[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 155 / NOVEMBRE 2020 (CLXXXVI)


moderna

MAXIMILIEN DE BÉTHUNE, DUCA DI SULLY

LA NASCITA DEL MERCANTILISMO IN FRANCIA

di Enrico Targa

   

Maximilien de Béthune Duca di Sully nacque il 13 dicembre 1559 nel castello di Rosny-sur-Seine, fu membro del più giovane e anche meno fortunato ramo dei Béthunes-Locres-Mareuil di fede calvinista e discendenti dell’antica famiglia dei conti sovrani di Artois, relativi ai conti delle Fiandre, i Béthunes. Secondo figlio di François de Béthune e Charlotte Dauvet, divenne l’erede della baronia di Rosny a seguito della morte del fratello maggiore, Louis de Béthune, nel 1578. Suo fratello minore fu Philippe (1566-1649), marchese de Chabris, conte di Selle, barone de Chârost.

 

Nel 1572 studiò nel Collège de Bourgogne, a Parigi, riuscì a sfuggire al massacro di San Bartolomeo compiuta nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572 dalla fazione cattolica ai danni degli ugonotti (appellativo dato ai protestanti francesi di confessione calvinista presenti in Francia tra il XVI secolo e il XVII secolo e la sua etimologia rimane incerta) a Parigi in un clima di rivincita indotto dalla battaglia di Lepanto e dal crescente prestigio della Spagna – e divenne compagno d’arme e amico di fiducia del re Enrico III di Navarra (futuro re Enrico IV di Francia), che seguì in tutte le sue guerre contro la corona francese.

 

Nel 1576, combatté negli eserciti protestanti in Olanda per liberare la contea di Gand che non aveva potuto ereditare dal proprio padrino, suo cugino Maximilien de Melun d’Épinay, perché di fede cattolica.

 

Nel 1583, nel castello di Bontin, Maximilien signore di Rosny sposò la principessa capetingia Anne de Courtenay - La Ferté-Loupière, signora di Bontin e Beaulieu in Auvergne, una ricca ereditiera. Grazie a una serie di speculazioni commerciali, come il commercio di cavalli per l’esercito, e ai bottini ricavati dai saccheggi delle città cattoliche occupate dai protestanti, si arricchì in breve tempo.

 

Le sue fortune non finirono qui: nel 1580 divenne ciambellano ordinario (amministratore del tesoro e i beni dello Stato), membro del Consiglio di Navarra e infine fu incaricato di avviare i negoziati con il re di Francia, Enrico III, con lo scopo di continuare una lotta comune contro la Lega cattolica e i loro massimi esponenti, la famiglia cattolica dei Guisa che ambiva a impossessarsi del torno francese.

 

Tuttavia, il Trattato di Nemours, firmato nel 1585, avvicinò il re di Francia ai Guisa a spese del re di Navarra. Nel 1587 combatté al fianco di Enrico de Navarre in una serie di battaglie: a Coutras, alle porte di Parigi, a Arques nel 1589 e a Ivry nel 1590 dove rimase ferito. Nel 1591, mentre si recava a Chartres per sostenere Enrico IV nell’assedio della città, fu nuovamente ferito da un proiettile che gli attraversò la gola, cadendo in un’imboscata vicino a Mantes. Rimase vedovo ma nel 1592 sposò Rachel de Cochefilet, figlia di Jacques de Cochefilet, signore di Vaucelas. Nel frattempo il 2 agosto 1589 il re Enrico III di Francia fu assassinato da Jacques Clément, frate domenicano, appartenente alla Lega.

 

Nel 1593, Sully consigliò a Enrico III di Navarra, diventato re di Francia con il nome di Enrico IV primo della dinastia Borbone e discendente del figlio cadetto di Luigi IX il santo, Roberto di Clermont, di convertirsi al cattolicesimo per pacificare il regno, ma il re rifiutò di ritrattare. Quindi cercò di stabilizzare il regno negoziando la pace con alcuni leader della Lega (il marchese de Villars, il duca di Guisa e il cardinale de Bourbon). Durante l’assedio di Amiens nel 159, si distinse nuovamente a capo dell’artiglieria.

 

Enrico IV per risanare le finanze statali in forte deficit nel 1596 nominò Sully membro Consiglio delle Finanze poi, intorno al 1598, Sovrintendente alle Finanze. Sully con una serie di riforme molto avanzate per l’epoca (tanto che uno dei più grandi economisti del novecento Joseph Alois Schumpeter considera Sully il primo esponente del mercantilismo) metterà ordine nei conti pubblici, creando in primis, nel 1601 una Camera di giustizia con lo scopo di combattere l’appropriazione finanziaria, e grazie ai consigli dell’abile economista Barthélemy de Laffemas, il Sovrintendente alle Finanze sviluppò l’industria dei manufatti, dell’ artigianato e della seta piantando migliaia di alberi di gelso e di vite mettendo fine alla devastazione delle foreste.

