[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

161 / MAGGIO 2021 (CXCII)


contemporanea

1939-1941

LA FOLLIA NAZISTA NEI DIARI DI JOSEPH GOEBBELS / PARTE I

di Francesco Cappellani

 

Joseph Goebbels, Hermann Göring e Heinrich Himmler, costituirono il gruppo di gerarchi più vicini a Hitler e più influenti della Germania nazista. A questi si aggiungerà più tardi il giovane architetto Albert Speer che progetterà e cercherà di realizzare i faraonici progetti che Hitler sognava per la sua Germania dominatrice dell’Europa.

 

Speer, a seguito del processo di Norimberga, sconterà 17 anni di prigionia, mentre Göring si suiciderà in carcere alla vigilia dell’esecuzione dopo il processo di Norimberga, Himmler tenterà di scappare ma, catturato il 22 maggio del 1945 da una pattuglia militare inglese, si suiciderà il giorno successivo con una capsula di cianuro che teneva nascosta in una fessura dei denti. Tutti comunque erano scappati da Berlino eccetto Goebbels che si suiciderà con un colpo di pistola, nel bunker della Cancelleria del Reich, il giorno successivo al suicidio di Hitler, cioè il primo maggio 1945, dopo avere sparato a sua moglie la quale a sua volta aveva prima fatto narcotizzare i sei figli con la morfina, per poi ucciderli spaccando dentro la loro bocca una fialetta di cianuro.

 

Con questo gesto estremo Goebbels dimostrerà fino all’ultimo la sua assoluta fedeltà e l’incondizionata adorazione per Hitler e per la sua folle ideologia nazionalista e razzista. A differenza di Göring e di Himmler, Goebbels aveva conseguito laurea e dottorato in letteratura germanica ed era un uomo di vasta cultura e di molti interessi al punto che lo stesso Hitler lo chiamava “Herr Doctor”. In particolare era un diarista scrupoloso, prolisso e indefesso che ogni giorno, anche nei periodi di maggiore attività, annotava minuziosamente non solo i fatti della giornata ma li arricchiva con considerazioni personali e commenti.

 

I diari iniziano nel 1924, quando Goebbels ha 27 anni, e proseguono fino al 10 aprile 1945, a meno di un mese dalla sua morte. I diari costituiscono oggi un corpus di 32 volumi editi da Elke Frölich e collaboratori; l’intera opera, dal titolo Die Tagebücher von Joseph Goebbels è stata completata nel 2008 con l’uscita dell’ultimo volume.

 

Goebbels era consapevole dell’importanza storica dei suoi diari e sicuramente almeno in parte li aveva scritti pensando che potessero essere letti in futuro. Egli stesso si adoperò affinché le molte migliaia di pagine fossero messe al sicuro, facendole riprodurre in microfilm su lastre di vetro, una tecnica allora all’avanguardia, sotto il controllo del suo stenografo Richard Otte (a partire dal 1941 Goebbels non scrisse più a mano), e conservando gli originali nella Cancelleria dove furono ritrovati parzialmente distrutti tra le rovine dell’edificio, mentre i microfilm furono seppelliti a Potsdam.

 

Qui vennero trovati dalle truppe dell’Armata Rossa e spedite all’archivio del KGB a Mosca dove giacquero senza essere letti, finché nel 1992 furono scoperti dalla storica tedesca Elke Frölich, che si adoperò per arrivare alla pubblicazione pressoché completa dei diari. Qui ci riferiamo ai Diari di Goebbels 1939-1941 a cura di Fred Taylor pubblicati da Sperling e Kupfer nel 1984, che coprono, con qualche mancanza, il periodo dal 1 gennaio 1939 all’8 luglio 1941. Sono uno spaccato dei primi due anni di guerra visti da un osservatorio assolutamente particolare, da un uomo, Goebbels, che si identificava corpo e anima col Partito e col suo Capo. Sono gli anni trionfali del massimo fulgore espansionistico della Germania con Hitler praticamente “dominus” dell’Europa, compresa la sgangherata Italia che era ricorsa al suo aiuto in Africa e in Grecia.

 

Goebbels proveniva da una famiglia cattolica della piccola borghesia di una cittadina della Renania, Rheydt, dove era nato nel 1897. A sette anni fu colpito da una forma di poliomielite che lo lasciò zoppo per sempre impedendogli di partecipare alla prima guerra mondiale. Era un uomo piccolo di statura, quasi rachitico, ben diverso dal modello di razza ariana vagheggiato dal nazionalsocialismo, e ciò malgrado era un impenitente donnaiolo.

