N. 108 - Dicembre 2016 
                          
                          (CXXXIX)
																			
																			Giorgio Bassani
																						Il romanzo di una città
																						di Alessandro Di Meo
																			 
																			
																			
																			Nell’anno 
																			che 
																			si 
																			sta 
																			concludendo 
																			ricorre 
																			il 
																			primo 
																			centenario 
																			della 
																			nascita 
																			dello 
																			scrittore 
																			ferrarese 
																			Giorgio 
																			Bassani, 
																			un’occasione 
																			che 
																			ha 
																			incentivato 
																			nuovi 
																			studi 
																			sulla 
																			sua 
																			opera 
																			letteraria 
																			e 
																			sulla 
																			sua 
																			attività 
																			intellettuale 
																			e 
																			politica.
																			 
																			
																			
																			Bassani 
																			nacque 
																			a 
																			Bologna 
																			nel 
																			1916 
																			da 
																			una 
																			famiglia 
																			ebraica 
																			benestante 
																			di 
																			origine 
																			ferrarese, 
																			città 
																			dove 
																			trascorse 
																			gran 
																			parte 
																			della 
																			sua 
																			giovinezza; 
																			compì 
																			i 
																			suoi 
																			studi 
																			presso 
																			il 
																			liceo 
																			classico 
																			“Ludovico 
																			Ariosto” 
																			e in 
																			seguito 
																			presso 
																			l’Università 
																			di 
																			Bologna 
																			dove 
																			si 
																			laureò 
																			in 
																			letteratura 
																			italiana 
																			con 
																			una 
																			tesi 
																			su 
																			Niccolò 
																			Tommaseo, 
																			discussa 
																			con 
																			Carlo 
																			Calcaterra.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			A 
																			Ferrara 
																			Bassani 
																			ebbe 
																			come 
																			docente 
																			di 
																			greco 
																			e 
																			latino 
																			il 
																			professore 
																			Francesco 
																			Viviani, 
																			allontanato 
																			dall’insegnamento 
																			nel 
																			1936 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			avversione 
																			al 
																			fascismo, 
																			ricordato 
																			dallo 
																			scrittore 
																			nel 
																			suo 
																			romanzo
																			
																			Dietro 
																			la 
																			porta; 
																			sempre 
																			in 
																			quegli 
																			anni 
																			Bassani 
																			entrò 
																			a 
																			far 
																			parte 
																			del 
																			club 
																			sportivo 
																			“Marfisa 
																			D’Este”, 
																			luogo 
																			di 
																			ritrovo 
																			della 
																			borghesia 
																			ferrarese, 
																			dove 
																			iniziò 
																			a 
																			praticare 
																			il 
																			tennis 
																			e 
																			dove 
																			conobbe 
																			il 
																			futuro 
																			regista 
																			Michelangelo 
																			Antonioni, 
																			con 
																			cui 
																			strinse 
																			una 
																			forte 
																			amicizia.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Negli 
																			anni 
																			universitari 
																			frequentò 
																			le 
																			lezioni 
																			di 
																			Storia 
																			dell’arte 
																			di 
																			Roberto 
																			Longhi 
																			ed 
																			entrò 
																			in 
																			contatto 
																			con 
																			la 
																			scuola 
																			artistica 
																			del 
																			pittore 
																			Giorgio 
																			Morandi, 
																			ma 
																			anche 
																			con 
																			giovani 
																			professori 
																			come 
																			Giuseppe 
																			Dessi, 
																			Claudio 
																			Varese 
																			e 
																			Mario 
																			Pinna, 
																			che 
																			lo 
																			influenzarono 
																			stilisticamente 
																			e ne 
																			incentivarono 
																			le 
																			tendenze 
																			politiche 
																			antifasciste; 
																			nel 
																			1935 
																			pubblicò 
																			sul 
																			“Corriere 
																			Padano” 
																			di 
																			Ferrara 
																			il 
																			suo 
																			primo 
																			racconto, 
																			 III 
																			classe, 
																			ispirato 
																			ai 
																			suoi 
																			viaggi 
																			di 
																			pendolare, 
																			iniziando 
																			una 
																			collaborazione 
																			con 
																			il 
																			giornale 
																			per 
																			il 
																			quale 
																			scrisse 
																			racconti, 
																			poesie 
																			e 
																			recensioni 
																			critiche, 
																			continuata 
																			fino 
																			al 
																			1937.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’emanazione 
																			delle 
																			Leggi 
																			razziali 
																			costrinse 
																			Bassani 
																			a 
																			interrompere 
																			la 
																			sua 
																			collaborazione 
																			con 
																			il 
																			“Corriere 
																			Padano” 
																			e ad 
																			insegnare 
																			presso 
																			la 
																			scuola 
																			israelitica 
																			del 
																			ghetto 
																			di 
																			Ferrara; 
																			nel 
																			1940 
																			pubblicò 
																			a 
																			sue 
																			spese 
																			la 
																			sua 
																			prima 
																			raccolta 
																			di 
																			racconti,
																			