 

Quanto alle industrie però Sully pensava che la Provvidenza avesse creato diversi i paesi nella produzione per costringerli agli scambî inoltre temeva che il lavoro delle industrie sottraesse braccia all’agricoltura e privasse del vigore necessario per essere buoni soldati. Di qui la sua avversione per tutte le industrie nascenti (in polemica con Laffermas autore dell’opera Mémoires sur le commerce, 1596) che può essere così riassunta nelle seguenti parole espresse proprio dal Sully: “Pascolo e agricoltura sono le due mammelle che alimentano la Francia, le vere miniere e tesori del Perù”.

 

A tal fine proclamò la libertà del commercio del grano, abolì un gran numero di pedaggi che costituivano altrettante barriere tra le province, aprì importanti vie di comunicazione e fece scavare diversi canali, in particolare il canale di Briare che collega la Senna alla Loira, iniziato nel 1604 e terminato nel 1642.

 

Spingerà i contadini a produrre più del necessario per vendere il surplus agli altri paesi in particolare alla Spagna (il paradosso di una Spagna ricca di ricchezze ma povera di industrie e di agricoltura è così descritto: «Le più ricche miniere d’oro e d’argento che siano in Terra son quelle del nuovo mondo. [...] Ora di tutte queste ricchezze sono i soli Spagnuoli posseditori. E di qui è che i sovrani di Spagna hanno potuto avere la mira a una Monarchia quasi che universale. [...] Se gli altri popoli d’Europa non possono star senza dell’oro e dell’argento di Spagna, per una sorte di provvidenza che le nazioni tutte vuole unite, la Spagna non può star senza delle derrate e delle manifatture delle altre nazioni. Poiché sebbene ell’abbia delle buone terre e degli indigeni abilissimi alle arti, Tuttavia per la grande estensione del Paese e per la pochezza degli abitanti e oltre a ciò per una certa ripugnanza alla fatica, che da animo altero e signorile atteggiamento, ella è nel bisogno di gran parte di quelle cose che ad alimentare e rendere agiato un popolo culto son necessarie» dall’opera di Thomas Mun, Tesoro del commercio.

 

Per tale motivo decise di aumentare la superficie coltivata prosciugando le paludi. Per proteggere i contadini dal fisco, proibì il sequestro di aratri e concesse agli agricoltori uno sconto sugli arretrati di potatura.

 

Uguale avversione il Sully ebbe per le imprese coloniali, specialmente nell’America Settentrionale. Così, sulla Nuova Francia in Canada, scrive nel Febbraio 1608 al presidente Pierre Jeannin, uno dei protettori di Samuel de Champlain: «la conservazione e il possesso di tali conquiste [di stabilimenti francesi in America], troppo distanti da noi e di conseguenza sproporzionati rispetto alla natura e al cervello del Francese. Ammetto, con mio grande dispiacere, che non ho né la perseveranza né la lungimiranza necessaria per queste cose [...] Le cose che rimangono separate dal nostro corpo da terre o mari stranieri non saranno mai che noi. “con grande spesa e poca utilità”.

 

Ridusse, nell’ambito della visione mercantilista di cui era sostenitore e intransigente attuatore, al minimo le importazioni – specialmente di generi di lusso – per evitare il deflusso dell’oro. Altre importanti misure furono varate per sistemare il deficit statale e per reperire le risorse necessarie per finanziare la guerra che la Francia si trovò a combattere contro l’eterna rivale: la Spagna. In primo luogo abbassò considerevolmente le tasse, pagò i debiti contratti dallo Stato.

 

Nel 1598 Sully cancellò tutte le nobilitazioni decretate per 20 anni ed eliminò i piccoli uffici finanziari e giudiziari mettendo fine agli abusi e alla prodigalità presenti di ampi settori dell’amministrazione. L’arrivo in Europa dei metalli preziosi americani, dall’inizio del ’600, permise alla casse francesi di beneficiare delle entrate fiscali riuscendo così a pareggiare il bilancio e ad accantonare tutte le risorse necessarie per finanziare la guerra contro gli Asburgo.