 

Nel 1923 inizia a sviluppare la sua visione politica profondamente antisemitica e antidemocratica, che trova facile sbocco nelle idee del nascente partito nazista. Nell’aprile del 1924 si vota completamente al nazionalsocialismo e grazie anche alla sua grande abilità oratoria e violenza persuasiva che infiammava il pubblico, inizia a scalare la gerarchia del partito. Nell’ottobre del 1926 Hitler lo nomina Gauleiter di Berlino, una città difficile per la presenza di una forte componente di socialisti e comunisti. Con infaticabile attività riesce a convincere molti elettori operai “rossi” alla causa del nazismo e nel 1928 viene eletto deputato al Reichstag.

 

La sua ammirazione fanatica per Hitler, che rasenta la deificazione del Führer, cresce a dismisura al punto che scrive: «Chi è quest’uomo? Mezzo plebeo, mezzo Dio! È davvero Cristo e Giovanni Battista?». E qualche anno dopo: «Soltanto ora ho capito cosa rappresenta Hitler per me ed il movimento. Tutto! Tutto!».

 

Nel 1931 sposa la bionda Magda Quandt, divorziata dall’industriale Quandt, azionista di BMW e altre industrie, che aveva quasi il doppio dell’età della moglie. Recentemente il quotidiano tedesco Bild, come riportato su Repubblica del 20/8/2016, scrive che Magda, divenuta la più importante donna del potere nazista, era la figlia illegittima di un facoltoso ebreo che la madre aveva poi sposato in seconde nozze, e quindi era “mezza ebrea”. Forse a questo allude Goebbels quando annota nel suo diario, nel giugno del 1934, “una terribile cosa” appresa “da parte di Magda”.

 

Comunque Goebbels rimane un instancabile Casanova soprattutto quando, assurto nel 1933 a ministro della Propaganda e della Pubblica Informazione, si dedica con successo a implementare l’industria cinematografica. Lì ha modo di conoscere attrici e aspiranti artiste che, dato il suo grandissimo potere, erano letteralmente ai suoi piedi. Nel 1938 si innamora perdutamente dell’attrice cecoslovacca Lida Baarova, ma Hitler, venutone a conoscenza, gli ordina di ritornare immediatamente da sua moglie e dai suoi figli. La Baarova fu poi “consigliata” di rientrare quanto prima a Praga.

 

La famiglia Goebbels verrà a costituire per Hitler una sorta di famiglia sostitutiva, avviando, tra il Führer e il suo ministro, “non solo un legame politico ma anche un inquietante vincolo esistenziale e sentimentale destinato a condizionare la vita di entrambi”, come nota acutamente Mirella Serri su La Stampa del 4/10/2016. Hitler aveva ravvisato nella fascinosa Magda, già a partire dal 1931, una sorta di Première Dame che non destava sospetti, e diede inizio a un ménage à trois che provocherà una controllata ma dolorosa gelosia in Goebbels. Scrive nel diario: «Magda si comporta in modo poco dignitoso col capo. E io ne soffro. Non è una signora. Non ho chiuso occhio tutta la notte».

 

Nel 1939 Goebbels era diventato, grazie alla sua eccezionale energia e alle sue indubbie capacità, il padrone assoluto dei mass media. A questo scopo si adopera affinché ogni famiglia possieda un apparecchio radio a basso costo (volksempfänger) in modo da ricevere le trasmissioni e i comunicati che controlla rigidamente. Inoltre considera il cinema un nuovo e potente mezzo per influenzare le masse, e propone e segue la produzione di pellicole come Süss l’Ebreo, il primo autentico film antisemita.

 

Dall’inizio del conflitto mondiale nel 1939 si prodiga nella manipolazione delle notizie relative ai risultati dei vari fronti di guerra, preoccupandosi allo stesso tempo di commentare e rintuzzare le reazioni della stampa inglese, russa e americana e rendersi conto, attraverso i rapporti del Servizio di Sicurezza (Sicherheitsdienst, SD) del morale della popolazione. Così, ad esempio, pur registrando e diffondendo la notizia dell’affondamento della corazzata Graf Spee, orgoglio della marina tedesca, o della defezione di Rudolf Hess, il sostituto del Führer, fuggito con un piccolo aereo in Inghilterra, riesce a minimizzare gli episodi imponendo alla stampa e alla radio “di dedicare grande attenzione ad altre cose”.

