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N. 23 - Aprile 2007

LE FORTEZZE CIRCOLARI DI AROLDO DENTE AZZURRO

Le fortezze e il culto

di Emanuela Marchetti

 

Le fortezze circolari danesi si distinguono per alcune peculiarità, che hanno affascinato da sempre gli studiosi dell'età vichinga, come per esempio: la struttura geometrica della pianta, delimitata da un bastione perfettamente circolare, realizzato in legno e terra, e la ripartizione in quattro settori di uguale estensione. Le due strade principali infatti si incrociavano perpendicolarmente nel centro preciso dell'insediamento, dove si formava uno spiazzo quadrato, occupato da una misteriosa struttura quadrangolare, visibile oggi solo da quattro buche di palo. Non è ancora chiara l'esatta funzione di tale struttura, che potrebbe però trattarsi di un luogo di culto o di incontro per la ting, l'assemblea generale degli uomini liberi.

 

Gli studi più recenti sostengono che le fortezze fossero dei centri amministrativi per il territorio circostante, fondati da Aroldo Dente Azzurro tra il 980-981, allo scopo di rafforzare il controllo sul territorio e la sua stessa autorità di sovrano. Tuttavia esistono teorie più vecchie che, cercando di studiare l'origine e la funzione delle fortezze danesi, propongono una connessione tra la struttura circolare e il culto. Purtroppo la questione di un'eventuale funzione religiosa delle fortezze appare ancora oggi irrisolta, si tratta infatti di un argomento complesso, che non potendo contare su fonti e dati archeologici sicuri, coinvolge altre discipline, tra cui antropologia, storia, storia delle religioni e delle idee.

 

Altre teorie più recenti, invece, considerano le fortezze un tipo di insediamento molto più diffuso di cosa si pensasse, affermando che alcune delle principali città danesi, tra cui Hedeby, Århus e Ribe, sarebbero state delle fortezze circolari prima di diventare città, come proverebbe anche la forma circolare o ovale del loro muro di cinta.

 

Una delle prime teorie che collegherebbe l'origine delle fortezze ad una funzione rituale, è quella sostenuta dallo studioso norvegese L'Orange, il quale, all'inizio degli anni '50, studiò la struttura delle città circolari del Medio Oriente, come per esempio Darabjird, Firuzabad e Baghdad, riconoscendovi molte similitudini con le fortezze danesi. Infatti tali città possedevano tutte un bastione circolare e strade, che si incontravano nel punto centrale della città, dividendola in vari settori. Infine, nel punto di intersezione delle strade, si trovavano un palazzo o un tempio, talvolta collocati su di un acropoli da cui dominavano l'intera città, come nel caso di Darabjird. Inoltre la fondazione di queste città risale alla fine del decimo secolo, lo stesso periodo delle fortezze danesi e dei contatti tra vichinghi e popolazioni del medio oriente, che frequentavano le stesse rotte commerciali, incentrate su Bisanzio. L'Orange pertanto dichiarò, in varie pubblicazioni, che i vichinghi avrebbero appreso l'usanza di costruire bastioni e insediamenti circolari, durante scambi commerciali e culturali con l'oriente, testimoniati per altro dalla massiccia presenza di monete d'argento arabe, rinvenute in tutta la Scandinavia.

 

L'origine dell'usanza orientale arriverebbe, secondo L'Orange, dalla fusione tra la tradizione dei culti del fuoco e del sole, molto diffusi nell'oriente antico, e il modello di città ideale dei Greci, come descritto da Platone nel dialogo “Le leggi”, in cui si dice che tale ripartizione riflettesse l'ordine celeste sulla terra e garantisse l'ordine sociale della città, separando caste e professioni.

Tuttavia tale usanza potrebbe essere connessa anche con la descrizione del paradiso fornita dalle culture orientali, tra cui quelle ebraica e araba, nelle quali si parla di un giardino chiuso. Inoltre nella Bibbia il giardino dell'Eden risulta ripartito in quattro settori dai fiumi Tigri, Eufrate, Pison e Ghicon, e non è certo un caso che Gerusalemme fosse rappresentata, nei testi cristiani medievali, come una città racchiusa da un bastione circolare e ripartita in quattro settori.

 

Uno studioso di Washington, Sydney L. Cohen, pubblicò nel 1965 a Copenhagen un testo in cui metteva le origini di Trelleborg in relazione con la tradizione dei monumenti megalitici europei del tipo di Stonehenge. Cohen sosteneva infatti che la struttura geometricamente rigorosa di Trelleborg, fosse dovuta principalmente al culto e che Trelleborg sarebbe stata originariamente una fortezza-santuario, dedicata a Thor, dio vichingo del tuono e del fuco.

