[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

183 / MARZO 2023 (CCXIV)


arte

FRANK STELLA

DAL MINIMALISMO ALL’NFT: STORIA DI UN ARTISTA

di Francesco Antinolfi

 

Frank Stella nasce nel 1936 a Malden, in Massachusetts, fondatore e padre dell’arte minimalista, (il minimalismo è caratterizzato da una forte semplificazione della realtà, dall’antiespressività, dall’impersonalità, dalla freddezza e dalla semplificazione dei soggetti in forme geometriche) noto soprattutto per il suo uso di forme e motivi geometrici nella creazione di dipinti e sculture.

 

Laureato in Storia alla Princeton University ha da sempre una passione per la pittura. Nel 1958, si stabilisce a New York dove l’anno successivo partecipa sia alla mostra “Three Young Americans” dell’Allen Memorial Art Museum dell’Oberlin College a Oberlin, in Ohio, sia a “Sixteen Americans” al Museum of Modern Art di New York dove espone quattro dei suoi “Black Paintings”, serie realizzata tra il 1958 e il 1960.

 

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Frank Stella

 

 Per comprendere questa serie è opportuno dividerla in due gruppi: il primo, costituito dalle opere dipinte tra il 1958 e l’autunno 1959, dove le linee presenti sulle tele sono molto lineari e parallele al bordo della tela. Ne è un esempio Tomlinson Court Park (1959). Il secondo gruppo, è composto dalle opere dipinte tra l’inverno 1959 e il 1960, dove le linee sono parallele alle diagonali delle aree in cui è stata ripartita la tela. Ne è un esempio Tuxedo Park (1960).

 

 

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Frank Stella, Tomlinson Court Park, 1959

 

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Frank Stella, Tuxedo Park, 1960

 

L’espressività dei dipinti è da ricercare nel modo in cui i motivi sono stati impiegati nelle singole opere. Quindi l’attenzione deve focalizzarsi sulla dimensione, sulla larghezza delle linee, sulla lavorazione e sulla tipologia di vernice utilizzata. È del 1960 la sua prima mostra personale in cui presenta le sue “Black Paintings” (Pitture Nere), serie costituita da circa due dozzine di tele di grandi dimensioni, ciascuna composta da bande o strisce concentriche in pittura domestica a smalto nero sutela grezza. L’utilizzo di questi materiali conferisce alle opere un aspetto allo stesso tempo crudo, impassibile, rigoroso, imponente, vellutato, diagrammatico ma anche tattile.

 

Un primo cambiamento è possibile collocarlo intorno alla metà degli anni Sessanta, in particolare nel 1966, con la serie “Irregular Polygon”. In questa serie, Stella comincia a usare il colore per la prima volta e inizia a giocare con tele asimmetriche, sagomate, di forma diversa dal tradizionale rettangolo o quadrato, spesso a forma di L, N, U o T; si nota l’impiego di forme geometriche a incastro, le quali, interagendo tra loro creano così stabilità, tensione e allo stesso tempo movimento. Lo stile e l’approccio sono ancora minimalisti, ma piuttosto che concentrarsi sulla geometria simmetrica, sposta il suo obiettivo per giocare con lo spazio, il volume e il senso di equilibrio.

 

    

Frank Stella, Irregular Polygon, Union 1, 1966

 

 

 

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Frank Stella, Irregular Polygon, Moultonville 4, 1966

 

L’artista lavora su grandi formati, per serie, con l’utilizzo di una gamma sempre più ampia di colori tipicamente disposti in linee rette o curve. Un esempio è rappresentato dalla serie di dipinti “Goniometro”, in cui gli archi, a volte sovrapposti all’interno di bordi quadrati, sono disposti fianco a fianco per produrre cerchi pieni e semicerchi dipinti in anelli di colore concentrico. Questi dipinti prendono il nome dalle città circolari visitate dall’artista mentre si trovava in Medio Oriente all’inizio degli anni Sessanta.

 

 

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 Frank Stella, Goniometro, Harran, 1967

 

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Frank Stella, Goniometro, Damascus gate, variation I, 1969-1970

 

Contestualmente alla produzione precedentemente trattata, sempre tra gli anni Sessanta e Settanta, Stella si dedica anche alla creazione di stampe astratte in litografia, serigrafia, acquaforte e litografia portando la stampa stessa come una forma d’ arte, e consacrandosi come uno dei maggiori artisti in questo campo.

