[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

191 / NOVEMBRE 2023 (CCXXII)


attualità

FEMMINICIDI E VIOLENZA SULLE DONNE

TRA SGOMENTO E SDEGNO

di Giovanna D’Arbitrio

 

Mentre ascoltavo le drammatiche notizie sull’uccisione di Giulia Cecchettin da parte del suo ragazzo, mi è venuto in mente ciò che scrisse James Hillman nel Codice dell’anima e anch’io, come lui, mi son chiesta se l’attuale violenta società non ci stia privando delle nostre anime. Tale caso ha suscitato ancor più sgomento poiché il giovane omicida è stato definito “un ragazzo normale”. E Hillman così scrive: «La psicologia addirittura non usa la parola anima: una persona è detta un sé oppure un io. Tanto il mondo là fuori quanto quello dentro di noi hanno subìto il medesimo processo di depersonificazione. Siamo stati tutti privati di anima».

 

A quanto pare a nulla serve la Convenzione di Istanbul che contrasta ogni forma di violenza sulle donne: 111 donne uccise in Italia nel 2023, diverse migliaia in tutto il mondo secondo un recente rapporto ONU. Così quando ci volgiamo indietro verso il passato e consideriamo le faticose conquiste delle donne attraverso i secoli, malgrado i risultati raggiunti ci rendiamo conto che la strada verso un completo rispetto per i nostri diritti umani è ancora lunga e irta di difficoltà. In effetti non solo stiamo vivendo sulla nostra pelle una nuova Età dei Barbari, ma anche una mancanza di dialogo uomo-donna sempre più ostacolato dal frastuono del mondo esterno che distrae e distoglie da una ricerca dell’importanza di sentimenti e rispetto.

 

Purtroppo le cause sono molteplici e richiedono un’analisi approfondita, poiché la violenza sulle donne è un fenomeno ancestrale e trasversale che si verifica, e si è verificato, in tutte le epoche e in tutte le classi sociali, perfino nei paesi considerati più civili, come quelli del Nord Europa. Senz’altro i genitori hanno una parte importante nell’educare i figli, ma oggi purtroppo molti di loro sono lontani da casa tutto il giorno per lavoro (figli affidati a nonni o babysitter quando si può), e poi non sono i soli a educare perché oggi è molto più forte e condizionante l’influsso diseducativo “esterno”, esercitato dalla società: film in tv a tutte le ore (con stupri e violenze), influsso dei social, giochi discutibili, siti internet e quant’altro. D’altra parte basta ascoltare un tg per apprendere notizie orribili e vedere immagini di guerre in cui non si contano efferatezze di ogni genere.

 

E ritornando a James Hillman (Atlantic City, 1926 - Thompson, 2011), docente in prestigiose Università, psicologo junghiano, filosofo e scrittore non imbrigliabile in schemi prestabiliti, per le sue idee innovative suscitò reazioni contrastanti tra psicologi, educatori e operatori sociali. Egli definisce gli archetipi junghiani come radici culturali arcaiche che ogni essere umano porta in sé non solo come individuo, ma anche come componente di una società. L’aspetto rivoluzionario di tali teorie consiste nell’allargare l’intervento terapeutico della psicologia dal rapporto a due, medico-paziente, a tutti i turbamenti e le patologie della società. Insomma nella misura in cui esploriamo la nostra anima, “siamo tutti in terapia”. Se un bambino ha dei problemi, essi non sono solo dentro di lui, ma anche nell’ambiente esterno, nel sistema, nella società.

 

Interessante il capitolo IV del suo libro Il Codice dell’Anima, intitolato “Il ritorno degli Invisibili”, che sembra riassumere molte delle sue idee espresse in altri libri, come Il Potere, Politica della Bellezza, La Vana fuga degli Dei, La Giustizia di Afrodite. In effetti egli asserisce che la scienza della psicologia, pur avendo rinunciato alla secolare ricerca dell’anima, continua a “ingabbiare l’Invisibile con metodi visibili” e ciò accade perché la nostra visione materialistica del mondo conduce l’intelletto umano a sentirsi a proprio agio tra gli oggetti inanimati, soprattutto tra gli oggetti solidi, dove la nostra azione trova il suo fulcro e la nostra industriosità i suoi utensili: la nostra logica è soprattutto una logica dei solidi (afferma, citando H. Bergson).

 

Eppure stranamente la nostra vita di tutti i giorni è governata da una folla di Invisibili che ci danno continuamente ordini, uno spietato gruppo di figure mitiche, chiamate Dominio, Successo, Costo, Rendimento e infine la più grande e più pervasivamente invisibile, l’Economia, che detiene il potere assoluto e oggi governa le nostre esistenze.

 

James Hillman, ha trattato la materia dello stupro nel Saggio su Pan in cui sostiene che lo stupro ha inizio nell’immaginazione distorta e malata. La Grecia Antica sembra rappresentare per lui un ideale di Bellezza che il mondo moderno ha distrutto. Rielaborando la frase di Jung “gli Dei sono diventati malattie”, evidenzia che l’esclusione delle forze divine un tempo presenti nella vita dell’Uomo, oggi sta causando malattie e patologie, sta distruggendo armonia ed equilibri. E anche Umberto Galimberti nel suo libro Vizi capitali e nuovi vizi afferma che i giovani subiscono l’influsso di un mondo non creato da loro, ma dagli adulti.

 

Quando sentiamo parlare di efferati delitti che li mostrano come protagonisti inorridiamo sorvolando sulle cause: un’attenta analisi dell’attuale società e dei suoi cambiamenti evidenzia che, sotto l’incalzare della società tecnologica e la ripetizione meccanica dei fenomeni, fantasia e originalità purtroppo si spengono.

 

Insomma il rispetto che Kant indicava come fondamento della legge morale, non è funzionale al mondo dell’economia che puntando solo su cose sostituibili con modelli sempre più nuovi, produce continuamente un mondo da buttar via e pian piano il concetto passa dagli oggetti a piante, animali, ambiente e infine all’uomo, in particolare alle donne che diventano sempre più oggetti da possedere, oppure prodotti usa e getta con data di scadenza.

 

Ovviamente una sana educazione ai sentimenti sarebbe auspicabile, ma se si è completamente immersi in un periodo storico così violento in cui prevale il progresso tecnologico su quello spirituale, in verità mi sembra molto difficile raggiungere risultati in tal senso, a meno che non si volti pagina e non si scelgano nuove strade.   

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]