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N. 134 - Febbraio 2019 (CLXV)

La forza dell’ironia

Vita e opere di JANE AUSTEN

  di Giovanna D’Arbitrio

 

Il l critico letterario Lionel Trilling descrisse l'ironia propria di Jane Austen alla stregua di un "medoto di comprensione". "Essa percepisce il mondo attraverso la consapevolezza delle sue contraddizioni, i suoi paradossi e le sue anomalie. Non è assolutamente un’ironia distaccata. È piuttosto il riconoscimento del fatto che lo spirito non è libero, bensì condizionato, limitato dalle circostanze. L’ironia di Jane Austen ha come bersaglio non solo alcuni dei suoi personaggi, ma lo stesso lettore”.  Un altro critico, Frank Raymond Leavis, scrisse invece che: "A eccezione di Jane Austen, George Eliot, James e Conrad, non ci sono romanzieri di lingua inglese che valga la pena di leggere".

 

Jane Austen, scrittrice britannica, figura di rilievo della narrativa neoclassica, conosciuta a livello mondiale, nacque nel 1775 a Steventon, un piccolo villaggio dell’Hampshire, dal pastore anglicano George Austen e da Cassandra Leigh. Penultima di otto figli, legata in particolare alla sorella Cassandra che rimase nubile come lei. Jane crebbe in un ambiente elevato e colto in cui fu educata personalmente da suo padre che possedeva una collezione di circa cinquecento volumi. Nel 1783 Jane e Cassandra per completare la loro istruzione andarono a Oxford, poi a Southampton e infine alla Abbey School di Reading.

 

Nel 1793 iniziò a scrivere Juvenilia, raccolte di racconti, poesie, parodie, dedicate ad amici e parenti e qualche anno dopo conobbe Thomas Langlois Lefroy; i due si innamorarono, ma la famiglia Lefroy non approvò questo rapporto e decise di allontanare il figlio da Steventon, per assecondare il prozio da cui Tom dipendeva economicamente per i suoi studi. Nel dicembre del 1800 poi il reverendo Austen decise di lasciare la cittadina per trasferirsi con la famiglia a Bath dove muore nel 1805, all’improvviso, lasciando la moglie e le due figlie in precarie condizioni finanziarie.

 

Anche se le sue opere all’inizio non vennero pubblicate, la Austen nell’arco di pochi anni scrisse il suo primo romanzo Elinor e Marianne, pubblicato nel 1811 con il titolo di Ragione e Sentimento, seguito poi da Prime impressioni. L’editore Egerton nel 1813 pubblicò, Orgoglio e Pregiudizio che ebbe subito successo. L’anno successivo apparve Mansfield Park di cui furono vendute tutte le copie in pochi mesi e poi Emma, concluso nel 1815 e pubblicato nello stesso anno da John Murray, noto editore di Londra. Emma, la sua opera più matura, fu l’ultimo pubblicato in vita, mentre Persuasione (scritto nel 1815) fu pubblicato postumo così come L’abbazia di Northanger. Nel 1816, infatti, Jane si ammalò gravemente e la sorella Cassandra l’aveva condotta a Winchester nella speranza di cure più efficaci, ma purtroppo in quella città, la scrittrice morì e fu sepolta nella cattedrale. Ancora oggi si può visitare il cottage dove visse gli ultimi tempi della sua vita e dove spirò.

 

Anche per Jane, come per tante illustre letterate, i suoi romanzi furono pubblicati in vita anonimamente, con semplici indicazioni quali “by a Lady” o “by the autor of Sense and Sensibility” e fu solo con la pubblicazione postuma de L’Abbazia di Northanger e Persuasione che il fratello Henry rivelò il nome dell’autrice.

 

Ricordiamo brevemente le sue opere maggiori: Ragione e Sentimento, la storia di due sorelle, Elinor, centrata su ragione, decoro ed equilibrio, e Marianne, tutta sensibilità, sentimento e passione; Orgoglio e Pregiudizio, il più famoso forse dei suoi romanzi, con gli indimenticabili personaggi di Darcy ed Elisabeth. Emma, intelligente, ricca, riluttante al matrimonio finché non si innamora; Persuasione, focalizzato, come dice il titolo, sul concetto di “persuasione”, la forza che spinge Anne Eliot; Mansfield Park, la storia Fanny Price che vive con ricchi zii nella lussuosa dimora a Mansfield Park e sente tutto il divario con la sua famiglia d’origine; Northranger Abbey in cui Catherine Morland, invitata nella residenza del padre del ricco fidanzato, si ritrova in un’avventura psicologica dalle tinte gotiche.

 

Nei suoi romanzi Jane descrie le storie d’amore e la vita quotidiana della campagna e della provincia inglese, con ironia e arguzia, focalizzando la sua attenzione sulle donne, fulcro di ogni romanzo, oggetto della sua analisi psicologica, un universo sempre a molti sconosciuto. I pregi dei personaggi sono messi in rilievo come i difetti, colpiti da ironia e satira che non risparmiano nemmeno le sue eroine. Con poche pennellate descrittive e poche battute ironiche il lettore subito inquadra i personaggi: scorrono sotto i suoi occhi i ritratti della ragionevole Elinor e dell’impetuosa Marianne in Ragione e sentimento, della timida Fanny Price di Mansfield Park, della remissiva Anne Eliot di Persuasione, dell’orgogliosa Elizabeth Bennet in Orgoglio e Pregiudizio e così via.

 

La quotidianità, i paesaggi di campagna, le classi sociali influenzano la vita dei personaggi. L’egoismo dei ricchi e dei nobili sono gli ostacoli da superare per raggiungere la felicità. Lo stile è caratterizzato da dialoghi brevi e veloci scambi di battute, presenti non solo nel discorso diretto, ma anche nelle lettere e nel discorso indiretto con la mediazione del narratore, utile per far risaltare i pensieri e le parole dei protagonisti. Ricordiamo che sceneggiati televisivi e numerosi film hanno tratto ispirazione dai suoi romanzi in tutti i tempi. Ne citiamo almeno alcuni fra i più recenti: Ragione e sentimento del 1995, di Ang Lee con Emma Thompson, Hugh Grant, Kate Winslet, Alan Rickman; Mansfield Park del 1999, di Patricia Rozema con Frances O’Connor, Embeth Davidtz, Jonny Lee Miller, Harold Pinter; Orgoglio e Pregiudizio del 2005, di Joe Wright, con Keira Knightley e Matthew Macfadyen.



 

 

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