 

Fu nominato governatore della Bastiglia nel 1602 conservando sotto la sua direzione una parte del tesoro reale e fu anche governatore di Mantes e Jargeau, governatore di Figeac, Capdenac e Cardaillac en Quercy, governatore di Poitou, e Sovrintendente agli edifici nel periodo 1602-1621.

 

Nel 1602 su proposta del segretario della Camera del re (era l’incaricato che organizzava il personale domestico del re, assicura l’alloggio della persona reale, il suo cibo, la sua sicurezza, la sua rappresentazione e le sue devozioni, quotidianamente come in situazioni eccezionali) Charles Paulet, Sully introdusse la Paulette, effettiva solo nel 1604, ovvero un diritto annuale versato allo Stato francese da chi ricopriva cariche pubbliche in cambio della possibilità di trasmettere la carica ai propri eredi.

 

Grazie ai risultati ottenuti in campo economico Enrico IV lo nominò Gran Maestro dell’Artiglieria di Francia e Gran Voyer di Francia, con il compito di controllare tutti i canali di comunicazione e sotto la direzione del Sully le strade principali del regno di Francia vengono ridisegnate, riempite, asfaltate e rese adatte ai veicoli facilitando così il commercio interno.

 

Dopo l’assassinio di Enrico IV nel 1610 per mano di un cattolico che non gli perdonava il suo passato di protestante, Francois Ravaillac, fu comunque nominato membro del Consiglio di Reggenza e preparò il bilancio per il 1611. In completo disaccordo con la reggente Marie de Medici, si dimise dalla carica di Sovrintendente alle Finanze e Governatore della Bastiglia (1611) mantenendo solamente il governo del Poitou fino al 1616 quando lasciò la corte ormai dominata dal parti devot o Compagnia del Santo Sacramento (una società segreta cattolica francese che comprendeva tra i suoi membri molte celebrità cattoliche del XVII secolo tra i quali spiccano i nomi di Maria de Medici, San Vincenzo de’ Paoli, il beato Alano di Solminihac;e e il vescovo teorico dell’assolutismo monarchico Jacques-Bénigne Bossuet).

 

Seppur in esilio Sully rimase politicamente attivo: intervenne come moderatore nelle lotte tra protestanti francesi e reali sia dopo i 96 giorni dell’assedio di Montauban da parte di Luigi XIII (1627-1628) sia durante l’assedio di La Rochelle prima della resa dell’ultima roccaforte protestante ugonotta ceduta con l’editto di Nantes nel 1598. Vicino alla rete diplomatica di Richelieu, fu nominato maresciallo di Francia il 18 settembre 1634 rinunciando però, a favore di Richelieu alla carica di gran maestro dell’artiglieria. Nel 1638 fu pubblicato il trattato Mémoires, altrimenti noto come Les économies royales, nel quale viene elaborato il Grand dessein (“Grande disegno” o “Grande progetto”) ossia la creazione di una “Repubblica cristiana” (addirittura “cristianissima” all’interno del testo) universale capace di garantire la libertà di culto delle tre principali confessioni cristiane (cioè cattolicesimo, luteranesimo e calvinismo). Sarebbe stata garantita inoltre la libertà di commercio per tutti e 15 gli Stati membri di nuova fondazione, tripartiti secondo le loro differenze istituzionali (monarchie elettive, monarchie assolute e repubbliche).

 

La nuova Repubblica universale sarebbe stata retta da un Consiglio generale a cui si sarebbero affiancati i vari Consigli particolari competenti per aree regionali. Sarebbe stato costituito un esercito capace di imporre le decisioni prese a maggioranza agli Stati refrattari. Fu un trattato che riassumeva la sua azione di riorganizzatore dell’amministrazione e dello stato, azione che, a parte le critiche talvolta anche fondate, era stata effettivamente il necessario presupposto della politica del Richelieu.

 

Sully morì calvinista presso Château de Villebon (Eure-et-Loir) il 22 dicembre 1641. La sua tomba si trova a Nogent-le-Rotrou. Nel 1999 le sue ceneri furono trasferite nella cappella del castello di Sully-sur-Loire, alla presenza del parroco della Chiesa riformata d’Orleans.

 

 

Rifermenti bibliografici:

 

B. Barbiche et S. de Dainville-Barbiche, Sully, l’homme et ses fidèles, Fayard, Paris 1997. 

M. di Béthune, Les économies royales, Amsterdam 1638. 

J.A. Schumpeter, Storia dell’analisi economica, volume I, Bollati Boringhieri, Torino 1990.

J. Cary, Storia del commercio della Gran Bretagna, trad. di P. Genovesi, B. Gessari, Napoli 1757. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]