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> Filosofia e religione

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N. 30 - Novembre 2007

IL PRIMO VESCOVO DI GERUSALEMME

Giacomo il giusto, fratello di Gesù

di Leandro Cecconi

 

Nonostante i numerosi tentativi di “spurgare” i sacri testi, quelle Sacre Scritture dichiarate canoniche con un Concilio ecumenico indetto da un Imperatore, da un uomo in armi, quelle molte verità, che ognuno di noi aveva il “sacrosanto” diritto di conoscere, sono emerse come fantasmi dalle sabbie millenarie delle terre di Palestina e d’Egitto.

 

Nell’anno del Signore 325 il Concilio di Nicea era partito con il presupposto di dare una sistemata alla ingarbugliata situazione religiosa che si presentava agli occhi dell’ormai decadente Impero Romano. Costantino fece la parte del leone, insieme ai vescovi delle varie province della nascente cristianità, molti dei quali Padri della Chiesa: mancava solo il pontefice, Papa Silvestro.

 

Ma le cose non potevano durare in eterno, sebbene i concetti precostituiti in quel lontano inizio di IV secolo d.C. abbiano retto fin troppo, grazie all’abilità di una forza politica come quella vaticana, che non ha guardato in faccia a nessuno pur di mantenere il suo status quo.

 

Con i recenti studi di esegesi biblica ci si rende conto che almeno tre dei quattro Vangeli canonici (i sinottici: Marco, Matteo e Luca) hanno subito degli stravolgimenti tali, da rendere difficile comprendere cosa sia realmente giunto a noi. Gli Atti degli Apostoli, scritto anch’esso da Luca, inizia ad avere una certa attendibilità a partire dai versetti 12 – 14: prima soprattutto storielle, spesso in contraddizione con i Vangeli stessi.

 

Molte delle parole di Gesù, non sono veramente le sue: c’è stato un regista che ha ritenuto corretto, per il bene delle prime comunità cristiano – giudee, modificare concetti che avrebbero potuto incontrare il dissenso dei popoli da convertire.

 

Ed è in questo contesto, complesso e surreale, che si inseriscono due delle figure più importanti della Storia della Chiesa Cattolica: Giacomo il “Giusto”, fratello di Gesù, e Paolo di Tarso, autoproclamatosi apostolo dei gentili.

 

Se al primo personaggio la Chiesa ha tolto, per quasi duemila anni, ogni dignità ed ogni riconoscimento religioso, a Paolo di Tarso, fariseo di cittadinanza romana, è stata assegnata un’importanza fuori del comune e, stando ai nuovi studi, assolutamente fuori luogo.

 

La religione propugnata da Gesù il Cristo (come lo chiamava sempre Paolo, pur non avendolo mai conosciuto!), era un ebraismo moderato, dove il rispetto per la Legge era un fondamento imprescindibile. Gesù non hai mai avuto alcuna intenzione di costituire una religione ex novo, e la stessa cosa vale anche per il fratello Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme, e suo diretto successore alla guida apostolica.

 

L’investitura di Simon Pietro, Cefa, a guida della nuova Chiesa, è solo un’invenzione postuma. Gesù non ha mai detto “tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia Chiesa”, anche perché la parola Chiesa è di derivazione ellenica, ed è stata inserita in un periodo successivo, da qualche personaggio che aveva a che fare con il popolo greco (Paolo potrebbe essere uno di questi!).

 

Lo stesso Giacomo il “Giusto” era uno stretto osservatore della Legge Mosaica, e, come guida apostolica, sebbene non fosse particolarmente propenso alla conversione dei gentili, riteneva necessario che tale conversione avvenisse nel rispetto delle norme e delle regole ebraiche. La circoncisione era una procedura obbligatoria per chiunque abbracciasse la fede giudaico – cristiana. Ma Paolo di Tarso non la pensava nella stessa maniera: a suo modo di vedere la fede era più che sufficiente, anche senza il rispetto delle regole. Più volte venne richiamato da Giacomo a Gerusalemme, ma questo non sortì alcun effetto.

 

E dopo la morte, o meglio l’assassinio, di Giacomo il “Giusto” nel 62 d.C, grazie al complotto ordito dal sacerdote fariseo Anano e dall’erodiano Agrippa II, Paolo di Tarso ebbe il campo completamente libero.

 

Paolo aveva tutta la libertà di predicare, mentre iniziavano i tumulti ebraici che avrebbero portato alla devastazione dell’intera Palestina e alla distruzione di Gerusalemme (66 – 70 d.C.)...

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

R. Eisenman: “Giacomo il fratello di Gesù”

M.G. Siliato: “Masada”

J.D. Tabor: “La dinastia di Gesù”

Vangeli Apocrifi – Einaudi

E.Pagels: “ Vangeli Gnostici”

E.Pagels: “Il Vangelo di Tommaso”



 

 

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