bretagna dopo il
7 luglio
di Leila
Tavi
Il mondo occidentale è
scosso per gli ultimi attentati di matrice islamica a
Londra e a Sharm el-Sheik, ma non dobbiamo dimenticare
il caso del giovane di origine brasiliana, Jean
Charles de Menezes, ucciso nella metropolitana
londinese dalle forze dell'ordine.
Il giovane elettricista
di origine brasiliana aveva solo 27 anni e viveva
legalmente nella capitale britannica da tre anni. Jean
Charles de Menezes si è trovato nel posto sbagliato al
momento sbagliato.
Ian Blair, capo della polizia
londinese, si è scusato la domenica successiva
all’uccisione del ragazzo con i familiari: non si è
fermato all’alt intimato dagli agenti; portava un
pesante mantello in una giornata calda; usciva da una
palazzina sorvegliata.
La versione ufficiale?
Jean da straniero immigrato che non ha studiato
l’inglese non è riuscito ad afferrare il senso del
comando. E´ opportuno ricordare che gli agenti con
licenza di uccidere nei sottopassaggi di Stockwell
erano in borghese. Cosa avreste fatto voi se
all’improvviso vi foste trovati tre uomini armati non
ben identificati corrervi dietro?
Con la delinquenza di
oggi e in una città dove fino a ieri i bobby
giravano disarmati e con tanto di uniforme blu e
cappello bianco, cosa avreste pensato? Jean Charles
forse non ha neanche avuto il tempo di pensare; il
brasiliano aveva vissuto a lungo negli slumb di
São Paulo, dove in abiti civili vanno in giro armati
solo i delinquenti. Jean sicuramente non voleva farsi
derubare.
E' finito freddato con 5 colpi in
un vagone in corsa davanti agli altri viaggiatori,
come da copione di un qualsiasi action movie.
Nel quartiere di Stockwell, abitato prevalentemente da
comunità di brasiliani e portoghesi, la gente è
adirata; la polizia ha agito con leggerezza. L’errore
potrebbe essere stato a monte, nella scelta della
palazzina da sorvegliare in Tulse Hill, Londra Sud: un
errore di spelling, uno scambio di vie, o un
numero civico per un altro.
Gli attentati di Londra
del 7 luglio, seguiti a breve dai falliti attentati
del 21 luglio, sono stati tragici quanto più inattesi.
Nessuno vuole giustificare un fanatismo celato da
un’ambigua guerra santa, ma è barbarie anche questa,
una barbarie che non ha neanche un fondamento del tipo
“gli sfruttati si ribellano agli sfruttatori”.
Nonostante le forti critiche la politica dello
shoot- to- kill di Scotland-Yard prosegue.
Il ragazzo brasiliano
ucciso è stato scambiato probabilmente per un
Sudasiatico, come vengono chiamati gli originari della
penisola indiana, un Pakistano magari. Proprio in
Pakistan il premier,
Shaukat Aziz,
ha annunciato ieri di voler cacciare dalle scuole
tutti i ragazzi mussulmani, ma non è una storia già
sentita?
Hitler voleva dagli ebrei oro, Bush petrolio
dagli arabi.
E' barbarie lasciar
morire un ragazzo per il colore della pelle; è
barbarie impedire di portare un velo a una donna;
lasciate piuttosto che siano loro a rifiutarsi di
portarlo, l’imporre di non portarlo non serve certo
alla causa dell’antiterrorismo e inasprisce ancora di
più gli animi perché segno di intolleranza. Vogliamo
mettere il burqua sullo stesso piano della
stella di Davide?
Devo pensare che in futuro anche
portare un nome arabo potrebbe essere causa di
discriminazione?
Agenti della CIA vagano
tra il Marocco e il Sudan alla ricerca di cellule di
Al-Qaida, mentre in Occidente si parla già di
controlli biometrici, di impronte digitali e di chip
sottocutanei.
Ma queste estreme misure di sicurezza
oltre a gettare al vento secoli di conquiste per le
libertà civili, renderanno la sicurezza dei cittadini
ancora più a rischio. In una società dove la
corruzione non è mai stata debellata e i criminali
comuni utilizzano ormai le più sofisticate
tecnologie, possiamo aspettarci una massiccia
offensiva di falsi high-tech molto presto.
Sarà possibile
controllare la gente comune a vista e 24 ore su 24,
saremo tutti alla mercé di politici e di “addetti
alla sicurezza” corrotti. Nessun passaporto biometrico
avrebbe potuto fermare i bomber di Londra, di
cittadinanza inglese; Hamdi Hadus Issac, alias Osman
Hussain, ha attraversato Gran Bretagna, Francia a
frontiere chiuse e Italia, prima di essere arrestato a
Roma.
Quello che dovrebbe diventare il rimedio si
trasformerà presto in un’arma a doppio taglio: da una
parte controllati, dall’altra beffati. |