[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 212 / AGOSTO 2025 (CCXLIII)


attualità

IMAGO IMPERII
IMMAGINI E POTERE Tra passato e presente
di Giovanna D'Arbitrio

 

La scomparsa delle grandi civiltà antiche del Mediterraneo ci insegna che nessuna società è immune da decadenza e collasso, ricordandoci la fragilità della condizione umana e l’importanza di imparare dalle lezioni del passato. Mentre affrontiamo gravi problemi globali come sanguinose guerre, proliferare di armi atomiche, crisi economiche e cambiamenti climatici, la storia delle civiltà perdute potrebbe offrirci un avvertimento contro il rinascere di pericolosi estremismi, dittature, deleteri imperialismi di alcuni Paesi che mettono a rischio democrazia, libertà, pace e diritti umani. E non possiamo ignorare come l’attuale decadenza si rilevi anche nel linguaggio politico globale che si serve sempre più di immagini ad effetto, slogan, brevi dichiarazioni affidate ai rappresentanti dei vari partiti.

 

I pericoli di una progressiva decadenza della nostra civiltà sono stati evidenziati in diverse sedi e occasioni, tra cui è da segnalare un incontro culturale organizzato nel gennaio del 2011 dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, nel quadro delle attività di studio e di ricerca del progetto “Imago Imperii. Archivio di iconografia politica”, ideato dal prof. Gennaro Carillo, docente di Storia del Pensiero Politico nella suddetta università, nonché autore del testo in oggetto. In quella occasione l’attore Sandro Lombardi presentò “Una Frenesia di Scimie”, lettura tratta da “Eros e Priapo” di Carlo Emilio Gadda e dai “Cavalieri” di Aristofane.

 

Come spiegò lo stesso Carillo, “Frenesia di Scimie” (“scimia” è la forma più arcaica e più vicina al latino “simia”) trae ispirazione da Eros e Priapo di Gadda che definisce “scimmiesco” l’irrazionale, irriflessivo consenso della moltitudine verso il demagogo che la seduce con la sua perentoria magniloquenza virile (priapesca appunto), “eccitando l’addome di una nazione che è femmina, per di più depressa da secoli di accoppiamenti poco gratificanti”. Parimenti Aristofane assume come bersaglio comico il tiranno Cleone che, sciolto da qualsiasi inibizione e continenza morale, diventa l’incarnazione stessa della degenerazione dei valori democratici ed etici dopo la morte di Pericle.

 

Il progetto “Imago Imperii, Archivio di Iconologia Politica” si basava su due proposizioni che ne riassumevano il senso: il Potere è Immagine, l’Immagine è Potere, cioè il Potere s’identifica con le immagini, sia fisiche sia mentali, che lo visualizzano e che allo stesso tempo lo accrescono, avendo in sé stesse l’auctoritas (dal latino augere, cioè, aumentare). Chi detiene il potere, pertanto, conoscendo la forza delle immagini nell’incidere sulla percezione della realtà, se ne avvale per i suoi fini.

 

Nella presentazione del progetto veniva ricordato il francese Georges Didi-Huberman, filosofo e storico dell’arte, che nel suo libro Quand les Images Prennent Position. L’Oeil de l’Histoire, affermava, citando a sua volta il grande teorico della fotografia Lazlo Moholy-Nagy, “l’analfabeta del futuro non sarà l’illetterato, ma l’ignorante in materia di fotografia”. Per questo motivo il progetto “Imago Imperii” si proponeva in primo luogo di costituire un archivio delle immagini di Potere, aprendo presso il CRIE (Centro Ricerca su Istituzioni Europee) una mediateca supportata da attività seminariale finalizzata a formazione, ricerca, operatività.

 

Concludendo, s’intuisce che, se l’immagine è potere, allora bisogna stare attenti al modo in cui essa viene usata e per quali fini. Se gli obiettivi sono costruttivi, democratici e soprattutto si propongono di far innalzare il livello culturale (e quindi di consapevolezza) di un popolo, ben venga il potere dell’immagine anche in politica e ci si augura che essa possa servire a stimolare il pensiero e non certo ad ottunderlo in modo “scimmiesco”.

 

A sostegno di tale affermazione, ci sembra giusto mettere in rilievo l’importanza di Cultura ed Educazione dei giovani a salvaguardia dei valori etici e democratici sanciti dalla nostra Costituzione, scaturita nel 1948 dalla volontà del popolo italiano provato da dittatura e guerra, una Costituzione rispettosa anche della Carta Universale dei Diritti dell’Uomo, redatta nello stesso anno sull’onda dell’orrore suscitato dalle atrocità della II guerra mondiale e presentata da Eleanor Roosevelt alle Nazioni Unite.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]