[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 156 / DICEMBRE 2020 (CLXXXVII)


turismo storico

LE FONTANE DI PIETRO LOMBARDI NEI RIONI DI ROMA
I / FONTANA DEI LIBRI

di Emanuel De Marchis

 

La Fontana dei Libri, collocata in via degli Staderari, a pochi passi da piazza Navona, e realizzata interamente in travertino, è situata dentro una nicchia incorniciata da un arco a tutto sesto con l’iscrizione S.P.Q.R. e presenta una testa di cervo fra quattro libri antichi. Questi sono disposti due per lato, collocati su mensole laterali di marmo, mentre l’acqua fuoriesce da due cannelle a forma di segnalibro e cade in parte nella sottostante vasca semicircolare e in parte direttamente sul selciato.

 

 

Tutti gli elementi presenti nella Fontana dei Libri, realizzata da Pietro Lombardi nel 1927, hanno un significato ben preciso in relazione alla storia del rione. Il cervo, per esempio, si trova anche sul timpano della vicina chiesa di Sant’Eustachio e ricorda l’evento della conversione al cristianesimo di Eustachio (I-II secolo), generale romano a cui apparve un cervo con una croce luminosa fra le corna. I libri, invece, rappresentano l’antica Università della Sapienza che si trova nel palazzo a cui è addossata la fontanella (una vera bevuta di cultura).

 

Il passato della Sapienza comincia nel 1303, allorché Benedetto Caetani convince il suo predecessore Celestino V ad abdicare, divenendo papa con il nome di Bonifacio VIII. Sostenitore della supremazia universale del papato, Bonifacio si scontra con Filippo IV di Francia e dopo aver redatto la bolla Unam Sanctam, dove ribadisce la supremazia del pontefice su tutte le podestà della terra, scomunica il sovrano francese nel 1303. In quello stesso anno, con la bolla In suprema praeminentia dignitatis, fonda inoltre lo Studium Urbis, ossia l’Università di Roma. Questa viene collocata fuori dalle mura vaticane, nel rione Trastevere, ubicazione che, pur non risolvendo i vincoli esistenti tra l’università e il clero, segna l’inizio di un nuovo rapporto tra la città di Roma e gli studiosi che in essa giungevano da tutte le parti del mondo.

 

Lo Studium Urbis acquista man mano importanza e prestigio e dal 1363 riceve dalla città di Roma un contributo stabile. La sede trasteverina non è più sufficiente; così nel 1431 papa Eugenio IV, per dare all’Università una struttura più articolata, affianca al rettore quattro amministratori e provvede all’acquisto di alcuni edifici nel rione Sant’Eustachio, tra piazza Navona e il Pantheon. In quell’area sorgerà duecento anni dopo lo storico palazzo della Sapienza, oggi sede dell’Archivio di Stato. Narra la leggenda che la basilica di Sant’Eustachio sorse sopra la casa di Placido, generale dell’esercito dell’imperatore Traiano (sul trono dal 98 al 117). Costui, andando a caccia presso Tivoli, s’imbatté un giorno in un cervo che fra le corna portava il volto del redentore, emanando una luce accecante. Cristo, guardandolo, gli rivolse le seguenti parole: “Placido, perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere”. Il generale dopo la visione, decise di farsi battezzare prendendo il nome di Eustachio o Eustazio (derivante dal greco Eustáchios, ovvero “che dà buone spighe”), e con lui si convertirono anche la moglie e i due figli. Per questo, in cima alla facciata, fu posta nel primo Settecento una testa di cervo con la croce.

 

Via degli Staderari, ove si trova appunto la fontana, ricorda nel suo nome gli antichi fabbricanti di stadere e bilance (oggetti indispensabili nella vita quotidiana), un tempo diffusissimi in questa zona. C’è da precisare che questa via, in precedenza, si chiamava “via dell’Università”, proprio in riferimento alla vicina Università della Sapienza, mentre l’antica “via degli Staderari” era parallela a questa e fu soppressa allorché venne ampliato palazzo Madama. Quest’ultimo deve a sua volta il nome a Madama Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V e moglie del duca Alessandro dei Medici, la quale, rimasta vedova nel 1537, sposò in seconde nozze Ottavio Farnese e soggiornò a lungo nel palazzo: fu allora che esso assunse il nome che ancor conserva. A Margherita si fa risalire l’apposizione, nel soffitto a cassettoni della cosiddetta “sala dello struzzo”, di uno scudo con raffigurato per l'appunto uno struzzo, nel quale si sarebbe dovuto leggere un gioco di parole tra “Autriche” (Austria) e “Autruche” (struzzo), simbolo del passaggio del palazzo alla sfera d’influenza ispano-austriaca. In epoca seicentesca, lo stemma nobiliare mediceo avrebbe sormontato lo struzzo con un’addizione successiva, collegandovisi mediante un nastro allacciato al collo.

 

 

Oggi la Fontana dei Libri, viva e prosperosa d’acqua (rovinata nel corso degli anni da alcuni atti vandalici, restaurata nel 1998, come ricorda un'apposita targa, e poi in parte nuovamente vandalizzata), è oggetto di una vivace riscoperta anche da parte di molti turisti, affascinati dalla sua posizione centrale – a pochi metri dal Senato, luogo fulcro della politica italiana – e dalla sua capacità di raccontare lo spazio attorno a sé, dissetando sia il corpo sia il desiderio di scoprire qualcosa in più delle infinte storie di Roma.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]