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N. 31 - Dicembre 2007

Da una visione antropocentricA DEL MONDO ad una ecologica

Intervista allo zoologo Bruno Cignini

di Matteo Liberti

 

D.) Parliamo di caccia: una delle giustificazioni più usate dai cacciatori si riassume nel concetto che gli uccelli siano in fondo dannosi per i campi e l’agricoltura.

Lei, da zoologo, come giudica i rapporti sussistenti tra i volatili ed i nostri campi agricoli?

 

R.) Non li giudico, ma li studio per quello che sono, esulando da un giudizio di valore. è vero che generalmente gli uccelli insettivori risultano utili per la salvaguardia dei raccolti e che i granivori (se in numero elevato) possono invece arrecare dei danni, però personalmente ritengo che una distinzione di questo tipo appartenga ad una visione della natura e del mondo ormai superata.

 

D.) Questa visione è stata superata da cosa?

 

R.) Fondamentalmente dalle conoscenze di cui disponiamo. Oggi non può e non deve più avere alcun senso il chiedersi se un uccello o un qualsiasi altro animale possano esserci utili oppure no. Vi sono degli equilibri, in natura, che non vanno toccati e basta. Sappiamo che all’interno di un biotopo vi sono dei cicli naturali che, se sconvolti, possono generare delle conseguenze imprevedibili.

Sottraendo un solo individuo al suo territorio, automaticamente si altera tutto un sistema di rapporti.

 

D.) Esistono anche alterazioni prodotte dalla natura, come terremoti ed alluvioni.

Cosa le differenzia dall’intervento umano?

 

R.) Generalmente questo tipo di disastri (che tendono a distruggere completamente interi habitat) produce una quantità eterogenea di vittime, mentre l’uomo tende a concentrarsi, soprattutto con la caccia, su delle particolari specie, riuscendo a volte a provocarne l’estinzione.

 

D.) Una sua opinione sugli effetti complessivi della caccia?

 

R.) Ripeto, in ogni habitat vi sono dei rapporti dinamici tra tutti gli esseri viventi che lo costituiscono, equilibri che conducono ad un più complesso equilibrio finale.

La sottrazione di un qualsiasi individuo produce un’alterazione dannosa. Tutto ciò è ampiamente dimostrato e verificabile. Non vedo quindi il senso di questo sport che sport non è. Il problema è che troppe persone sono ancora pervase da una visione rigidamente antropocentrica del mondo. è invece necessario, e sempre più urgente, accogliere una visione ecologica.

 

D.) Cosa intende per visione ecologica?

 

R.) La terra, gli animali e tutto l’ambiente che ci circonda non sono li per noi. Noi ne facciamo semplicemente parte, siamo anche noi dentro alla catena alimentare. La visione antropocentrica ha dominato fin circa agli anni cinquanta del novecento, anche se ancora fino ai sessanta poteva succedere che in molti luoghi fosse legalizzata la caccia alle volpi od ai lupi, cose che oggi sembrerebbero delle atrocità. Si è infatti maggiormente diffusa una visione ecologica, ma ancora non basta. Servono maggior rispetto, maggior intelligenza ed una divulgazione più efficace circa la natura e i suoi delicati equilibri, sui quali poggia anche l’esistenza dell’uomo.

 

D.) Nella pratica come ci si può muovere?

 

R.) Torniamo per un attimo agli uccelli. Alcuni, nel caso in cui si trovino in grande numero, possono sicuramente provocare dei danni per i raccolti. Ebbene, nelle aree protette, anche in Italia, ci sono dei fondi per rimborsare i contadini delle eventuali perdite subite.

Tutto qui. Si può limitare efficacemente l’istinto del coltivatore ad abbracciare il fucile. Questo mi sembra un atteggiamento serio ed utile.

 

D.) Il dibattito uccelli utili/uccelli dannosi può esser quindi considerato come proprio del tempo in cui avvenne?

 

R.) Esattamente. Oggi a nessuno interessa più osservare quanti insetti dannosi ha beccato il tale uccello, al fine di sapere se è buono oppure cattivo. Esistono anzi delle figure professionali, come quella dell’Ecologo, che si occupano di mantenere i giusti equilibri all’interno degli habitat naturali, a prescindere dalla bontà degli animali che vi vivono.Fa parte, appunto, della visione ecologica del mondo.

 

Si cerca, fondamentalmente, di collaborare con la natura dopo averle tolto tanto...

 



 

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