.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


.

contemporanea


N. 149 - Maggio 2020 (CLXXX)

LA LIBRERIA DI KAPPLER A GAETA

Gli interessi culturali del boia delle Fosse Ardeatine

di Nicola Ancora

 

Herbert Kappler ha trascorso circa tre decenni all’interno del reclusorio militare di Gaeta per essere stato uno dei mandanti della cosiddetta strage delle Fosse Ardeatine a Roma dal nome della località: Cave Ardeatine. In quella circostanza persero la vita 335 persone, molte di esse provenivano dal carcere romano Regina Coeli, ma anche ebrei e ragazzi minorenni.

 

Durante il processo, Kappler e la difesa sostennero che quell’episodio fu realizzato in seguito all’attentato in via Rasella, come legittima rappresaglia, poiché un attacco dinamitardo (preparato da gruppi di liberazione antifascista) uccise 30 tedeschi della divisione “Bozen”.

 

Nel 1947 le porte del carcere di massima sicurezza di Gaeta, ubicato all’interno del castello Angiono, si aprirono al Kappler, incriminato per omicidio continuato et alii e condannato alla pena dell’ergastolo. Il fine pena mai, indicato dalla sentenza, terminò molto prima: nel 1977 fu trasferito al Celio (ospedale militare romano) dove gli fu diagnosticato un cancro al colon-retto.

 

Il ferragosto del medesimo anno, fuggì verso la Germania, aiutato dalla complicità della moglie Annaliese (che sposò in seconde nozze durante la reclusione), dal figlio di questa e da altri complici. La fuga avvenne in auto, ma inizialmente (stando alle cronache giornalistiche del tempo) sarebbe dovuto fuggire con un aereo privato, ma un’avaria al motore evitò questa modalità di evasione dall’Italia. Una volta arrivato a Soltau (paese natio della moglie, in Germania), vani furono i tentativi per riportarlo indietro o, tantomeno, detenerlo in una struttura penitenziaria tedesca; morì l’anno seguente, nel 1978.

 

In una pubblicazione precedente sollevai la questione sulla libertà di muoversi all’interno del carcere di Gaeta, nonostante fosse detenuto; ricordo, nuovamente, che i suoi trattamenti erano di gran lunga differenti a quelli di altri detenuti militari; essendo un detenuto con status di “prigioniero di guerra”, la Convenzione di Ginevra stabiliva, per lui come anche per altri militari catturati post bellum, trattamenti più “umani”.

 

Difatti, lui continuava a ricevere lettere, a spedirle e inoltre, sempre via corrispondenza, riceveva numerosi pacchi di vivande da paesi quali Germania, Austria e numerosi altri. Poteva recarsi allo Spaccio militare, fare passeggiate in terrazza, lungo il corridoio della sezione ufficiali, recarsi in chiesa (dopo la sua conversione al Cristianesimo), dedicarsi ai suoi interessi.

 

A darci un’idea su quali fossero i suoi interessi ci sono venuti in soccorso diversi giornali del tempo, che dedicarono svariati articoli sul Kappler studioso. Innanzitutto c’è da sottolineare come i suoi studi e le sue letture vertessero su argomenti scientifici, ma, anche, su quelli umanistici. Una delle discipline di studio da lui preferita era l’etruscologia, come anche l’ecologia e l’etologia: ovvero quella summa di studi fatti su diverse specie animali nei loro habitat naturali.

 

Una campagna fotografica militare sarebbe stata favorevole per dare un’idea, ai posteri, dei suoi reali interessi, mi riferisco ai numerosi libri, che gli furono concessi di avere. Oggigiorno i locali che ospitarono Herbert Kappler e i suoi trent’anni di vita lì dentro, sono spogli; non c’è più traccia della libreria, dell’acquario, della macchina da scrivere e di altri arredi interni. Molti di questi materiali furono trasportati in Germania e, quelli lasciati in loco, depredati negli anni che vanno dalla chiusura del reclusorio, avvenuta nel 1990, e la presa in comodato d’uso da parte dell’Università degli Studi di Cassino, avvenuta nei primi del 2000.