																			Una 
																			città 
																			di 
																			pianura, 
																			firmato 
																			con 
																			lo 
																			pseudonimo 
																			di 
																			Giacomo 
																			Marchi, 
																			in 
																			cui 
																			per 
																			la 
																			prima 
																			volta 
																			Bassani 
																			utilizzò 
																			la 
																			descrizione 
																			della 
																			città 
																			di 
																			Ferrara 
																			come 
																			sfondo 
																			unitario 
																			delle 
																			vicende 
																			narrate 
																			nei 
																			racconti, 
																			incentrati 
																			sulla 
																			crisi 
																			della 
																			società 
																			borghese.  
																			  
																			 
																			
																			
																			All’inizio 
																			degli 
																			anni 
																			Quaranta 
																			Bassani 
																			entrò 
																			a 
																			far 
																			parte 
																			dei 
																			circoli 
																			clandestini 
																			di 
																			opposizione 
																			al 
																			regime 
																			ospitando 
																			antifascisti 
																			come 
																			Ferruccio 
																			Parri 
																			e 
																			Ugo 
																			La 
																			Malfa; 
																			arrestato 
																			nel 
																			maggio 
																			del 
																			1943, 
																			nei 
																			mesi 
																			di 
																			prigionia 
																			scrisse 
																			numerose 
																			lettere 
																			ai 
																			suoi 
																			familiari, 
																			successivamente 
																			pubblicate 
																			nella 
																			raccolta
																			
																			Di 
																			la 
																			dal 
																			cuore
																			
																			(1984).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Scarcerato 
																			il 
																			26 
																			luglio 
																			in 
																			seguito 
																			alla 
																			caduta 
																			del 
																			regime, 
																			Bassani 
																			si 
																			trasferì 
																			a 
																			Firenze 
																			dove 
																			per 
																			vivere 
																			iniziò 
																			a 
																			tradurre 
																			libri 
																			come
																			
																			La 
																			vita 
																			privata 
																			di 
																			Federico 
																			II 
																			di 
																			Voltaire 
																			e 
																			Addio 
																			alle 
																			armi 
																			di 
																			Hemingway; 
																			concentrò 
																			la 
																			sua 
																			attività 
																			letteraria 
																			prevalentemente 
																			nella 
																			poesia, 
																			pubblicando 
																			le 
																			raccolte
																			
																			Storie 
																			dei 
																			poveri 
																			amanti 
																			e 
																			altri 
																			versi 
																			(Roma, 
																			1945),
																			
																			Te 
																			lucis 
																			ante 
																			(Roma, 
																			1946) 
																			e 
																			Un’altra 
																			libertà 
																			(Milano, 
																			1951), 
																			successivamente 
																			riunite 
																			in 
																			unico 
																			volume,
																			
																			L’alba 
																			ai 
																			vetri. 
																			Poesie 
																			1942-1951 
																			pubblicato 
																			a 
																			Torino 
																			nel 
																			1963. 
																			In 
																			queste 
																			raccolte 
																			poetiche 
																			si 
																			affiancarono, 
																			alla 
																			descrizione 
																			lirica 
																			dei 
																			paesaggi 
																			ferraresi 
																			e 
																			alla 
																			tematica 
																			del 
																			ricordo, 
																			le 
																			impressioni 
																			negative 
																			suscitate 
																			dalla 
																			guerra 
																			e 
																			dalla 
																			prigionia. 
																			
