.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]

RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

storia & sport


N. 17 - Maggio 2009 (XLVIII)

La storia dei Giochi Olimpici Invernali

parte I - Chamonix 1924
di Simone Valtieri

 

Nel 1897, con ancora fresche nella memoria le immagini di Atene e delle prime Olimpiadi dell’era moderna, lo svedese Viktor Gustav Balk propose l’organizzazione di Giochi Olimpici esclusivamente riservati alle discipline invernali.

 

Al tempo, però, il barone De Coubertin considerava le gare su neve o ghiaccio perlopiù competizioni di interesse regionale, prive perciò delle caratteristiche di universalità che i giochi richiedevano.

 

Tuttavia l’idea di introdurre alcune discipline invernali nel programma di una Olimpiade estiva stuzzicò De Coubertin, che inserì a titolo sperimentale, tra le gare della IV edizione svoltasi a Londra, quattro prove di pattinaggio artistico, dominate dal talento svedese Ulrich Salchow (che dà ancora oggi il nome a uno dei sei salti principali della disciplina), dall’elegante russo Nikolay Panin, dalla leggiadra britannica Madge Syers e dalla coppia tedesca Anna Hubler-Heinrich Burger.

 

Quattro anni dopo non ci fu la replica, in quanto una città “fredda” come Stoccolma, sorprendentemente, rifiutò di ospitare nel programma olimpico discipline invernali, per non interferire con i “Giochi Nordici” che si disputavano in Scandinavia con cadenza annuale da ormai oltre un decennio.

 

Dopo la prima guerra mondiale, bisognerà perciò aspettare il 1920 e le Olimpiadi di Anversa, assegnate ed organizzate in poco più di un anno, per vedere ancora una volta pattinatori su ghiaccio in gara per un oro olimpico. Oltre alle prove di pattinaggio artistico viene organizzato in Belgio anche un torneo di hockey su ghiaccio, che i maestri canadesi vincono a mani basse segnando 29 gol in tre partite e subendone soltanto uno dalla Svezia in una finale senza storia vinta per 12-1.

 

Nell’inverno del 1924 fu organizzata a Chamonix, in Francia la “Settimana internazionale degli sport invernali”, come prologo alle Olimpiadi estive di Parigi.

 

I giorni di gara furono in realtà dieci e ben nove le discipline in programma: biathlon (si trattava in realtà di “pattuglia militare”, progenitore del moderno sport), bob, combinata nordica, curling, hockey su ghiaccio, pattinaggio artistico, pattinaggio di velocità, salto dal trampolino e sci di fondo.

 

Assente un giovane sport da poco codificato dal lord inglese Arnold Lunn: lo sci alpino. Lunn si era battuto già nella sessione del Cio del 3 giugno 1921 a Londra, per l’ammissione delle discipline invernali e soprattutto dello sci alpino nel programma olimpico, ma l’intransigente resistenza delle nazioni scandinave aveva vanificato i suoi sforzi.

 

In questa circostanza però, svedesi, norvegesi e finlandesi dovettero comunque ingoiare un boccone amaro ed accettare l’organizzazione della settimana internazionale di Chamonix anche se in concorrenza con i loro annuali campionati nordici.

 

Poco male: il 24 gennaio 1924 viene inaugurata la manifestazione che vede iscritti 292 atleti (279 uomini e 13 donne) e 16 nazioni partecipanti.

 

Gli stati nordici, in aperta polemica con il Cio che aveva attribuito all’evento francese una matrice olimpica seppure non ufficiale, si limitarono ad inviare rappresentative rimaneggiate.

 

Nonostante ciò ad imporsi nel medagliere furono due nazioni del nord: Norvegia e Finlandia, rispettivamente con 17 e 11 medaglie nel carniere (4 a testa gli ori). Gli altri partecipanti raccolsero le briciole e l’Italia, presente con 23 atleti, neanche quelle, ottenendo come miglior risultato un sesto posto nella prova di bob a quattro.

 

Il trono di miglior atleta è conteso da due scandinavi. Lo specialista delle discipline nordiche (salto, sci di fondo, combinata), il norvegese Thorleif Haug e il pattinatore finlandese Clas Thunberg. Haug passerà alla storia per aver vinto la più massacrante delle prove, la cosiddetta “gran fondo”, una 50 km di sci nordico portata a termine da vincitore in condizioni proibitive, con -25 di temperatura, sci in legno non sciolinati e gareggiando senza berretto.

 

Tre giorni dopo l’inatteso trionfo sui più quotati connazionali Thoralf Strømstad e Johan Grøttumsbraten, l’idraulico di Drammen (era questo il mestiere con cui si guadagnava da vivere il talento norvegese) si ripeterà nella 18 km. Inoltre, grazie al terzo posto nella prova di salto dal trampolino, Haug si aggiudicherà anche la prova di combinata nordica, tornando dalla Francia con tre vittorie in tasca.

 

In realtà cinquant’anni più tardi si scoprì che Haug aveva concluso al quarto posto la gara di salto. Il disguido era nato perché i giudici si erano confusi con l’americano Anders Haugen, dal simile cognome e dalle medesime origini norvegesi. Così nel 1974 fu la figlia di Haug, ormai morto già da tempo a soli 40 anni per embolia polmonare bilaterale, a recuperare dal Museo di Holmenkollen la medaglia del padre e a consegnarla all’ottantaseienne Haugen, fatto venire appositamente dalla California.

 

Tre sono i successi dell’uomo venuto dai laghi, Clas Thunberg, battuto solo sui 10.000 metri dal connazionale Skutnabb e sui 500 dall’americano Charles Jewtraw, che riesce nell’impresa di impedire l’en plein degli specialisti nordici nel pattinaggio di velocità. Nell’artistico vincono lo svedese Grafstrom tra gli uomini, la coppia russa Engelmann-Berger e soprattutto la fuoriclasse austriaca Herma Planck-Szabo, prima donna ad esibirsi in un salto “Axel”, che segnerà la storia del pattinaggio artistico vincendo sette medaglie d’oro ai campionati mondiali.

 

Ultima in quella gara arriverà una ragazzina dodicenne che in futuro riuscirà a vincere anche più titoli di Planck-Szabo: la norvegese Sonia Henie.

 

Nel torneo di hockey si imposero i maestri canadesi, in quello di curling i britannici e nel bob, così come nella staffetta militare, gli svizzeri.

 

La Settimana internazionale di sport invernali si chiuse il 5 febbraio 1924.

 

Nella sessione del Cio del 1926, i membri del Comitato decisero a posteriori di fregiare Chamonix 1924 della qualifica di Olimpiade, rendendola di fatto la prima edizione ufficiale dei nuovi Giochi Olimpici invernali.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA  N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]

.

.