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N. 16 - Settembre 2006

ITALIA PAESE SENZA MEMORIA E VERITA'

Da Ustica a Gladio un paese dai misteri irrisolti

di Sergio Sagnotti

 

L’Italia è davvero un paese senza memoria e senza verità come disse Sciascia?

A giudicare dai vari casi finiti nel dimenticatoio, questa frase sembra più che calzante al malcostume nostrano, da Ustica a Gladio passando per la P2.

“Gladio” è il nome di un’organizzazione partorita dalle menti di CIA e NATO per scongiurare un’espansione sovietica in Italia durante la guerra fredda, nacque formalmente nel 1956 con il nome “stay behind” (stare dietro, stare nascosto).

Andreotti svelò il segreto Gladio o almeno in parte l’esistenza di tale organizzazione nel 1991.

Andando con ordine, la nascita di gladio risale all’immediato dopoguerra, quando la minaccia del regime comunista di attecchire nella penisola italica si fece più che concreto; la CIA allora decise di intervenire sulla vita politica, paramilitare e decisionale italiana.

Alla fine del secondo conflitto mondiale, si vennero a creare due blocchi, uno sotto influenza statunitense e l’altro sotto influenza russa; entrambi ebbero come effetto quello di causare una sovranità limitata sugli stati assoggettati (blocco occidentale) oppure la formazione di governi totalitari completamente dipendenti alla superpotenza madre (blocco orientale).

L’Italia quindi diventa, insieme ad altri paesi europei, palcoscenico di organizzazioni segrete con mire espansionistiche, infatti oltre all’organizzazione Gladio di stampo statunitense, è esistita anche un’organizzazione Gladio Rossa di stampo sovietico.

La Gladio Rossa, come dice il professor Donno, ha le sue radici nell’immediato dopoguerra e al disarmo dei partigiani voluto dagli alleati; si creò quindi un nucleo sotterraneo che, a quanto ci dice Donno, era al servizio della classe dirigente del PCI italiano e a Pietro Secchia (braccio destro di Togliatti); tale organizzazione sarebbe stata alimentata con armi e uomini provenienti dalla Jugoslavia.

La Gladio americana in Italia, come già detto precedentemente, manteneva un atteggiamento occulto nei paesi controllati dall’avversario e interveniva soprattutto tramite la cosiddetta “Strategia della Tensione”, ossia di destabilizzazione mediante atti di guerriglia, sabotaggi, omicidi e sequestri, come scrisse il quotidiano francese “Le Monde”, Gladio intratteneva collaborazioni con il terrorismo sia di estrema destra che di estrema sinistra; per fare un esempio a noi vicino, il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, pose fine alle speranze governative del PCI.

Va ricordato, che la cosiddetta strategia della tensione, può servire a diffondere la paura e lo sgomento fra la popolazione che quindi finisce per stringersi e compattarsi attorno al governo in carica, si scongiura in tal modo ogni sorta di cambiamento di potere; in Italia si arrivò ad un cruento scontro tra estrema sinistra ed estrema destra di cui beneficiarono i cosiddetti “moderati”.

Molti ritengono che il legame fra massoneria (loggia P2), Gladio, mafia, CIA e gruppi terroristici italiani, sia stato molto “cortese” e stretto, non è un caso che dopo lo sbarco in Sicilia degli americani, i più alti gradi militari statunitensi avevano tessuto stretti rapporti con personaggi come il padrino siciliano Calogero Vizzini, Giuseppe Genco Russo e il boss americano Vito Genovese che fu il maggiore confidente del capo del comando militare alleato Charles Poletti; senza considerare finanche che Licio Gelli (“venerabile maestro” della loggia P2 ed ex agente OSS/CIA) fu condannato per aver sviato le indagini sulla strage di Bologna.

In tale ottica vanno rivisti delitti come la strage di Bologna appunto, il golpe Borghese, l’attentato terroristico di Peteano, l’omicidio Moro, ma soprattutto l’uccisione di Dalla Chiesa ad opera della mafia.

Neanche qui è un mistero che il Generale dei carabinieri stesse indagando sul sequestro Moro e sulle Brigate Rosse.

La Gladio Rossa puntava su una presa di potere attraverso una sommossa popolare, idea poi accantonata dopo gli accordi di Yalta e la consapevolezza di un possibile intervento anglo-americano in Italia, per scongiurare tale ipotesi.

Con il passare del tempo e accadimenti quali la morte di Stalin e la guerra fredda, la Gladio Rossa si trasformò prima in un movimento volto ad intervenire in caso di una opposizione americana in una possibile vittoria elettorale del PCI, e successivamente, ad una semplice organizzazione di spionaggio e ramificazione URSS in Italia.

Dell’esistenza di una Gladio Rossa si è giunti grazie al famoso “dossier Mitrokhin”, consistente in trascrizioni effettuate dagli archivi del KGB operate dall’archivista Vassilij Mitrokhin e dal quale si evince chiaramente che esistevano anche delle spie e degli informatori URSS in Italia, soggetti ben radicati nella vita politica, economica, industriale e giornalistica del nostro paese, nostri concittadini che svolgevano un lavoro di informazione per conto del regime sovietico.

Era esistente quindi in Italia un muro di Berlino virtuale che divideva la nostra penisola in due blocchi di influenza ben distinti e delineati? I fatti sembrano supportare questa tesi…

Da una parte c’era chi voleva portare l’Italia verso gli USA e dall’altra chi voleva portarla verso l’URSS, in mezzo la povera gente sacrificata per scopi politici e dimostrativi, a volte semplici intimidazioni o avvertimenti lanciati da una fazione verso l’altra; vittima di questi tragici eventi il diritto umano all’autodeterminazione dei popoli, quel diritto sbandierato in nome di una crociata "disinteressata" e di “liberazione”.

L’autodeterminazione dei popoli è una norma sancita dal diritto internazionale, partorita alla fine della seconda guerra mondiale; la libertà dei cittadini di partecipare attivamente alla vita politica del proprio paese in totale autonomia scegliendo i propri rappresentanti, l’indipendenza di uno stato da una superpotenza, tutti concetti lontani da un riscontro pratico?

Di quegli anni insanguinati da delitti senza colpevoli, stragi senza apparente spiegazione, interrogativi senza risposta, rimangono cicatrici indelebili, uno dei tanti periodi della nostra storia ancora oscuro e senza verità, un argomento tabù del quale ancora ci sarebbe tanto da dire e da spiegare ma che alla fine verrà archiviato come uno dei tanti buchi neri della nostra nazione senza memoria e verità come direbbe Sciascia…

 

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