																			 
																			
																			
																			Nell’estate 
																			del 
																			1945 
																			si 
																			spostò 
																			per 
																			un 
																			breve 
																			periodo 
																			a 
																			Napoli, 
																			dove 
																			entrò 
																			a 
																			far 
																			parte 
																			del 
																			Partito 
																			d’Azione 
																			e 
																			dove 
																			ritrovò 
																			numerosi 
																			intellettuali, 
																			tra 
																			cui 
																			Longanesi; 
																			trasferitosi 
																			definitivamente 
																			a 
																			Roma, 
																			continuò 
																			la 
																			sua 
																			attività 
																			politica 
																			iscrivendosi 
																			successivamente 
																			al 
																			Partito 
																			Socialista. 
																			Negli 
																			anni 
																			successivi 
																			conobbe 
																			Cesare 
																			Garboli 
																			e la 
																			principessa 
																			Marguerite 
																			Caetani, 
																			che 
																			nel 
																			1948 
																			fondò 
																			la 
																			rivista 
																			letteraria 
																			“Botteghe 
																			Oscure”, 
																			di 
																			cui 
																			Bassani 
																			fu 
																			redattore 
																			fino 
																			alla 
																			sua 
																			chiusura, 
																			avvenuta 
																			nel 
																			1960; 
																			negli 
																			stessi 
																			anni 
																			lo 
																			scrittore 
																			diresse 
																			anche 
																			la 
																			rivista
																			
																			Paragone, 
																			fondata 
																			da 
																			Longhi 
																			e da 
																			Anna 
																			Banti, 
																			dove 
																			conobbe 
																			Pier 
																			Paolo 
																			Pasolini, 
																			che 
																			contribuì 
																			a 
																			far 
																			conoscere 
																			nel 
																			mondo 
																			letterario 
																			italiano.
																			
																			
																			   
																			
																			
																			
																			
																			Nella 
																			seconda 
																			metà 
																			degli 
																			anni 
																			Cinquanta 
																			Bassani 
																			iniziò 
																			la 
																			sua 
																			attività 
																			di 
																			sceneggiatore, 
																			lavorando, 
																			tra 
																			gli 
																			altri 
																			film, 
																			al 
																			testo 
																			de
																			
																			Le 
																			avventure 
																			di 
																			Mandrin
																			
																			(1952) 
																			e 
																			de 
																			
																			La 
																			donna 
																			del 
																			fiume, 
																			entrambi 
																			di 
																			Mario 
																			Soldati 
																			(1954); 
																			successivamente 
																			collaborò 
																			ancora 
																			con 
																			Soldati 
																			per
																			
																			La 
																			provinciale
																			
																			(1953), 
																			tratto 
																			da 
																			un 
																			racconto 
																			di 
																			Moravia,
																			I 
																			vinti
																			
																			di 
																			Antonioni 
																			(1953) 
																			e 
																			Tempi 
																			nostri 
																			– 
																			Zibaldone 
																			n.2
																			
																			(1954) 
																			di 
																			Alessandro 
																			Blasetti. 
																			  