 

L'argomentazione di Cohen è vigorosa e basata sulla comparazione di Trelleborg con altri siti fortificati, interpretati dallo stesso Cohen come fortezze-santuari, di origine germanica (es. Lucca nella bassa Sassonia e Lembeckburg sull'isola di Föhr), est europea (es. un insediamento circolare collocato presso il fiume Volkov e il lago Ilmen), scandinava (es. Ismantorp sull'isola di Öland in Svezia e Leksaren in Norvegia) e dalle isole britanniche (Warham Camp in Norfolk, considerata in passato una Trelleborg britannica, e Tynwald Hill sull'isola di Man).

 

I siti presentati sono tutti di forma più o meno circolare o ovale, delimitati da un bastione di terra con nel mezzo una struttura, come un pozzo o simili, di possibile uso rituale. Inoltre le popolazioni che li avevano costruiti avevano come divinità principali dei del sole e del fuoco, spesso descritti come intemperanti e facili alla collera. Un esempio emblematico è fornito da Thunor, il dio germanico del tuono direttamente connesso al vichingo Thor, e gli slavi Perun e Svantowit. Tuttavia la differenza principale tra i siti discussi e Trelleborg, è l'assenza di case all'interno del bastione, che Cohen risolverebbe accentando la teoria di Hannerberg, secondo cui le case all'interno di Trelleborg sarebbero state costruite in un secondo momento. Si tratta però di una teoria non molto nota e difficile da provare, che si basava sulla comparazione di alcuni elementi strutturali delle case di Trelleborg. Inoltre l'analisi dendrocronologica del materiale ligneo rinvenuto a Trelleborg, stabilisce la fondazione della fortezza al 980-981, il regno di Aroldo Dente Azzurro, re cristiano che si vantava di aver convertito i danesi, pertanto risulta molto improbabile che abbia voluto fondare un santuario dedicato a Thor.

 

Confronto tra i bastioni di Hedeby, Århus, Aggersborg, Trelleborg, e Fyrkat

Pianta di Ribe, con evidenziato il tratto di muro ovale di età vichinga

 

Tuttavia secondo nuove ricerche potrebbe esistere un numero maggiore di fortezze circolari, a cominciare dai siti svedesi di Trelleborg, Borgeby e forse Pile. Ma più sorprendente è il fatto che nella stessa Danimarca si sospetti l'esistenza di altre fortezze circolari. In particolare le città di Århus e Hedeby (attualmente nel nord della Germania), sembrerebbero delle candidate ideali: entrambe infatti furono trasformate da mercati stagionali in città, ai tempi di Aroldo Dente Azzurro, e avevano un bastione circolare, non preciso come quello di Trelleborg, ma molto simile per materiali e tecniche costruttive. Inoltre uno studioso svedese di nome Erik Cinthio, affermò alla fine degli anni '60, che importanti città costiere della Scandinavia erano proprietà personale del re, che ne controllava direttamente l'amministrazione e vi aveva una residenza. Secondo Cinthio, inoltre, la prima chiesa a essere fondata in tali città era dedicata a San Clemente, non più tardi del undicesimo secolo. Un esempio emblematico di tale paradigma sarebbe proprio la città di Århus, che era stata una fortificazione già nel 900, prima dell'avvento di Trelleborg.

 

Si sa inoltre che in età vichinga il re si occupava personalmente dell'amministrazione di Århus, come risulterebbe anche da una carta di privilegio datata al 965, firmata a Ingelheim da Aroldo Dente Azzurro e Ottone il Grande, in cui il re danese si impegnava ad occuparsi della fondazione di una chiesa arcivescovile a Århus. Tale atto può essere visto come un'affermazione di potere sul regno danese da parte di re Aroldo, nei confronti di un sovrano più potente di lui, cercando un'ulteriore legittimazione nel potere ecclesiastico. Pare infine che intorno al 1400 la fortificazione di Århus avesse perso di importanza, al punto che il re avrebbe deciso l'abbattimento del suo bastione. Emerge allora una dinamica in cui le fortezze circolari da residenze reali diventarono città, nelle quali la chiesa più antica era sistematicamente dedicata a San Clemente (come confermerebbe anche il caso di Odense, che fu sede della fortezza di Nonnebakken). Ma purtroppo i dati archeologici e storici al riguardo si presentano per la maggior parte poco chiari e incompleti. Per esempio la città di Rostock, nel nord della Germania, ebbe una chiesa di San Clemente, ma non si è certi circa l'esistenza di una precedente fortezza; Slagelse al contrario, la città sorta non lontano dal sito di Trelleborg dopo l'abbandono della fortezza, fu ritenuta da molti una residenza reale ma non può vantare una chiesa di San Clemente. Neanche Lund infine, l'unica città svedese con una chiesa di San Clemente e non lontana dai siti fortificati di Borgeby e Pile, fornisce dati inequivocabili a riguardo.