 

1939

Il diario del 1939, molto frammentato, inizia con Goebbels ancora straziato dalla fine obbligata del suo amore per la Baarova, che tenta di ritrovare un “feeling” con la moglie Magda con la quale i rapporti sono ancora tesissimi. Ma dopo, con l’inizio della guerra, il tono cambia: Goebbels è impegnatissimo e maniacalmente dedicato a seguire in dettaglio ogni notizia e a presentarla nel modo più favorevole al popolo tedesco; prepara infuocati discorsi per scuotere le masse e aizzarle contro le plutocrazie occidentali e gli ebrei, tenta di curare in modo accettabile i rapporti con gli altri gerarchi come il ministro degli esteri Von Ribbentrop, che detesta, e una miriade di altri personaggi minori per i quali non risparmia giudizi taglienti e anche insulti.

 

Il 3 gennaio 1939 scrive: «Domenica: non una parola da Magda». E il giorno dopo «Discusso le cose con Magda (…) non la riconosco più». Il giorno dopo pranza col Führer il quale «fa un’altra energica dichiarazione a favore del regime vegetariano. Io considero giusto il suo punto di vista. Il mangiar carne è una perversione della natura umana. Quando avremo raggiunto un più alto grado di civiltà, senza dubbio la supereremo».

 

È interessante una notazione del 5 febbrai: «La sera Leni Riefenstahl mi dà un resoconto del suo viaggio in America. Me ne dà una descrizione esauriente che è ben lontana dall’essere incoraggiante. Non otterremo niente da quella parte. Gli Ebrei dominano col terrore e la corruzione. Ma per quanto tempo ancora?». Il 30 maggio parla di Harald Quandt, il suo figliastro, che andrà più tardi in guerra, sarà catturato in Italia dagli Alleati, rilasciato nel 1947, si laureerà in ingegneria e rilancerà l’industria automobilistica tedesca prendendo in mano la BMW.

 

Il 23 agosto 1939 viene firmato a Mosca da Molotov e Von Ribbentrop un patto di non aggressione che prevede la spartizione della Polonia permettendo a Stalin di tranquillizzarsi rispetto a eventuali mire di Hitler verso est, e a Hitler di inviare tutte le sue forze verso ovest per la conquista della Francia, del Belgio e dell’Olanda. Il 1 settembre 1939 Hitler inizia l’invasione della Polonia, il 3 settembre Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania, il secondo conflitto mondiale è iniziato.

 

Il 10 ottobre Goebbels commentando un articolo sull’Izvestia, annota: «Un articolo contro gli alleati, molto chiaro, assolutamente adeguato al nostro punto di vista. Corre voce che l’abbia scritto lo stesso Stalin. In questo momento egli ci dà uno straordinario aiuto; la cosa è stata notata e l’abbiamo ringraziato (…) Il verdetto del Fuhrer sui polacchi è di condanna. Più simili ad animali che a esseri umani, assolutamente primitivi, stupidi e amorfi. La sozzura dei polacchi è inimmaginabile».

 

Sempre il 10 ottobre, Goebbels scrive: «Un vecchio film: L’opera da tre soldi. Tipica impostura ebraica. Era questo il genere di cose che si permetteva agli ebrei di presentare impunemente al popolo tedesco. È merito nostro se ci siamo liberati da questa robacci».

 

Il 12 ottobre Goebbels è euforico: «Il Führer è meravigliosamente sicuro della vittoria (…) Sotto la sua guida noi saremo sempre vittoriosi. Egli riunisce nella sua persona tutte le virtù del grande soldato: coraggio, discrezione, adattabilità, capacità di sacrificio e un sovrano disprezzo per le proprie comodità. Combattere ai suoi comandi non può essere che un onore (…) Si arriverà a una vera e propria guerra mondiale? Nessuno può dirlo, ancora».

 

Il 13 ottobre attacca il primo ministro inglese Chamberlain, che si era impegnato con gli accordi di Monaco per frenare l’espansionismo di Hitler e mantenere la pace anche dopo l’annessione dei territori slavi e della Cecoslovacchia da parte dei nazisti, sperando di dialogare con Hitler per evitare la guerra: «Il vecchio spaccone produce una quantità di parole, ma non è che ascoltandolo si sia informati. Un trombone parlamentare. Quanto siamo superiori, noi».

