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N. 12 - Dicembre 2008 (XLIII)

aRRIVANO I KRAMPUS
un inno alla mostruosità

di Laura Novak

 

Si avvicina Natale, per chi lo ama e anche per chi non lo ama.
Le tradizioni popolari, si sa, possono però avere risvolti sinistri ed inattesi, anche ora, in questo periodo completamente centrifugato dalla preparazione alla liturgia cristiana.

La tradizione vuole che nei tempi di carestia, alcuni giovani, travestiti con pelli e corna di animali, delle campagne dell’Austria, andassero durante il buio della notte a spaventare gli abitanti dei villaggi limitrofi, per derubarli di provviste e raccolti.

All’improvviso un traditore nel loro gruppo si rivelò: il Diavolo nella suo forma bestiale caprina.
Sconfitto il diavolo con l’intervento del vescovo Nicolò, i Krampus (dal termine Kramp in tedesco che significa artiglio) eliminarono la vena violenta delle loro azioni, conservando le loro macabre maschere per feste puramente tradizionali e divertimenti da parata di paese.

La festa tradizionale, che si svolge il 5 dicembre di ogni anno, a ricorrenza di San Nicolò, è festa non solo austriaca, ma anche slovena ed italiana.
Intrisa di significati mitologici ed esoterici, è tradizione del terrore.

Le regole per partecipare attivamente sono essenziali: indossare una pelliccia di capra o di pecora, avere sulla testa corna dall’origine animale e la copertura totale del viso.
La fantasia può poi fare il resto.

La mostruosità del risultato ultimo può dipendere da innumerevoli fattori: i colori, il sangue, la grandiosità della maschera, o l’altezza del suo interprete.
Lo scopo diventa quello di terrificare gli spettatori della sfilata, spesso bambini, in una gara inquietante alla travestimento più irrealistico.

Gli strumenti del terrore sono infine varie armi di tortura per vittime casuali nel folto numero dei presenti: frustini, crini di cavallo, scope o falci e motoseghe.

L’interesse che la manifestazione suscita è notevole. Il paradosso maggiore è forse proprio il periodo in cui ogni anno prende forma; periodo simbolo di festività benevola e familiare.
La parata che invade strade e quartieri di vari paesi a cavallo delle Alpi è essenzialmente contromanifestazione d’impatto visivo.

L’essenza della manifestazione, pur avendo originaria influenza cattolica, è consolidata possibilità di espressione individuale e collettiva.
Il rituale con il quale la manifestazione inizia il suo corso la notte del 5 dicembre è ossequioso a innumerevoli motivi tradizionali e culturali del luogo.

La foresta, da cui tutto ha inizio, le sembianze e l’atteggiamento di coloro che si esibiscono fino a tarda notte, riconducono a miti lontani.

Similitudini calzanti infatti con la divinità del Dio Fauno (per i romani) o più propriamente il Dio Pan (nell’antica Grecia), donano alla ricorrenza un velo di misticismo mitologico.

Dio solitario, protettore di messi, campi ma soprattutto di foreste e dei monti che le custodiscono nella loro essenza selvatica, è nell’essenza bonario e riconoscente. Attitudine nascosta da un apsetto bestiale terrificante: busto umano e corpo caprino, ma dal volto deforme e terrificante, il Dio Pan è quindi simbolo del selvaggio temibile perché sconosciuto, ma anche della grandiosa quadratura della natura, e della sua interazione con l’essere umano.

Probabilmente la sua adorazione mitologica, persa negli annali del tempo, in commistione con rituali mortali, quale anche l’affrancamento dalla adolescenza per i giovani figli di abitanti delle montagne, hanno mischiato gli elementi in modo sapiente e magico.

La funzione dei Krampus è essenzialmente accompagnatoria alla figura del Santo, che individuerà i bambini buoni e quelli cattivi tra la folla lungo il tragitto. Se per i bambini buoni la ricompensa arriverà in forma di doni e regali, per quelli cattivi la punizione sarà il terrore del contatto con i Krampus più cattivi, incatenati e imprigionati in gabbie fatiscenti, mentre molti altri mostri, li terranno sotto la minaccia di forconi e fruste.

Nonostante l’esibizione di brutalità, anche se spesso connotata da evidente goliardia, durante la manifestazione, i più giovani, così come gli anziani vengono attratti senza riserve in questo macabro circo itinerante e nel suo significato simbolico: esorcizzare paure collettive di demoni dalla forma bestiale, rendendoli non solo figure in contatto con la spiritualità, ma esseri immateriali e democratici, portatori di rigida meritocrazia.

Presenze e personaggi fantasiosi, nati nelle e dalle proprie e amate terre selvagge, oscure e attraenti, (in Alto Adige, come in Austria) di cui ne vivono il fascino, fino ad esserne devoti.

 

 

 

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