N. 121 - Gennaio 2018 
                          
                          (CLII)
																						la conversione dimenticata 
																						gli ebrei di sannicandro - Parte i
																						di Stefano Coletta
																			 
																			
																			
																			Questa 
																			storia 
																			inizia 
																			con 
																			due 
																			messi 
																			notificatori 
																			del 
																			Tribunale 
																			Penale 
																			di 
																			Foggia 
																			che 
																			bussano, 
																			una 
																			mattina 
																			del 
																			febbraio 
																			1936 
																			(anno XIV 
																			dell’era 
																			fascista), 
																			alla 
																			porta 
																			di
																			
																			Donato 
																			Manduzio, 
																			un 
																			contadino, 
																			residente 
																			a 
																			Sannicandro 
																			Garganico, 
																			noto 
																			con 
																			il 
																			soprannome 
																			“Caccabra” 
																			faccia 
																			di 
																			merda), 
																			unica 
																			eredità 
																			paterna.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ad 
																			aprire 
																			la 
																			moglie, 
																			Emanuela 
																			Vocino, 
																			che 
																			rassicurata 
																			che 
																			non 
																			sono 
																			agenti 
																			delle 
																			tasse, 
																			li 
																			invita 
																			a 
																			entrare, 
																			ma 
																			quale 
																			sconforto 
																			l’assale 
																			quando 
																			scopre 
																			che 
																			recano 
																			la 
																			notifica 
																			di 
																			una 
																			multa 
																			di £ 
																			250 
																			a 
																			carico 
																			del 
																			marito 
																			Donato 
																			Manduzio. 
																			La 
																			donna 
																			inizia 
																			a 
																			imprecare 
																			e a 
																			contestare 
																			«Ma 
																			come 
																			può 
																			essere 
																			che 
																			mio 
																			marito 
																			ha 
																			fatto 
																			qualcosa, 
																			se è 
																			paralitico 
																			e 
																			trascorre 
																			tutto 
																			il 
																			tempo 
																			a 
																			casa! 
																			Ma 
																			s’è 
																			ammattito 
																			quel 
																			cornuto 
																			del 
																			Giudice 
																			di 
																			Foggia!».
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Inutile 
																			cercare 
																			di 
																			farla 
																			ragionare. 
																			Solo 
																			dopo 
																			molto 
																			tempo 
																			riescono 
																			a 
																			spiegare 
																			che 
																			la 
																			multa 
																			è 
																			frutto 
																			delle 
																			riunioni 
																			religiose 
																			che 
																			tiene 
																			il 
																			marito 
																			nella 
																			sua 
																			casa. 
																			«Cosa 
																			c’è 
																			di 
																			male!», 
																			risponde 
																			la 
																			donna. 
																			Il 
																			male 
																			sta 
																			nella 
																			decisione 
																			di 
																			Donato 
																			di 
																			autoproclamarsi 
																			ebreo 
																			e di 
																			aver 
																			fatto 
																			proseliti 
																			tra 
																			la 
																			popolazione 
																			del 
																			paese.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Donato 
																			Manunzio, 
																			classe 
																			1885, 
																			nasce 
																			il 
																			25 
																			luglio 
																			a 
																			Sannicandro, 
																			un 
																			paese 
																			del 
																			sub 
																			appennino 
																			dauno, 
																			nella 
																			provincia 
																			di 
																			Foggia, 
																			da 
																			una
																			
																			famiglia 
																			di 
																			poveri 
																			contadini. 
																			Questo 
																			gli 
																			impedisce 
																			di 
																			frequentare 
																			la 
																			scuola, 
																			come 
																			la 
																			maggioranza 
																			dei 
																			paesani. 
																			Appena 
																			è in 
																			grado 
																			di 
																			tenere 
																			una 
																			zappa 
																			in 
																			mano 
																			viene 
																			avviato 
																			nei 
																			campi, 
																			allo 
																			scopo 
																			di 
																			aiutare 
																			la 
																			famiglia.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1910, 
																			all’età 
																			di 
																			venticinque 
																			anni, 
																			contrae 
																			matrimonio 
																			con 
																			Emanuela 
																			Vocino, 
																			figlia 
																			di 
																			contadini. 
																			Il 
																			matrimonio 
																			non 
																			è 
																			“benedetto” 
																			dall’arrivo 
																			di 
																			figli. 
																			Nel 
																			1915, 
																			l’Italia 
																			lo 
																			“chiama 
																			a 
																			difendere 
																			i 
																			sacri 
																			confini 
																			della 
																			Patria”. 
																			Si 
																			ritrova 
																			a 
																			vestire 
																			i 
																			panni 
																			del 
																			soldato 
																			e il 
																			fregio 
																			del 
																			94° 
																			Reggimento 
																			Fanteria. 
																			Durante 
																			la 
																			permanenza 
																			in 
																			prima 
																			linea, 
																			s’ammala, 
																			di 
																			una 
																			malattia 
																			non 
																			ben 
																			precisata, 
																			è 
																			ricoverato 
																			in 
																			ospedale, 
																			dove 
																			rimane 
																			molto 
																			tempo. 
																			Vien 
																			dimesso 
																			con 
																			un
																			