 

.

Herbert Kappler mentre scrive

 

 

Finora non era mai stata posta l’attenzione sui veri interessi del Kappler detenuto. Comprendere cosa leggeva, quali libri aveva, è di grosso aiuto nel capire qual era il suo pensiero e/o se avesse lasciato lontano da sé l’ideologia nazista, della quale, secondo il giudice della corte militare, ne era pieno.

 

Di grande ausilio nel ricostruire alcuni dei suoi interessi e preferenze di letture, è stato un servizio della Rai, mandato in onda nel 1967. Il programma era TV7 e il titolo della docu-intervista era “Le ombre di Gaeta”. L’allora giornalista Andreassi provò a farsi dire quali fossero i generi da lui preferiti; la sua fu una risposta vaga, ma una cosa è certa, ossia, parafrasando lui; “non leggo storia contemporanea”. I suoi interessi, dunque, erano di stampo scientifico, come da lui ribadito più volte; resta il dilemma di quale branca scientifica si occupasse maggiormente.

 

Un frame del filmato, sul quale lo scrivente più volte si è soffermato ad analizzarlo, mette in secondo piano alcuni dei titoli della libreria di Kappler. Di seguito l’elenco; Verteidigung deutscher Soldaten (Difesa dei soldati tedeschi); Mein Leben für die Tiere (La mia vita per gli animali), Hildegard Grzimek; Mein Inselparadies. Ein Buch von Tieren und nicht von Manchen (La mia isola paradisiaca, un libro di animali e non di umani), Franke F.R.; Ihr werdet sein wie Götter: Der Mensch in der biologischen Revolution, Düsseldorf 1966 (Sarai come dèi: l’uomo nella rivoluzione biologica), Heinrich Schirmbeck. Altri autori che figuravano sullo scaffale erano due volumi di Konrad Lorenz; un altro di Theodor Seidenfaden.

 

Vorrei soffermarmi su questi due ultimi scrittori/scienziati; il primo è il padre dell’etologia, una disciplina scientifica che studia i comportamenti degli animali nei loro habitat naturali, il secondo uno scrittore che si occupava di romanzi storici e rivisitazioni di antiche saghe germaniche e dialoghi immaginari tra personaggi storici. I due, ma non gli unici avevano in comune le simpatie, se non addirittura l’adesione al partito nazista.

 

Se il primo non era così esplicito come il secondo; questi aderì al NSDAP (partito nazista, chiamato così dopo l’originario DAP) dal 1931 al 1932. Lasciò il partito, ma non l’ideologia; infatti, continuò a scrivere su testate nazionalsocialiste e sposare a pieno la dottrina nazista.

 

Compare un altro nome sullo scaffale di Gaeta: Hans Laternser. Si tratta di un avvocato, diventato famoso, nell’immediato dopoguerra, per aver difeso vertici nazisti nel famoso Processo di Norimberga, quali gli ex marescialli di campo Albert Kesserling ed Erich von Manstein. 

 

Un ultimo libro, che compare all’interno dell’unico spezzone disponibile per ricostruire questo angolo di cultura di Kappler, era Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Come è finito lì quel libro di fede, ma soprattutto cattolico, tra diversi libri di stampo nazionalsocialista?

 

La risposta a questa domanda potrebbe essere la seguente, ossia, fu un regalo fattogli, da qualche cappellano militare, molto dopo la conversione al cristianesimo, avvenuta il 4 luglio 1956.

 

 

Certificato di battesimo di Herbert Kappler

 

Alcuni di questi libri, come quello di Heinrich Schimbeck, risalivano ad anni poco più precedenti all’intervista, fatta, come già ricordato, nel 1967; al 1966. Kappler, nonostante il suo stato detentivo, era a corrente di ciò che accadeva all’esterno o lo era solamente, ma di certo non probabilmente, per la sua passione verso la lettura?

  



 

 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.