.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


.

medievale


N. 135 - Marzo 2019 (CLXVI)

IL FIHRIST E LA BIBLIOGRAFIA ARABA DEL SECOLO X
LA FIGURA DI IBN AL-NADÌM - PARTE ii

di Vincenzo La Salandra

 

Il Fihrist è dunque un catalogo comprendente tutti i libri, quaderni di lezioni, documenti, redatto in lingua araba dal suo autore: un ‘campione’ unico di letteratura, sviluppato in un’enciclopedia o un compendio delle conoscenze possedute da un erudito musulmano nel X secolo a Baghdàd. 

 

Non solo è una preziosa fonte di riferimento per la cultura dell’Islam medievale e dei letterati che l’hanno rappresentata, ma fornisce anche preziose informazioni sull’eredità dell’antichità a disposizione dei musulmani. Il Fihrist contiene vari pezzi di informazioni rare. 

 

In molti casi, le nostre uniche informazioni su alcuni autori dei primi secoli dell’Islàm e le loro opere provengono proprio da questo libro. 

 

Spesso spazi vuoti sono stati volutamente lasciati nel testo per aggiunte successive, con una modernissima richiesta indirizzata ai lettori ad aggiungere qualsiasi informazione che l’autore avrebbe potuto trascurare.

 

Le note raccolte sono state disposte tematicamente e in sequenza cronologica in dieci discorsi (maqālāt), ciascuno suddiviso in varie sezioni: (1) sulle Scritture rivelate di musulmani, ebrei e cristiani, con un’enfasi sulle scienze coraniche e coraniche; (2) su grammatici e filologi arabi; (3) su storici, biografi, epistografi e genealogisti; (4) su poesia e poeti; (5) su teologia e sette musulmane; (6) sulla giurisprudenza (fiqh), autorità legali e hadith; (7) su filosofia, logica, matematica, astronomia e medicina; (8) su leggende, favole, incantesimi, magia, magia, stregoneria, talismani e simili; (9) sulle dottrine delle religioni non monoteiste (Sabei, Manichei, Mazdakiti e altri dualisti) e le credenze dell’India, della Cina e di altri paesi; e (10) sull’alchimia.

 

Seguendo la metodologia storica del suo tempo, Ibn al-Nadīm cercò l’origine di ogni scienza di cui si occupò e continuò la sua storia fino alla sua epoca. Le sue osservazioni introduttive sull’arte della scrittura rivelano il tentativo di essere esauriente e presentano un affascinante modello di concisione e ricerca sulla distribuzione, la storia e le caratteristiche delle lingue e delle scritture di diversi popoli.

 

Ogni discorso inizia con un’indagine introduttiva generale, come sulle prime fasi della grammatica araba o sugli inizi della filosofia. Generalmente, una breve nota biografica sugli autori è seguita da un elenco delle loro opere. 

 

Ibn al-Nadīm tenta di dare un’immagine obiettiva degli autori che nomina, fare osservazioni distaccate sulla base di materiale affidabile. Occasionalmente una lista è dedicata alle pubblicazioni su un tema particolare, come ad esempio la letteratura sull’esegesi coranica, sulle storie d’amore o sulle fiabe. 

 

Nel nono maqāla, un trattato sulla storia della religione, gli annunci bibliografici occupano solo un posto minore. Curiosamente ha omesso del tutto il mazdaismo, anche se la sua discussione sui vecchi scritti iraniani mostra che egli conosceva le fonti mazdakite. 

 

Gli ultimi quattro discorsi si concentrano sulle traduzioni in arabo dal greco, dal persiano, dal siriaco e da altre lingue, insieme a libri composti in arabo sul modello di queste traduzioni. Queste sezioni sono sufficientemente dettagliate, e potrebbero essere considerate una vera e propria piccola storia della letteratura araba del secolo X.

 

Alcune informazioni sulle fonti del Fihrist possono essere estratte dal libro stesso. Apparentemente diversi “cataloghi” su argomenti specifici o opere di singoli autori erano già in circolazione prima di Ibn al-Nadīm. Tra questi egli nomina il Kitab al-Aānī di Abu’l-Faraj Ifahānī.

 

L’autore principale da cui attinge al-Nadìm è Ibn al-Kūfī, che nel Fihrist menziona più volte come fonte, e che potrebbe aver compilato una lista di autori usando il lavoro preliminare svolto da Ibn al-Kalbī e Madā’inī. 