																			certificato 
																			d’invalidità 
																			permanente, 
																			che 
																			gli 
																			consente 
																			di 
																			percepire 
																			la 
																			pensione 
																			di 
																			guerra.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Durante 
																			il 
																			periodo 
																			di 
																			degenza
																			
																			apprende 
																			a 
																			leggere 
																			e a 
																			scrivere, 
																			in 
																			maniera 
																			elementare. 
																			Tornato 
																			a 
																			Sannicandro, 
																			si 
																			dedica 
																			alla 
																			lettura 
																			e in 
																			questo 
																			modo 
																			perviene 
																			alla 
																			lettura 
																			della 
																			Bibbia, 
																			in 
																			italiano, 
																			regalatagli, 
																			da 
																			un 
																			vicino 
																			di 
																			casa, 
																			pentacostale, 
																			forse 
																			con 
																			l’intento 
																			di 
																			convertirlo, 
																			come 
																			aveva 
																			fatto 
																			con 
																			altri 
																			abitanti. 
																			Manduzio 
																			s’appassiona 
																			nella
																			
																			lettura 
																			delle
																			
																			Sacre 
																			Scritture, 
																			rivela 
																			delle 
																			incongruenze, 
																			prima 
																			tra 
																			tutte 
																			il 
																			mancato 
																			rispetto 
																			del 
																			Sabato, 
																			per 
																			questo 
																			motivo, 
																			rifiuta 
																			la 
																			proposta 
																			di 
																			conversione 
																			dei 
																			Pentacostali 
																			e 
																			degli 
																			Evangelisti, 
																			presenti 
																			sul 
																			territorio, 
																			e 
																			decide 
																			che 
																			l’unica 
																			vera 
																			religione 
																			da 
																			seguire 
																			è 
																			l’Ebraismo.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Si 
																			autoproclama 
																			“Ebreo” 
																			e 
																			riesce 
																			a 
																			coinvolgere 
																			80 
																			abitanti 
																			del 
																			paese, 
																			la 
																			maggioranza 
																			sono 
																			donne, 
																			alcune 
																			coppie, 
																			e 
																			due 
																			invalidi. 
																			In 
																			breve 
																			tempo, 
																			la 
																			popolazione 
																			locale 
																			li 
																			appella 
																			i “Sabbatici”, 
																			perché 
																			non 
																			lavorano 
																			di 
																			sabato. 
																			A 
																			farli 
																			conoscere 
																			sono 
																			le 
																			liti 
																			familiari 
																			che 
																			nascono 
																			ogni 
																			sabato 
																			nelle 
																			famiglie 
																			“miste”, 
																			tra 
																			mariti 
																			che 
																			tornano 
																			dai 
																			campi 
																			e 
																			sperano 
																			di 
																			trovare 
																			da 
																			mangiare 
																			e le 
																			mogli 
																			che 
																			si 
																			astengono 
																			da 
																			qualunque 
																			attività.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nella 
																			giornata 
																			di 
																			Sabato, 
																			la 
																			comunità 
																			si 
																			riunisce 
																			e 
																			“recita 
																			il 
																			Paternoster, 
																			detto 
																			in 
																			Italiano 
																			e a 
																			bassa 
																			voce 
																			da 
																			ognuno, 
																			cui 
																			segue 
																			una 
																			lettura 
																			ad 
																			alta 
																			voce 
																			fatta 
																			da 
																			uno 
																			dei 
																			presenti 
																			della 
																			Bibbia 
																			(Vecchio 
																			Testamento) 
																			o di 
																			uno 
																			dei 
																			discorsi 
																			del 
																			Pentateuco 
																			commentata 
																			elementarmente”. 
																			Seguono 
																			dei 
																			canti 
																			sia 
																			religiosi 
																			che 
																			politici 
																			(Inno 
																			di 
																			Mameli, 
																			Marcia 
																			Reale). 
																			Gli 
																			uomini 
																			durante 
																			la 
																			funzione 
																			stanno 
																			in 
																			ginocchio, 
																			le 
																			donne 
																			hanno 
																			il 
																			capo 
																			coperto.
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio 
																			apprende 
																			dell’esistenza 
																			di
																			