 

Inoltre gli svedesi Svanberg e Söderberg considerano necessaria la presenza di un luogo di culto all'interno delle fortezze. Secondo i due studiosi infatti le fortezze furono fondate per rafforzare il controllo sul territorio, pertanto esse dovevano fornire alla popolazione del contado tutti i possibili servizi amministrativi, commerciali, di difesa e di culto, per evitarne la dispersione, che avrebbe significato minore efficienza nella raccolta dei tributi. Secondo tali criteri dunque anche Helsingborg potrebbe essere stata una fortezza vichinga, dato che, prima di diventare una città, era stata sede di una residenza reale e di una fortificazione con chiesa annessa datate al 1000.

 

In conclusione, nonostante l'assenza di dati sicuri sulla presenza e il ruolo della religione all'interno delle fortezze danesi, sono emersi tuttavia alcuni elementi significativi. Per esempio sembrerebbe da escludere un legame delle “Trelleborg” con la religione pagana, dato che il loro fondatore, re Aroldo Dente Azzurro, si avvalse della religione cristiana per cercare di accrescere il proprio status. Si può inoltre affermare che, le fortezze dovevano radunare al loro interno tutti i servizi necessari alla popolazione, che abitava il territorio circostante, per rafforzarne il controllo, è quindi evidente che un luogo di culto e di sepoltura dei morti non potevano mancare. Pertanto religione e culto dovevano essere presenti e la loro funzione doveva coincidere con l'intento politico del re.

 

Secondo i dati che sto raccogliendo nel mio dottorato, la situazione danese parrebbe infine simile a quella dei primi castelli fondati in Italia intorno al nono secolo, durante le prime fasi dell'incastellamento: quando in risposta ad un periodo di instabilità politica, che continuava dalla caduta dell'Impero romano e dalle guerre con i barbari, furono creati nuovi abitati fortificati, al cui interno si concentravano produzione, culto, controllo amministrativo e difesa. Pertanto sembrerebbe che sia in Italia che in Danimarca l'autorità politica avesse bisogno di rafforzare la propria posizione, a causa di un cambiamento sociale. In Danimarca si trattava, infatti, di un cambiamento della concezione del potere, la “territorializzazione” appunto. In Italia invece il cambiamento riguardava la classe dominante, con il passaggio dalla stabile e riconosciuta autorità romana, a quella dei regni romano-barbarici e infine a quella precaria e puntiforme dei proprietari terrieri.

 

Una discussione più profonda di questo argomento costituirà il nucleo della mia tesi di dottorato, e dovrebbe spiegare meglio l'origine di certe dinamiche, correlate alla gestione del territorio e alla fondazione di nuovi centri insediativi, che hanno lasciato tracce significative nella matrice politica e nel paesaggio dell'Europa medievale.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Börsch-Supan, Eva, Garten-, Landschafts- und Paradiesmotiv im Innenraum, 1967, Bruno Hesslig Berlin.

Cinthio, Erik, The churches of St. Clemens in Scandinavia, pp. 103 – 116 in Archaeologica Lundensia, Res Medievales,   vol. 3, ed. Ragnar Blomqvist, 1968, Kulturhistorika Museet Lund.

Cohen, Sydney L., Viking fortresses of the Trelleborg type, 1965, Rosenkilde and Bagger  Copenhagen.

Dixon-Kennedy, Mike, Encyclopedia of Russian and Slavic Myth and Legend, 1998, ABC-CLIO Santa Barbara, California.

Harpur, James and Westwood, Jennifer, Atlante dei luoghi leggendari, 1989 Marshall Editions Limited, Italian version 1990, De Agostini Novara.

Holmberg, Rikard, Den Skånska Öresundskustens medeltid, in Acta Archaeologica Lundensia, series 8, n. 11, 1977, CWK Gleerup Lund.

L’Orange, H. P., Trelleborg-Aggersborg og de kongelige byer i Østen, pp. 307 – 331, in Viking, tidsskrift for Norrøn Arkeologi, vol. 16, 1953, ed. Björn Haugen and Wenke Slomann, Norsk Arkeologisk Selskap Oslo.

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