																			
																			
																			    
																			
																			
																			L’attività 
																			di 
																			scenografo 
																			fu 
																			fondamentale 
																			per 
																			le 
																			accuratissime 
																			descrizioni 
																			della 
																			città 
																			di 
																			Ferrara 
																			nei 
																			romanzi 
																			successivi, 
																			le
																			
																			Storie 
																			ferraresi, 
																			che 
																			Bassani 
																			iniziò 
																			a 
																			scrivere 
																			negli 
																			anni 
																			Cinquanta 
																			riprendendo 
																			alcuni 
																			racconti 
																			elaborati 
																			negli 
																			anni 
																			precedenti, 
																			come
																			
																			La 
																			passeggiata 
																			prima 
																			di 
																			cena 
																			(1951),
																			
																			Storia 
																			d’amore 
																			(1951) 
																			e 
																			Una 
																			lapide 
																			in 
																			via 
																			Mazzini 
																			(1952) 
																			cui 
																			aggiunse
																			
																			Gli 
																			ultimi 
																			anni 
																			di 
																			Clelia 
																			Trotti
																			
																			e 
																			Una 
																			notte 
																			del 
																			’43,
																			
																			entrambi 
																			del 
																			1955.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questi 
																			racconti 
																			furono 
																			raccolti 
																			in 
																			un 
																			unico 
																			volume,
																			
																			Cinque 
																			storie 
																			ferraresi, 
																			in 
																			seguito 
																			ripubblicati 
																			come 
																			volume 
																			d’apertura 
																			del
																			
																			Romanzo 
																			di 
																			Ferrara 
																			con 
																			il 
																			nuovo 
																			titolo 
																			“Dentro 
																			le 
																			mura”; 
																			in 
																			questi 
																			racconti, 
																			ambientati 
																			in 
																			un 
																			periodo 
																			che 
																			va 
																			dal 
																			1938 
																			al 
																			1943, 
																			l’elemento 
																			centrale 
																			è 
																			rappresentato 
																			dalle 
																			vicende 
																			della 
																			comunità 
																			ebraica 
																			di 
																			Ferrara 
																			durante 
																			le 
																			leggi 
																			razziali 
																			e le 
																			deportazioni 
																			in 
																			Germania, 
																			ma 
																			anche 
																			della 
																			guerra 
																			civile, 
																			come 
																			ne
																			
																			Una 
																			notte 
																			del 
																			’43, 
																			dove 
																			il 
																			protagonista, 
																			Pino 
																			Barilari, 
																			assiste 
																			all’eccidio 
																			perpetrato 
																			dai 
																			fascisti 
																			il 
																			15 
																			novembre 
																			1943 
																			(dal 
																			racconto 
																			fu 
																			successivamente 
																			tratto 
																			un 
																			film, 
																			diretto 
																			da 
																			Florestano 
																			Vancini 
																			nel 
																			1960).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1958 
																			Bassani 
																			pubblicò
																			
																			Gli 
																			occhiali 
																			d’oro, 
																			la 
																			storia 
																			del 
																			dottor 
																			Athos 
																			Fadigati, 
																			emarginato 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			presunta 
																			omosessualità 
																			e 
																			compreso 
																			soltanto 
																			dal 
																			narratore 
																			delle 
																			vicende, 
																			uno 
																			studente 
																			anche 
																			lui 
																			escluso 
																			dalla 
																			vita 
																			sociale 
																			a 
																			causa 
																			della 
																			sua 
																			appartenenza 
																			alla 
																			comunità 
																			ebraica 
																			nel 
																			periodo 
																			delle 
																			leggi 
																			razziali; 
																			da 
																			un 
																			punto 
																			di 
																			vista 
																			stilistico, 
																			in 
																			questo 
																			romanzo 
																			breve 
																			compare 
																			per 
																			la 
																			prima 
																			volta 
																			l’uso 
																			della 
																			prima 
																			persona 
																			per 
																			la 
																			narrazione, 
																			che 
																			lo 
																			scrittore 
																			impiegò 
																			anche 
																			nei 
																			romanzi 
																			successivi.
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1955 
																			Bassani 
																			fu 
																			tra 
																			i 
																			fondatori 
																			di 
																			“Italia 
																			Nostra”, 
																			un’associazione 
																			dedita 
																			alla 
																			tutela 
																			dei 
																			beni 
																			naturalistici 
																			e 
																			del 
																			patrimonio 
																			artistico 
																			italiano; 
																			divenuto 
																			consulente 
																			editoriale 
																			della 
																			Feltrinelli 
																			e 
																			riuscì 
																			a 
																			far 
																			conoscere 
																			in 
																			Italia 
																			autori 
																			come 
																			Karen 
																			Blixen 
																			e 
																			Jorge 
																			Luis 
																			Borges, 
																			nel 
																			1957 
																			riuscì 
																			a 
																			far 
																			pubblicare 
																			in 
																			anteprima 
																			mondiale
																			