 

Altra importante transizione artistica per Frank Stella avviene nel 1975, poiché fino a quell’ anno condusse l’avanguardia americana verso il Minimalismo, concentrandosi sul rapporto colore-forma e lavorando sempre per serie. Da quell’anno in poi, il suo lavoro si libera del Minimalismo che aveva caratterizzato il periodo precedente e assume qualità barocche, comincia a essere contrassegnato da forme curvilinee, colori DayGlo e pennellate affrettate con la creazione di composizioni barocche in rilievo, qui effettuando una transizione verso quella che lui stesso definì pittura “massimalista” per le sue qualità scultoree, in cui incrocia una moltitudine di forme ritagliate e aggiunge arabeschi di colori acidulati.

 

Le tele sagomate assumono forme ancora meno regolari nella serie Eccentric Polygon , e vengono introdotti elementi di collage, pezzi di tela incollati su compensato. Dopo aver introdotto il legno e altri materiali nella serie “Polish Village” (73), creata in altorilievo, iniziò a utilizzare l’alluminio come supporto principale per i suoi dipinti. Il suo lavoro diventa sempre più tridimensionale, al punto in cui inizia a produrre grandi pezzi di metallo autoportanti, che, sebbene siano dipinti, potrebbero essere considerati sculture. 

 

 

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Frank Stella, Polish Village Series, 1970-1974

 

Nel 1981 il sindaco di New York gli consegna l’Award for Arts and Culture. Dal settembre 1982 al giugno 1983 gli viene concessa la residenza all’Accademia Americana di arte e lettere di Roma.

 

Dalla metà degli anni Ottanta alla metà degli anni Novanta, le opere di Stella lasciano grande spazio alla piena tridimensionalità, con forme scultoree derivate da coni, pilastri, onde ed elementi architettonici decorativi. Per realizzare queste opere l’artista utilizza collage o bozzetti che vengono poi ingranditi e ricreati con l’ausilio di assistenti, tagliatori di metalli industriali e tecnologie digitali. Un esempio è costituito dall’ opera La scienza della pigrizia del 1984, la quale è un esempio del passaggio di Stella dalla bidimensionalità alla tridimensionalità. L’opera è realizzata con colori a oliocolori a smalto e colori alchidici su telamagnesio inciso, alluminio e fibra di vetro.

 

 

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Frank Stella, La Scienza della Fiacca, 3.5X, 1984

© 2015 Frank Stella/Artists Rights Society (ARS), New York

 

 A partire dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri, Frank Stella realizza delle sculture monumentali in acciaio lucido o brunito. Nelle sue opere che definisce “massimaliste”, utilizza materiali come l’alluminio non solo per la scultura ma anche come supporto preferito dei suoi quadri, che nell’arco degli anni diventano sempre più elaborati ed esuberanti. Durante gli anni Novanta crea sculture autoportanti per spazi pubblici e sviluppa progetti architettonici. Nel 1993, ad esempio, ha creato l’intero schema decorativo per il Princess of Wales Theatre di Toronto.

 

Negli ultimi anni si è dedicato a esplorare le possibilità della stampa 3D, della fibra di vetro, della fibra di carbone e dei tubi di alluminio, realizzando opere tridimensionali che sfociano sempre di più nell’architettura. All’inizio degli anni 2010, Stella ha iniziato a utilizzare il computer come strumento pittorico per produrre sculture autonome a forma di stella, spesso monocromatiche, nere o beige o naturalmente metalliche, e le loro punte possono assumere la forma di piani solidi, linee sottili o circuiti a rete metallica.

 

La sua Jasper’s Split Star (2017), una scultura composta da sei piccole griglie geometriche che poggiano su una base di alluminio, è stata installata al 7 World Trade Center nel 2021. 

 

 

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Frank Stella, Jasper’s Split Star2017

 

All’età di 86 anni Frank Stella è un artista ancora attivo sul mercato. Attualmente vive e lavora a New York si dedica alla difesa dei diritti d’artista, sia tramite campagne come American Royalties Too (ART) sia tenendo conferenze nei corsi di Giurisprudenza. Lavora e sperimenta con la stampa 3d, creando tubi e altre sculture e sperimentando il mondo dell’NFT. Una delle sue ultime creazioni è disponibile sulla piattaforma web Arsnl. La serie “Geometries” è formata da 22 opere ed è acquistabile in formato, dove conseguentemente alla vendita, vengono inoltre ceduti automaticamente i diritti per stampare l’opera fisica in 3D. Gli NFT con i loro pagamenti diretti al momento della rivendita, sono ben visti dall’artista minimalista, il quale è in grado di cogliere immediatamente il potenziale degli NFT che oltre a fornire i tanto desiderati diritti sulla rivendita, puntano sulle nuove generazioni.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

James Pearson, Frank Stella: American Abstract Artist, Crescent Moon Publishing, 2013.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]