N. 17 - Ottobre 2006
DEMOCRAZIA ALLA RUSSA
I movimenti giovanili in Russia e la protesta
politica
di Leila
Tavi
Secondo un sondaggio realizzato nel maggio scorso più della
metà dei Russi vedrebbero con favore un emendamento
alla Costituzione russa, che prevede attualmente per
il presidente della Federazione un mandato di 4 anni
rinnovabile per una sola volta, così da permettere a
Vladimir Putin la presentazione di una terza
candidatura alle presidenziali del 2008.
Il presidente russo sembrerebbe avere più pressioni
all’estero che in patria: ci sono stati moniti da
parte del vice presidente Dick Cheney e dal
cancelliere tedesco Angela Merkel riguardo alle
violazioni dei diritti umani in Russia.
In patria Putin è rispettato e, non è esagerato dire,
venerato dalla maggioranza della popolazione, perché,
nonostante tutte le difficoltà economiche in cui versa
il popolo russo oggi, durante i due mandati
dell’attuale presidente
la
Russia è ritornata a ricoprire in ambito
internazionale, dopo la crisi post comunista dei primi
anni ’90, un ruolo di potenza militare ed economica,.
Ma la democrazia alla russa è uno strano compromesso tra le
strutture e i metodi del passato, fatti di
apparatchiki e di censura, e la nuova economia
globale.
Per impedire l’ingerenza sulla società delle ONG
straniere la duma ha approvato, su
iniziativa di Putin, il 23 novembre 2005, una legge
che limita fortemente il raggio d’azione delle ONG
straniere in Russia.
Dal 18 aprile 2006, con l’entrata in vigore della legge, le
ONG straniere hanno l’obbligo di essere registrate
come persone giuridiche e non possono ricevere
finanziamenti stranieri.
Più di 450 mila le organizzazioni, tra cui fondazioni e
associazioni culturali, sono, dall’inizio di quest’anno,
sotto il mirino del governo russo; il Cremlino teme
che, attraverso l’associazionismo, sia possibile un
movimento finanziato con capitali stranieri e in grado
di rovesciare il regime, come è già successo con le
rivoluzioni “colorate” di Georgia, Kirghizistan e
Ucraina.
Lo scenario che presenta oggi
la
Russia post sovietica è disarmante: il totale
controllo del Cremlino sui media e, de facto,
nessuna forma di opposizione democratica in
Parlamento.
Nella società civile imperversa l’apatia politica e
i soli gruppi a mobilitarsi per la lotta contro i
soprusi governativi e la violazione dei diritti umani
sono isolati gruppi giovanili che ottengono consenso
prevalentemente nelle grandi città.
Negli ultimi due anni si sono succedute a Mosca e a
Pietroburgo diverse manifestazioni anti-governative di
piazza, la più grande in occasione del G8.
Jens Siegert
ha pubblicato nel 2005 un interessante studio
sull’attivismo politico dei giovani in Russia in cui
oltre a illustrare, riprendendo la tesi di Jelena
Omeltschenko, le due macrocategorie in cui si
divide la gioventù russa contemporanea: i
gopniki e i neformaly.
I gopniki non mostrano nessun interesse e nessuna
capacità per la politica, anzi si dichiarano
apolitici, se non antipolitici. Vivono prevalentemente
in provincia e sono fruitori della cultura di massa
proposta dalla televisione e che in Russia è
soprannominata popsa.
I neformaly voglio distinguersi dalla massa dei
gopniki adottando un modello di vita agli antipodi
rispetto a quello passivamente accettato dai
gopniki. Si vestono in modo alternativo e
ascoltano musica alternativa. Rifiutano gli stereotipi
proposti dalla televisione, considerata la causa
maggiore del gap culturale nella
Russia di oggi. L’unica emittente che i neformaly
considerano uno strumento educativo valido è “Kultura”.
A differenza dei gopniki si interessano di
politica, pur non essendo sempre degli attivisti.
I movimenti giovanili alternativi nascono, secondo Jelena
Omeltschenko, in maniera irrompente negli anni ’80 e
il termine neformaly è coniato dai funzionari
del Komsomol (Kommunisticeskij Sojuz
Molodezei) durante gli anni della
perestrojka.
Tra di loro i gruppi si distinguono per il tipo di
attività e orientamento nel campo politico, culturale
ed economico.