 

Il 14 ottobre ritorna a parlare dei polacchi affermando che: «L’Asia comincia in Polonia. La civiltà di questa nazione non merita considerazione alcuna. Soltanto l’aristocrazia ha una lieve patina di cultura (…) Deve quindi essere espropriata. Contadini tedeschi prenderanno il loro posto».

 

Il 19 ottobre scrive: «Abbiamo lanciato violentissimi attacchi contro l’Inghilterra, sulla stampa. Ho scritto un articolo furioso contro Churchill pieno di realtà schiaccianti». Descrive poi l’incontro pubblico con l’equipaggio dell’U-boot che era riuscito a penetrare nella base navale britannica di Scapa Flow silurando l’incrociatore Royal Oak causando la morte di 800 marinai: «Essi hanno gabbato completamente gli Inglesi. Un successo magnifico (…) Il pubblico è preso da un entusiasmo folle!».

 

Intanto in Italia Benito Mussolini dopo avere blandamente tergiversato, si va spostando sempre più verso la politica nazista: il primo novembre 1936, la Germania e l’Italia avevano firmato il patto di amicizia, annunciando la creazione dell’Asse Roma-Berlino con l’intento non dichiarato di destabilizzare l’ordine europeo. Il 22 maggio 1939 le due nazioni firmano il Patto di Ferro che include anche operazioni di tipo militare.

 

Il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, ministro degli esteri, non è favorevole alla piega che stanno prendendo gli avvenimenti; il 21 ottobre Goebbels scrive: «Il conte Ciano è contro di noi. Ma il Duce è intervenuto a nostro favore e lo ha rimproverato aspramente». Il giorno successivo Goebbels partecipa a un ricevimento con il Führer: «Il Führer parla per due ore. Dà un quadro della nostra superiorità militare ed economica e della nostra determinazione di vincere, con qualsiasi mezzo e con assoluta spietatezza (…) E alla fine rimane il grande Reich del popolo tedesco, che comprende tutto». La fede acritica di Goebbels nel Führer è incredibile:«Con un simile Führer e una simile guida del partito, dobbiamo riuscire, e riusciremo».

 

Goebbels vagheggia l’inizio di un nuovo periodo storico, il 24 ottobre scrive: «Chiacchierata con il Führer. Parliamo della variabilità del nostro concetto di bellezza femminile (…) Lo sport, la ginnastica e la lotta contro l’ipocrisia sessuale hanno cambiato le attitudini della gente (…) Stiamo facendo lunghi e rapidi passi verso una nuova era classica. E noi saremo i pionieri di questa rivoluzione, sotto ogni aspetto».

 

La Polonia, attaccata anche da est dalle truppe sovietiche, capitola il primo ottobre del 1939. Il 25 ottobre Von Ribbentrop parla a Danzica in modo molto duro nei confronti dell’Inghilterra e dei suoi alleati. Goebbels giudica il discorso “stilisticamente misero” ma annota: «Il discorso di Ribbentrop ha fatto grande scalpore. Riconosciuto universalmente come la frattura definitiva. Adesso il mondo crede davvero in una guerra in atto. Una buona cosa. Purifica l’aria». Il 29 ottobre ha un momento di dubbio sul suo futuro: «Oggi è il mio compleanno. Quarantadue anni. Quanti me ne restano? Preferisco non saperlo».

 

Il 2 novembre si reca a Lodz, in Polonia: «Giro del ghetto in automobile (…) Una cosa indescrivibile. Questi non sono più esseri umani, ma animali. Per tale motivo, il nostro compito non è più umanitario, ma chirurgico. Qui occorre prendere provvedimenti e bisogna che siano radicali, intendiamoci bene». L’olocausto è già tragicamente iniziato.

 

Sempre il 2 novembre Goebbels scrive: «Londra ha appena pubblicato un libro bianco sui nostri campi di concentramento, che ha suscitato un grande interesse. Noi risponderemo con un libro bianco sulla politica coloniale inglese. Mai difendersi, sempre attaccare». Qui è interessante notare che l’esistenza dei famigerati lager tedeschi era nota all’estero, anche se superficialmente, fin dalla fine del 1939. Goebbels riferisce del suo viaggio in Polonia a Hitler che «In particolare approva pienamente la mia esposizione del problema ebraico. L’Ebreo è un prodotto di rifiuto. Un fenomeno più clinico che sociale».