 

Ibn al-Nadīm aveva probabilmente esaminato personalmente molti dei libri che registra, sebbene a volte fornisca anche i nomi dei suoi informatori fidati. Gli autori di repertori biografici e bibliografici in arabo successivi a Ibn al-Nadìm, come Yàqùt, Ibn al-Qiftì, Ibn Abì Usaybi’ah, Ibn Khallikàn, Kutubì, e Hajjì Khalìfa, sono tutti ampiamente dipendenti dal Fihrist, fonte primaria delle loro compilazioni. Ibn Abì Usaybi’ah sottolineava che al-Nadìm era un Kàtib, ma non un semplice trascrittore; Yàqùt (Ubadà’ VI, 197) afferma finanche di aver utilizzato una copia del Fihrist manoscritta dallo stesso Ibn al-Nadìm, assieme ad una seconda copia estesa fornita da Wazīr Abu’l-Qāsim Maribī. 

 

Il materiale del Fihrist successivo all’anno 380/990 molto probabilmente ha avuto origine dalla penna di Maribī. Il testo abaro del Fihrist è consultabile anche on-line nella classica versione di Gustav Flügel in due volumi, Leipzig 1871-72.

 

Per sottolineare ancora il valore, il peso e la centralità del Kitàb al-Fihrist, concludiamo con una citazione dalla voce enciclopedica dedicata ad Ibn al-Nadìm da un grandissimo arabista italiano, Francesco Gabrieli, che scriveva: «Del resto, il suo nome si identifica con l’opera da lui intrapresa nel 987, il celebre Fihrist, grande indice e catalogo ragionato della produzione scientifica e letteraria nota al suo tempo, che si allarga a tratti a una vera storia letteraria e culturale non solo della civiltà arabo-islamica nel suo pieno fiore, ma anche delle culture da essa assorbite. L’immenso valore dell’opera (di cui manca ancora una soddisfacente edizione) à quasi eclissato la nostra conoscenza dell’autore, delle cui vicende e attività al di fuori dell’opera stessa ci manca ogni altra notizia».

 

Grabrieli, che scriveva alla fine degli anni ‘60, lamentava in effetti una mancanza per la letteratura orientalistica europea; oggi, per fortuna, possiamo disporre di una ottima edizione in inglese dell’opera, di Bayard Dodge (editor and translator), The Fihrist of al-Nadim. A Tenth-Century Survey of Muslim Culture. New York & London (Columbia University Press) 1970 Volume 1 & 2.

 

Manca ancora una edizione scientifica completa in italiano di quest’opera seminale della letteratura araba del Medioevo.

 

Infine, a mò di piccolo contributo di traduzione e breve congedo, citiamo una suggestiva e onirica pagina del Fihrist, il Capitolo VII, alla sezione I, e precisamente l’incipit del paragrafo intitolato Menzione sulla ragione per la quale i libri sulla filosofia e le altre scienze antiche furono abbondanti in questo paese:

 

 “Una delle ragioni di ciò fu che al-Ma’mùn (r. 786-833) vide in sogno la parvenza di un uomo bianco, dalla carnagione rosea, dalla fronte ampia, sopracciglia unite, testa calva, occhi accesi di sangue, e di ottime visibili qualità umane che sedeva sul suo letto. Raccontava al-Ma’mùn: ‘Era come essersi ritrovati difronte a lui e in pieno timore nei suoi confronti. Quindi gli chiesi: ‘Chi sei?’ Egli replicò: ‘Sono Aristotele.’ Ero a tal punto entusiasta per la sua presenza che dissi: ‘Oh sapiente posso farti una domanda?’ E lui replicò: ‘Chiedi.’ E quindi chiesi: ‘Cos’è bene?’ Ed egli rispose: ‘Ciò che è buono nel pensiero.’ E chiesi ancora: ‘E cosa c’è dopo?’ Egli rispose: ‘Ciò che è bene nella legge.’ Dissi ancora: ‘Quindi cosa c’è dopo?’ E replicò: ‘Ciò che e bene nel pubblico.’ Dissi: ‘E quindi, cosa ancora?’ Egli rispose: ‘Ancora? Non c’è più nulla.’ Secondo un’altra citazione: ‘Io (al-Ma’mùd) dissi: ‘Dammi qualcosa di più!’ Ed Aristotele rispose dicendo: ‘Chiunque ti dà consiglio sull’oro, fa che sia per te come l’oro; e che sia per te l’unità di Allàh.’ Questo sogno fu una delle più chiare ragioni alla base della produzione di libri. Tra al-Ma’mùn e l’imperatore bizantino ci furono intensi contatti epistolari [...] per ricevere manoscritti scientifici e fino a che ogni mese si arrivò a spendere, per le traduzioni e la produzione libraria, fino a cinquecento dinàr d’oro”.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.