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N. 31 - Dicembre 2007

IL LEADER E IL POPOLO

Berlusconi (ri)scende in campo

di Stefano De Luca

 

Il 18 novembre scorso, nella cornice di piazza San Babila a Milano, l'ex primo ministro Silvio Berlusconi ha dichiarato, davanti a un gazebo allestito da Forza Italia che, in tutta Italia, erano state raccolte 7 milioni di firme “per mandare a casa Prodi”.

 

Poi l’annuncio a sorpresa: “oggi nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo delle libertà, invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo, chiediamo a tutti di mettere da parte ogni timore ed ogni remora perché questo è quello che la gente vuole”.

 

Forza Italia” – ha dichiarato l’ex premier – “si scioglierà dentro questa nuova formazione politica”. La mossa avviene all’indomani della mancata spallatala governo Prodi e alla rottura con il leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini.

 

Un Berlusconi isolato all’interno della stessa Cdl è uscito dall’angolo con una mossa che significa un nuovo impegno politico, una nuova sfida dai contorni molto simili alla prima discesa in campo del 1994.

 

Berlusconi vuole riappropriarsi del rapporto diretto con la gente contro quelli che lui definisce “parrucconi della politica” e per questo ha lanciato i Circoli della libertà di Michela Vittoria Brambilla, la quale si è detta “orgogliosa del fatto che i miei Circoli della libertà siano stati l'avanguardia di questo grande progetto e proprio perché noi siamo stati i primi a crederci e a portarlo avanti io, in qualità di presidente nazionale, annuncio l'adesione del mio movimento a partito della libertà e al suo leader Silvio Berlusconi”.

 

L’èx premier vuole rafforzare i rapporti tra gli elettori e il partito anche facendo ricorso alle primarie: un’operazione, quindi, che è anche una risposta alla sfida lanciata dal Partito Democratico. È anzi proprio con la formazione leader del centro-sinistra che il Cavaliere intende instaurare un dialogo, convinto della convergenza di interessi tra i due partiti tanto quanto sembra esserlo Walter Veltroni.

 

Da San Babila Berlusconi ha dichiarato che “se l'altra parte avanzerà delle proposte o dirà di sì alle nostre proposte saremo lieti di trovare per il nostro Paese una direzione di svolta che arricchisca la democrazia, lo sviluppo e la libertà”. Un cambio di strategia netto seguito a mesi nei quali aveva chiuso ad ogni forma di dialogo con la maggioranza.

 

Berlusconi vuole porre fine “alla frammentazione dando vita al futuro della politica italiana” ed auspica che “aderiscano tutti, nessuno escluso perché adesso è importante dare vita a una nuova creatura protagonista della libertà e della democrazia dei prossimi decenni”.

 

Al di là dei toni solenni la creazione del nuovo soggetto politico è una risposta a Casini e Fini, rei di aver messo in discussione la sua leadreship alla guida del centro-destra. Veltroni crede che la mossa sia il riconoscimento che si è conclusa una stagione politica, un tempo era il centrosinistra che inseguiva nuove modalità di comunicazione, ora è Berlusconi che ci insegue, noi facciamo i gazebo e li fa anche lui, noi facciamo un nuovo partito e lo fa anche lui”.

 

Ma Veltroni sa che è un interesse comune approvare una riforma della legge elettorale che garantisca maggiore stabilità e riduca la frammentazione politica e la disponibilità di Berlusconi al dialogo può sbloccare la condizione di instabilità che ha caratterizzato la Seconda Repubblica per la disomogeneità e l’estrema frammentazione delle forze politiche dei due schieramenti.

 

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