																			Il 
																			dottor 
																			Zivago 
																			di 
																			Pasternak 
																			e 
																			l’anno 
																			successivo 
																			pubblicò 
																			il 
																			romanzo
																			
																			Il 
																			gattopardo 
																			di 
																			Giuseppe 
																			Tomasi 
																			di 
																			Lampedusa, 
																			già 
																			rifiutato 
																			dalla 
																			Mondadori 
																			e 
																			dalla 
																			Einaudi, 
																			che 
																			ottenne 
																			un 
																			grande 
																			successo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1957 
																			iniziò 
																			anche 
																			a 
																			insegnare 
																			Storia 
																			del 
																			Teatro 
																			presso 
																			l’Accademia 
																			d’Arte 
																			Drammatica 
																			“Silvio 
																			D’Amico”, 
																			dove 
																			ebbe 
																			tra 
																			i 
																			suoi 
																			allievi 
																			Ugo 
																			Pagliai 
																			e 
																			Carmelo 
																			Bene, 
																			dedicandosi 
																			particolarmente 
																			al 
																			teatro 
																			elisabettiano 
																			e al 
																			teatro 
																			francese 
																			del 
																			Settecento.
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1962 
																			Bassani 
																			pubblicò 
																			il 
																			suo 
																			romanzo 
																			più 
																			celebre,
																			
																			Il 
																			giardino 
																			dei 
																			Finzi-Contini, 
																			in 
																			cui 
																			narrò 
																			la 
																			storia 
																			dell’omonima 
																			famiglia 
																			ebraica 
																			e 
																			soprattutto 
																			di 
																			Micol, 
																			una 
																			figura 
																			affascinante 
																			e 
																			imprevedibile; 
																			Bassani 
																			si 
																			ispirò 
																			durante 
																			una 
																			gita 
																			alla 
																			necropoli 
																			etrusca 
																			di 
																			Cerveteri, 
																			che 
																			gli 
																			ricordò 
																			la 
																			monumentale 
																			tomba 
																			dei 
																			Finzi-Contini 
																			e le 
																			vicende 
																			della 
																			famiglia, 
																			deportata 
																			in 
																			Germania 
																			nel 
																			1943.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			giardino 
																			in 
																			cui 
																			si 
																			svolgono 
																			le 
																			vicende 
																			diventa 
																			così 
																			una 
																			sorta 
																			di 
																			riparo 
																			in 
																			cui 
																			i 
																			protagonisti, 
																			tutti 
																			appartenenti 
																			alla 
																			comunità 
																			ebraica 
																			nel 
																			periodo 
																			delle 
																			leggi 
																			razziali, 
																			trovano 
																			rifugio 
																			dall’esclusione 
																			sociale; 
																			l’io 
																			narrante 
																			racconta 
																			il 
																			suo 
																			innamoramento 
																			per 
																			Micol 
																			e il 
																			romanzo 
																			stesso 
																			diventa 
																			una 
																			celebrazione 
																			dell’arte 
																			come 
																			strumento 
																			per 
																			superare 
																			il 
																			tempo, 
																			un 
																			modo 
																			per 
																			richiamare 
																			alla 
																			memoria 
																			e 
																			riportare 
																			in 
																			vita 
																			personaggi 
																			e 
																			ricordi 
																			del 
																			passato. 
																			Il 
																			libro 
																			ottenne 
																			uno 
																			straordinario 
																			successo 
																			e 
																			nel 
																			1970 
																			Vittorio 
																			De 
																			Sica 
																			girò 
																			un 
																			film 
																			liberamente 
																			tratto 
																			dal 
																			romanzo, 
																			che 
																			non 
																			fu 
																			approvato 
																			da 
																			Bassani 
																			perché 
																			in 
																			diversi 
																			momenti 
																			diverge 
																			dalla 
																			trama 
																			narrata 
																			dallo 
																			scrittore.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1963 
																			sorsero 
																			le 
																			prime 
																			incomprensioni 
																			con 
																			la 
																			casa 
																			editrice 
																			Feltrinelli, 
																			ormai 
																			orientata 
																			verso 
																			una 
																			linea 
																			editoriale 
																			più 
																			sperimentale, 
																			fino 
																			alla 
																			rottura 
																			causata 
																			dalla 
																			pubblicazione 
																			del 
																			romanzo 
																			di 
																			Alberto 
																			Arbasino
																			