																			comunità 
																			ebraiche 
																			sul 
																			territorio 
																			nazionale, 
																			da 
																			un 
																			venditore 
																			ambulante, 
																			che 
																			gli 
																			indica 
																			l’esistenza 
																			di 
																			sedi 
																			nelle 
																			città 
																			di 
																			Genova, 
																			Napoli 
																			e 
																			Torino. 
																			La 
																			notizia 
																			rallegra 
																			e 
																			rincuora 
																			il 
																			fondatore, 
																			che 
																			decide 
																			di 
																			scrivere 
																			per 
																			far 
																			conoscere 
																			la 
																			loro 
																			esistenza 
																			e 
																			chiedere 
																			notizie 
																			sulle 
																			pratiche 
																			ebraiche. 
																			Invia 
																			cartoline, 
																			recanti 
																			l’elenco 
																			dei 
																			nomi 
																			degli 
																			aderenti 
																			al 
																			gruppo 
																			e il 
																			proprio 
																			indirizzo, 
																			ma 
																			non 
																			esplicitando 
																			alcuna 
																			richiesta, 
																			alle 
																			varie 
																			sedi. 
																			Da 
																			Torino 
																			giunge 
																			l’invito 
																			a 
																			rivolgersi 
																			all’Ufficio 
																			Generale 
																			di 
																			Roma.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio 
																			non 
																			demorde, 
																			scrive 
																			a 
																			Roma 
																			all’“Eccell.mo 
																			Commentatore 
																			capo 
																			comunità 
																			Israelitica
																			
																			Roma”. 
																			La 
																			risposta 
																			si 
																			fa 
																			attendere. 
																			Manduzio, 
																			invece 
																			di 
																			abbandonare 
																			e 
																			arrendersi, 
																			continua 
																			a 
																			scrivere 
																			e a 
																			chiedere 
																			il 
																			riconoscimento 
																			della 
																			sua 
																			comunità 
																			di 
																			convertiti 
																			all’ebraismo, 
																			di 
																			materiale 
																			per 
																			apprendere 
																			i 
																			riti 
																			ebraici 
																			e i 
																			canti, 
																			oltre 
																			alla 
																			lingua.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ma 
																			niente! 
																			Silenzio! 
																			Più 
																			la 
																			risposta 
																			si 
																			fa 
																			attendere 
																			e 
																			più 
																			sono 
																			le 
																			lettere 
																			che 
																			invia.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Il 
																			Rabbino 
																			Capo 
																			Angelo 
																			Sacerdoti, 
																			dapprima, 
																			pensa 
																			che 
																			si 
																			tratti 
																			di 
																			un 
																			mitomane, 
																			ma 
																			con 
																			l’aumentare 
																			delle 
																			lettere, 
																			invita 
																			l’amico 
																			e 
																			collega
																			
																			Alfonso 
																			Pacifici 
																			a 
																			valutare 
																			il 
																			caso. 
																			Questi 
																			vaglia, 
																			con 
																			molta 
																			attenzione, 
																			la 
																			corrispondenza, 
																			i 
																			toni 
																			usati, 
																			le 
																			richieste 
																			avanzate 
																			e 
																			giunge 
																			alla 
																			conclusione 
																			che 
																			potrebbe 
																			trattarsi 
																			di 
																			un 
																			caso 
																			“d’inconscio 
																			marranesimo” 
																			e 
																			che 
																			per 
																			“saggiare 
																			la 
																			serietà 
																			di 
																			questi 
																			tali” 
																			si 
																			deve 
																			inviare, 
																			una 
																			persona 
																			di 
																			fiducia, 
																			sul 
																			posto.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			Rabbino 
																			Capo 
																			Sacerdoti, 
																			risponde, 
																			nel 
																			novembre 
																			1933, 
																			mostrando 
																			interesse 
																			verso 
																			questi 
																			fedeli 
																			e 
																			annunciando 
																			l’arrivo 
																			di 
																			una 
																			persona 
																			di 
																			fiducia:
																			
