[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 214 / OTTOBRE 2025 (CCXLV)


attualità

DEMOCRAZIA O AUTOCRAZIA?
LA Libertà dalla paura secondo Tagore (e non solo)
di Giovanna D'Arbitrio

 

Riflettendo sulle paure della nostra difficile epoca in cui ci sentiamo continuamente minacciati da tanti pericoli, vengono in mente alcuni versi del poeta indiano Rabindranath Tagore (Calcutta1861-1941), sempre attuali a livello sia nazionale sia internazionale. Egli, in Dove la Mente è senza Paura, scrive: “La libertà dalla paura è la libertà / che chiedo per te, mia Patria diletta! / Libertà dal fardello degli anni, che fa chinare la tua testa, / che ti spezza la schiena, che rende ciechi i tuoi occhi /al richiamo allettante del futuro; / libertà dai ceppi del torpore con i quali incateni te stessa all’immobilità della notte, / diffidando della stella che addita la via avventurosa della verità; / libertà dall’anarchia di un destino le cui vele sono affidate a venti ciechi ed incerti, / e il timone a una mano irrigidita e fredda come la Morte”.

 

Scritta da Tagore durante le lotte per l’indipendenza dell’India dal colonialismo britannico, la poesia contiene un messaggio universale e parla a chiunque aspiri alla libertà, alla dignità e alla giustizia, offrendo una grande visione di speranza che non riguarda solo l’India, ma l’Umanità intera. Fu pubblicata nel 1910 nella raccolta Gitanjal, che valse al poeta il Premio Nobel per la Letteratura.

 

Senz’altro oggi la paura del futuro coinvolge sempre più l’Umanità tra pandemie, disastri climatici, crisi economico-politiche e sanguinose guerre che destano ansia e preoccupazione come eventi che sfuggono al controllo di noi comuni cittadini. E sono in molti a chiedersi dove ci condurranno i cambiamenti attuali, in particolare in una politica che si dibatte tra democrazia e autocrazia in un mondo sempre più in bilico tra i suddetti poli, con un aumento di regimi autoritari, una sfida costante per le democrazie radicate nella libertà, rispetto di diritti umani e civili e beni comuni.

 

In effetti, la lotta tra questi due sistemi genera incertezze e timori sul destino della libertà globale, dal momento che diversi paesi stanno scegliendo tra modello occidentale o modelli più autoritari per non restare isolati, una sfida che a livello mondiale sta mettendo a dura prova molte democrazie e in particolare i partiti progressisti. In effetti essi avevano già perso consensi quando, per effetto delle strategie economico-politiche globalizzate miranti a riduzione dei costi, si è verificata una grave perdita di posti di lavoro con accorpamenti di aziende, delocalizzazioni e quant’altro…ed ora i suddetti partiti si trovano a dover fare marcia indietro e affrontare altre riduzioni di posti non solo per i dazi trumpiani, ma anche per l’avvento dell’intelligenza artificiale che inciderà su tutto ciò in modo ancora più pesante.

 

Ci sono diversi libri che analizzano i pericoli che minacciano democrazia e libertà tra i quali citiamo La nuova guerra contro le democrazie, del noto giornalista e saggista Maurizio Molinari, nonché quello di Romano Prodi e Massimo Giannini Il dovere della Speranza che malgrado guerre, disordine mondiale e crisi dell’Europa, ci invita alla speranza come un dovere per le generazioni future, poiché, come si legge nella presentazione di Rizzoli, custodire e promuovere “il dovere della speranza” vuol dire non arrendersi alla progressiva evanescenza europea. Vuol dire continuare a credere in una politica internazionale che non sia solo uno strumento dottrinario di rese dei conti. Perché il rischio di perdere tutto è incredibilmente concreto. Autocrazie contro democrazie, civiltà contro barbarie, la dea incompiuta e irrisolta dell’Europa fino a toccare i nervi scoperti dei problemi interni al nostro Paese. Il risultato è un confronto serrato su tutti i grandi mali che rischiano di polverizzare il lungo lavoro di costruzione politica della pace.

 

Con una certezza: abbiamo ancora “il dovere di sperare”.

 

Senz’altro libri interessanti, ma preferiamo tornare ai versi di Tagore che implora Dio affinché ci aiuti a preservare la libertà, un bene immenso che va tutelato: “Libertà dall’onta di abitare in un mondo di marionette, / le cui mosse sono guidate da fili senza cervello, / ripetute per abitudine senza senso; / dove i personaggi sono in attesa, con passiva obbedienza, / che li desti per un istante a un’effimera imitazione della vita,/dove la mente non conosce paura e la testa si tiene alta; / dove il sapere è libero; / dove il mondo non è ridotto in frammenti da anguste pareti domestiche; / dove le parole sgorgano dalle profondità del vero; / dove un instancabile impegno protende le braccia verso la perfezione; / dove il limpido ruscello della ragione non s’è perduto nelle monotone deserte sabbie di stracche abitudini; dove la mente è da Te condotta a un pensare e a un agire sempre più vasti / Sotto tal cielo di libertà, Padre mio, fa che il mio popolo si desti”.

 

Non possiamo che aggiungere Amen e sperare.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]