																			Fratelli 
																			d’Italia, 
																			del 
																			quale 
																			Bassani 
																			suggerì 
																			una 
																			revisione, 
																			ma 
																			che 
																			invece 
																			fu 
																			pubblicato 
																			dalla 
																			Feltrinelli 
																			in 
																			un’altra 
																			collana 
																			a 
																			insaputa 
																			dello 
																			scrittore; 
																			Bassani 
																			fu 
																			anche 
																			oggetto 
																			di 
																			feroci 
																			critiche 
																			avanzate 
																			 dal 
																			Gruppo 
																			’63, 
																			un 
																			gruppo 
																			di 
																			avanguardia 
																			letteraria, 
																			comprendente 
																			tra 
																			gli 
																			altri 
																			Umberto 
																			Eco, 
																			Elio 
																			Pagliarani 
																			e 
																			Edoardo 
																			Sanguineti 
																			che 
																			polemizzò 
																			contro 
																			diversi 
																			scrittori, 
																			soprattutto 
																			neorealisti, 
																			accusandoli 
																			di 
																			scrivere 
																			romanzi 
																			di 
																			massa 
																			e di 
																			utilizzare 
																			una 
																			scrittura 
																			tradizionale.
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1964 
																			Bassani 
																			pubblicò
																			
																			Dietro 
																			la 
																			porta, 
																			con 
																			cui 
																			tornò 
																			a 
																			descrivere 
																			la 
																			Ferrara 
																			degli 
																			anni 
																			Trenta 
																			e 
																			l’emarginazione 
																			di 
																			cui 
																			fu 
																			oggetto 
																			nell’adolescenza; 
																			il 
																			romanzo 
																			non 
																			ottenne 
																			però 
																			il 
																			successo 
																			del
																			
																			Giardino 
																			dei 
																			Finzi-Contini 
																			e fu 
																			trascurato 
																			dalla 
																			critica. 
																			In 
																			risposta 
																			alle 
																			accuse 
																			del 
																			Gruppo 
																			’63, 
																			Bassani 
																			lavorò 
																			ad 
																			un 
																			nuovo 
																			romanzo,
																			
																			L’airone, 
																			pubblicato 
																			nel 
																			1969 
																			da 
																			Mondadori, 
																			con 
																			cui 
																			rinnovò 
																			il 
																			suo 
																			stile; 
																			lo 
																			scrittore 
																			tornò 
																			ad 
																			utilizzare 
																			la 
																			terza 
																			persona 
																			per 
																			narrare 
																			la 
																			vicenda, 
																			ambientata 
																			in 
																			una 
																			sola 
																			giornata 
																			e 
																			incentrata 
																			sull’inerzia 
																			del 
																			protagonista, 
																			Edgardo 
																			Limentani, 
																			la 
																			cui 
																			angoscia 
																			esistenziale 
																			è 
																			accentuata 
																			dalla 
																			descrizione 
																			del 
																			paesaggio 
																			nebbioso 
																			del 
																			basso 
																			ferrarese 
																			dove 
																			si 
																			reca 
																			a 
																			cacciare, 
																			fino 
																			a 
																			ferire 
																			un 
																			airone 
																			senza 
																			un 
																			motivo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1973, 
																			infine, 
																			pubblicò
																			