Nella primavera del 1987 la milizia russa fa
un’irruzione nella sede di un’associazione giovale,
una sorta di locale dove si incontrano hippy sul
Gogol boulevard (Гоголевский
бульвар)
di Mosca, per un’azione dimostrativa di forza.
Per Jelena Omeltschenko il club del Gogol boulevard
può essere considerato il prototipo di quelle
organizzazioni giovanili future che saranno impegnate,
in vario modo e sotto diverse spoglie, politicamente.
Possiamo dire che si tratta del primo gruppo di “disubbidienti”
russi.
Negli ultimi anni l’associazionismo politico dei
giovani in Russia è connotato prevalentemente da una
visione della politica come “avventura estrema”
e gli attivisti di tali gruppi vivono prevalentemente
distaccati dalla società contemporanea russa: si
incontrano in circoli chiusi e in circuiti
alternativi; questo è vero soprattutto per gli
attivisti di estrema destra.
Jens Siegert suddivide i movimenti politici giovanili russi
in quattro categorie ideologiche: i radicali di destra
e i gruppi nazionalisti; i radicali di sinistra e le
organizzazioni comuniste; i liberali, che si ispirano
ai modelli di democrazia occidentale e infine i gruppi
finanziati e sponsorizzati dal governo, leali al
presidente Putin.
Nel prossimo numero analizzeremo più approfonditamente i
quattro sottogruppi indicati da Siegert.
Riferimenti bibliografici:
Un'agenzia di
comunicazione russa rischia la chiusura perchè
accusata di aver pubblicato vignette,
“Nuova Agenzia Radicale”, consultato il 29.09.2006,
http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=7271
Anna Ardayeva,
Energy revenues and
corruuption increase in
Russia,
“newsVOAcom”,
13.07.2006, consultato il 29.09.2006,
http://www.voanews.com/english/archive/2006-07/2006-07-13-voa25.cfm
Costanze Berendts,
Putins Russland. Defekte Demokratie oder gelekter
Pluralismus, tesi di dottoratok, 2005
Center
for International Private Enterprice,
Practical approaches to
anti-corruption reforms in
Russia,
2005, consultato il 29.09.2006,
http://www.cipe.org/pdf/publications/fs/070605.pdf#search=%22georgi%20satarov%22
Yuri Chavusaw,
Revolution and anti-revolution in the post-Sovietic
zone,
Les enfants terribles de
Vladimir Vladimirovitch Poutine,
regia di Maurice Rufin, Francia, 2005
Vincenzo Giardina, Le
Ong strumento del capitalismo: Putin prepara la purga,
“Il Manifesto”, 09.12.2005, consultato il 29.09.2006,
http://liberazione05.rifondazione.co.uk/Notizie05/12dicembre05/0512M0100.htm
National Bolshevism,
Saint-Petersburg
National-Bolsheviks Hung Out the Banner "Putin, Leave
By Yourself!,
http://eng.nbp-info.ru/544.html
Jelena Omeltschenko,
Russische
Jugendszenen.
Oder
“Prolos” gegen “Alternative”,
articolo originale pubblicato in „Kultura“ 2.2005,
tradotto dal russo da Mischa Gabowitsch, „Landesjugendring
Hamburg“, 2005, consultato il 27.09.2006,
Manuela Paraipan,
Russia’s Tactics in Eastern Europa, “World
Security Network”, 02.03.2005,
consultato il 29.09.2006,
http://www.worldsecuritynetwork.com/showArticle3.cfm?article_id=11021
Marie-Pierre Rey, Les
Russes: de Gorbatchev à Putin, Parigi, Colin, 2005
Vladimir Sapozhnikov,
Mosca mette sotto controllo le ONG, “Il Sole 24
ORE”, 24.11.2005
Jens Siegert, Dossier
“Demokratie in Russland”. Politische
Jugendorganisationen und Jugendbewegungen in Russland,
„Heinrich Böll Stiftung, 2005,
http://www.boell.de/index.html?http://www.boell.de/de/05_world/4092.html
Grit Weirauch,
Démocratie à la russe, “Arte Thema”,
11.07.2006, consultato il 26.09.2006,
http://www.arte.tv/fr/histoire-societe/La_20Russie_20et_20ses_20voisins/1260572,CmC=1313404.html |