 

Intanto Goebbels non si preoccupa più di incendiare ma di vendere l’arte “degenerata” (Entartete Kunst) che, nota, «ci ha fruttato un mucchio di valuta estera che va nel fondo di guerra, e sarà adoperata per acquistare opere d’arte alla fine delle ostilità».

 

Il 14 novembre scrive che il Führer «riafferma che le condizioni dell’esercito russo sono catastrofiche: è a malapena in grado di combattere (…) È probabile che il basso livello d’intelligenza del Russo medio gli renda impossibile l’uso delle armi moderne». Cioè comincia ad affacciarsi l’idea che un domani anche la Russia possa essere invasa. Divaga poi sull’astrologia: «Ho ordinato qualche indagine sull’astrologia. In questo campo si dicono e si scrivono quantità di stupidaggini».

 

Il 19 novembre scrive: «“Protesto con il Führer sul fatto che gli ebrei sono trattati come i tedeschi riguardo al razionamento alimentare. Immediata abolizione del sistema»; mentre il 21 novembre critica il Duce: «Mussolini ha fatto un discorso. A favore dell’autarchia. Un po’ poco per una guerra, una guerra nella quale, giustamente, dovrebbe combattere a fianco a fianco con noi» e aggiunge che dai rapporti ricevuti appare che in Italia vi sia scarso entusiasmo per la guerra e l’esercito non è all’altezza della situazione.

 

Il 28 novembre scaglia i suoi strali contro la Chiesa: «Le chiese diventano insolenti. Ho intenzione di sottoporre alla censura anche le lettere pastorali. Questo dovrebbe far cessare gli abusi del clero». Intanto la Russia inizia l’invasione della Finlandia che resiste eroicamente; Goebbels commenta: «La Russia ha attraversato la frontiera finlandese. Così è scoppiata la guerra. Una cosa utile dal nostro punto di vista. Di questi tempi più c’è instabilità, più c’è da guadagnare».

 

Il 14 dicembre Goebbels scrive: «Mussolini deve tollerare l’opposizione del Quirinale e del Vaticano. Anche Parigi e Londra stanno esercitando forti pressioni su Roma. Le hanno offerto dividendi del canale di Suez e forse la Tunisia. Ma sembra che Mussolini si conservi fedele a noi». Intanto, il 20 dicembre del 1939, scrive: «Churchill tiene un discorso alla radio. Zeppo di bugie e travisamenti. È molto invecchiato, ma rimane una vecchia volpe astuta!».

 

Il 24 dicembre commenta un rapporto sulla situazione in Grecia: «Il Paese dipende molto dall’Inghilterra (…) non il principe ereditario, ma sua moglie, significativamente è una principessa Hohenzollern. Che branco. Essi devono essere eliminati. I parassiti principeschi dell’Europa».

 

Il 27 dicembre scrive: «Il Papa ha fatto un discorso di Natale. Pieno di aspri e velati attacchi contro di noi, contro il Reich ed il Nazionalsocialismo. Tutte le forze dell’internazionalismo ci sono ostili. Noi dobbiamo spezzarle». Il giorno successivo: «Espongo le mie lagnanze sulla Chiesa. Il Führer è completamente d’accordo con me, ma non crede che le Chiese tenteranno di fare qualcosa durante la guerra (…) Il Führer respinge con ardore qualsiasi idea di fondare una religione (…) Il suo ruolo unico ed esclusivo è quello del politico. Il modo migliore di trattare con le Chiese è di dichiararsi un vero cristiano».

 

Il 29 dicembre ritorna sulla questione religiosa raccontando un ragionamento di Hitler alquanto singolare: «Il Führer è profondamente religioso, sebbene del tutto anticristiano. Considera il Cristianesimo come un sintomo di decadenza. E giustamente. È una diramazione della razza ebraica (… Entrambe le religioni (il giudaismo e il cristianesimo) non hanno punti di contatto con l’elemento animale e perciò, alla fine, saranno distrutte. Il Führer è un convinto vegetariano, per principio. Le sue argomentazioni non si possono confutare in nessun modo. Sono totalmente inoppugnabili. Egli ha scarsa considerazione per l’homo sapiens. L’uomo non dovrebbe sentirsi superiore agli animali (…).L’uomo crede di essere il solo a possedere l’intelligenza, un’anima e la capacità di parlare. Forse che gli animali non hanno le stesse cose?».

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]