																			L’odore 
																			del 
																			fieno, 
																			una 
																			breve 
																			raccolta 
																			di 
																			racconti 
																			che 
																			idealmente 
																			concluse 
																			la 
																			sua 
																			opera 
																			di 
																			romanziere, 
																			riprendendo 
																			e 
																			portando 
																			a 
																			compimento 
																			alcune 
																			delle 
																			storie 
																			già 
																			contenute 
																			nel 
																			volume
																			
																			Cinque 
																			storie 
																			ferraresi; 
																			negli 
																			anni 
																			successivi 
																			si 
																			dedicò 
																			alla 
																			sistemazione 
																			dei 
																			suoi 
																			romanzi 
																			in 
																			un 
																			ciclo 
																			unico, 
																			intitolato
																			
																			Il 
																			romanzo 
																			di 
																			Ferrara, 
																			comprendente, 
																			nell’ordine,
																			
																			Dentro 
																			le 
																			mura 
																			(rielaborazione 
																			delle 
																			“Cinque 
																			storie 
																			ferraresi”),
																			
																			Gli 
																			occhiali 
																			d’oro,
																			
																			Il 
																			giardino 
																			dei 
																			Finzi-Contini,
																			
																			Dietro 
																			la 
																			porta,
																			
																			L’airone 
																			e 
																			L’odore 
																			del 
																			fieno. 
																			Bassani 
																			tornò 
																			a 
																			dedicarsi 
																			prevalentemente 
																			alla 
																			poesia, 
																			pubblicando 
																			due 
																			nuove 
																			raccolte,
																			
																			Epitaffio
																			
																			(1974) 
																			e 
																			In 
																			gran 
																			segreto
																			
																			(1978); 
																			al 
																			pari 
																			della 
																			sua 
																			produzione 
																			narrativa, 
																			anche 
																			l’opera 
																			poetica 
																			fu 
																			successivamente 
																			rielaborata 
																			e 
																			pubblicata 
																			in 
																			un 
																			volume 
																			unico,
																			
																			In 
																			rima 
																			e 
																			senza, 
																			uscito 
																			nel 
																			1982.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Bassani 
																			morì 
																			a 
																			Roma 
																			nel 
																			2000; 
																			negli 
																			ultimi 
																			anni 
																			lo 
																			scrittore 
																			aveva 
																			ottenuto 
																			numerose 
																			onorificenze, 
																			che 
																			contribuirono 
																			a 
																			far 
																			conoscere 
																			anche 
																			all’estero 
																			la 
																			sua 
																			opera, 
																			considerata 
																			una 
																			delle 
																			più 
																			alte 
																			testimonianze 
																			della 
																			cultura 
																			ebraica 
																			italiana 
																			nel 
																			periodo 
																			della 
																			dittatura 
																			e 
																			dell’immediato 
																			dopoguerra, 
																			ma 
																			anche 
																			uno 
																			dei 
																			vertici 
																			della 
																			produzione 
																			letteraria 
																			del 
																			Novecento 
																			italiano.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Le 
																			opere 
																			di 
																			Bassani, 
																			incentrate 
																			sul 
																			tema 
																			dell’esclusione 
																			sociale 
																			e 
																			dell’emarginazione, 
																			rappresentate 
																			dalla 
																			condizione 
																			degli 
																			ebrei 
																			ferraresi 
																			durante 
																			la 
																			dittatura 
																			fascista, 
																			sono 
																			allo 
																			stesso 
																			tempo 
																			riflessioni 
																			sulla 
																			memoria 
																			e 
																			sul 
																			ruolo 
																			della 
																			letteratura 
																			nel 
																			descrivere 
																			le 
																			relazioni 
																			impreviste 
																			che 
																			collegano 
																			le 
																			vicende 
																			umane 
																			alla 
																			Storia.
																			
																			
																							
																							
																			 
																			
																			
																			