[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 205 / GENNAIO 2025 (CCXXXVI)


arte

Ricordando Gian Carlo Riccardi
L'ANIMA DI UN'icona dell’arte

di Francesco Spilabotte

 

Dieci anni senza la luce di un’anima artistica: Gian Carlo Riccardi, pittore, scultore, regista, attore, scrittore, musicista e docente di storia dell’arte e del costume; un’eredità artistica indelebile. Gian Carlo Riccardi è stato una figura di spicco nel panorama artistico italiano del Novecento. La sua poliedricità lo ha portato a spaziare in diverse discipline artistiche, dalla pittura alla scultura, dal teatro alla scrittura, senza mai perdere di vista un filo conduttore: la ricerca di nuove forme espressive e la volontà di creare un dialogo continuo tra le diverse arti. Per questo il critico d’arte Enrico Crispolti lo ha definito un “artista multimediale”.

 

Diplomatosi nel 1961 in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma e successivamente in Regia Teatrale e Cinematografica presso il Centro Sperimentale di Roma, Riccardi ha iniziato la sua carriera come caricaturista, collaborando con importanti riviste di satira politica, come L’Estro, Il Travaso delle Idee, il Bertoldo, catturando con ironia e acume i personaggi del suo tempo, da Vittorio Gassman a Federico Fellini, da Ray Charles a Brigitte Bardot.

 

Contestualmente Riccardi negli anni ‘60 ha lavorato presso la RAI radiotelevisione italiana come assistente scenografico dello scenografo Carlo Cesarini da Senigallia ed è stato un protagonista attivo dell’avanguardia teatrale romana, collaborando con artisti come Carmelo Bene, Memè Perlini e Nino De Tollis e sperimentando nuove forme di espressione scenica. Il Teatro Club di Frosinone, da lui fondato nel 1962, è diventato un punto di riferimento per le sperimentazioni teatrali, ospitando rappresentazioni che mettevano in discussione i canoni tradizionali e proponevano un linguaggio innovativo e provocatorio. Le sue collaborazioni con artisti di fama internazionale lo hanno portato a rimettersi continuamente in gioco e a confrontarsi con le più avanzate tendenze del teatro contemporaneo, contribuendo a definire un linguaggio teatrale personale e inconfondibile. Tra gli spettacoli che ebbero maggiore risonanza si ricordano Amleto I e II (1962, 1974) Il Rinoceronte di Eugène Ionesco (1964), Escremento (1968), Teorema (1970), Eden (1973), Pinocchio (1974), Perché Lorca (1977), Mia Terra (1981), Lo sguardo del cieco (1990), Cerimonia (2008), Opera (2010) e Ibis (2012). Alla fine degli anni ‘60, inoltre Riccardi contribuì alla fondazione del Teatro La Fede alla Via Portuense di Roma con Giancarlo Nanni, Manuela Kustermann, Pippo di Marca, Giuliano Vasilicò e Valentino Orfeo.

 

Per ciò che riguarda la pittura Gian Carlo Riccardi nella sua lunga ed intensa carriera artistica, durata oltre 50 anni, ha ripercorso tutte le fasi dell’arte contemporanea. La sua opera pittorica è stata un caleidoscopio di temi e tecniche. Dalle atmosfere intime e nostalgiche dell’infanzia, della memoria e dell’ironia, popolate da figure emblematiche come amanti, frati e clown, l’artista si è poi spostato verso un astrattismo materico, sperimentando con il ready-made e il collage. Negli ultimi anni della sua vita Riccardi ha rivisitato i temi dell’infanzia, riproponendo un linguaggio artistico essenziale ma profondo. Le opere pittoriche e grafiche e le sculture realizzate da Gian Carlo Riccardi sono state esposte in Italia e all’estero.

 

Negli anni ‘70 e ‘80, la rete di relazioni di Riccardi si è estesa a personaggi di spicco del mondo artistico e culturale italiano. Legami di stima e collaborazione lo unirono a figure come Alberto Moravia, Cesare Zavattini, Libero De Libero, Stefano Docimo, Franco Cavallo, Giuseppe Bonaviri e Umberto Mastroianni, testimoniando la sua centralità nel panorama culturale del tempo.

 

Nonostante Gian Carlo Riccardi si sia avvicinato alla scultura sin dagli anni ‘70, come testimonia l’Installazione EXPO CT 72 realizzata ed inaugurata in occasione dell’EXPO CT 72 a Milano, Esposizione Internazionale delle attrezzature e degli impianti per il commercio e il turismo, è dagli ‘80 che realizza le cosiddette “Stanze”. Le Stanze sono delle installazioni che rievocano la memoria, il passato e l’infanzia personale e collettiva. Queste opere sono state realizzate attraverso pareti colorate secondo motivi astratti, frammenti di legno e oggetti di uso comune. Sono esempi di opere site specific in grado di creare un dialogo partecipativo con l’osservatore.

L’opera poliedrica e innovativa di Gian Carlo Riccardi ha attirato l’attenzione di numerosi critici d’arte e scrittori, che ne hanno analizzato e interpretato le diverse sfaccettature. Tra i nomi più importanti che si sono occupati della sua produzione artistica ricordiamo: Alberto Moravia, Elio Pagliarani, A. M. Ripellino, Filiberto Menna, Costanzo Costantini e André Pieyre de Mandiargues. Dieci anni dopo la sua scomparsa, l’opera di Gian Carlo Riccardi continua a illuminare il panorama artistico italiano, lasciando un’impronta indelebile sulla storia dell’arte contemporanea.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]