																			Giorgio 
																			Sessini.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio 
																			interpreta 
																			la 
																			lettera, 
																			come 
																			un 
																			riconoscimento 
																			della 
																			comunità 
																			e 
																			non 
																			vede 
																			l’ora 
																			dell’arrivo 
																			del 
																			signor 
																			“Sirsillo”, 
																			che 
																			giunge 
																			nel 
																			gennaio 
																			1934. 
																			Costui 
																			trascorre 
																			una 
																			giornata 
																			con 
																			il 
																			gruppo, 
																			assiste 
																			alle 
																			loro 
																			pratiche, 
																			ascolta 
																			le 
																			motivazioni 
																			della 
																			conversione 
																			di 
																			Manduzio, 
																			raccogliere 
																			le 
																			richieste 
																			e 
																			promette 
																			che 
																			farà 
																			pervenire 
																			del 
																			materiale, 
																			che 
																			possa 
																			consentire 
																			al 
																			gruppo 
																			di 
																			diventare 
																			veri 
																			Ebrei.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’entusiasmo 
																			è 
																			alle 
																			stelle. 
																			Partito 
																			Sessini, 
																			inizia 
																			l’attesa 
																			spasmodica 
																			e 
																			stressante, 
																			che 
																			spinge, 
																			dopo 
																			alcune 
																			settimane, 
																			a 
																			tempestare 
																			il 
																			Rabbino 
																			Sacerdoti 
																			di 
																			lettere, 
																			per 
																			ricordare 
																			gli 
																			impegni 
																			presi 
																			da 
																			Sessini, 
																			soprattutto, 
																			in 
																			vista 
																			dell’avvicinarsi 
																			della 
																			festività 
																			di 
																			Pasqua, 
																			dal 
																			momento, 
																			che 
																			non 
																			hanno 
																			piena 
																			conoscenza 
																			dei 
																			riti 
																			da 
																			seguire 
																			in 
																			tale 
																			festa.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Sacerdoti 
																			temporeggia, 
																			alla 
																			fine, 
																			dopo 
																			un 
																			mese, 
																			risponde. 
																			Sacerdoti 
																			si 
																			dimostra, 
																			leggermente, 
																			irritato, 
																			spiega 
																			che 
																			non 
																			esiste 
																			materiale 
																			in 
																			lingua 
																			italiana, 
																			ma 
																			solo 
																			in 
																			ebraico. 
																			Propone 
																			che 
																			si 
																			rechino, 
																			in 
																			visita, 
																			nei 
																			Ghetti 
																			di 
																			Roma 
																			o 
																			Firenze, 
																			due 
																			o 
																			tre 
																			persone, 
																			allo 
																			scopo 
																			d’impratichirsi 
																			dei 
																			riti 
																			e 
																			degli 
																			usi 
																			ebraici 
																			e 
																			poi 
																			riportarli 
																			alla 
																			comunità. 
																			Proposta 
																			che 
																			cade 
																			nel 
																			vuoto, 
																			per 
																			l’impossibilità, 
																			da 
																			parte 
																			degli 
																			aderenti 
																			al 
																			gruppo, 
																			di 
																			permettersi 
																			una 
																			“vacanza 
																			studio”.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fino 
																			ad 
																			aprile 
																			nessuna 
																			notizia, 
																			Manduzio 
																			ricontatta 
																			Sacerdoti 
																			perché 
																			un 
																			giovane 
																			s’è 
																			presentato 
																			dicendo 
																			che 
																			era 
																			inviato 
																			dalla 
																			Comunità 
																			di 
																			Roma. 
																			La 
																			risposta 
																			è 
																			immediata, 
																			la 
																			persona 
																			che 
																			s’è 
																			presentata, 
																			non 
																			è un 
																			ebreo, 
																			ma 
																			un 
																			“uscito 
																			di 
																			senno”, 
																			noto 
																			alla 
																			Comunità 
																			di 
																			Roma. 
																			Sacerdoti 
																			specifica 
																			che 
																			in 
																			caso 
																			di 
																			arrivo 
																			di 
																			persone 
																			della 
																			Comunità, 
																			sarà 
																			sua 
																			preoccupazione 
																			avvertire 
																			il 
																			gruppo 
																			per 
																			tempo.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio 
																			ritorna 
																			alla 
																			carica, 
																			scrive 
																			lettere 
																			con 
																			richieste 
																			e 
																			insiste 
																			sulla 
																			necessità 
																			di 
																			apprendere 
																			i 
																			riti 
																			della 
																			Pasqua, 
																			per 
																			poterla 
																			celebrare 
																			in 
																			maniera 
																			adeguata. 
																			Sacerdoti 
																			risponde, 
																			con 
																			tono 
																			severo, 
																			e 
																			domanda 
																			«come 
																			mai 
																			lei 
																			e i 
																			Suoi 
																			amici 
																			che 
																			non 
																			avevano 
																			mai 
																			avuto 
																			contatti 
																			con 
																			ebrei 
																			e 
																			pertanto 
																			ben 
																			poco 
																			dovessero 
																			comprendere 
																			e 
																			sapere 
																			cosa 
																			sia 
																			l’ebraismo 
																			era 
																			venuta 
																			questa 
																			convinzione. 
																			(…) 
																			è 
																			necessario 
																			una 
																			lunga 
																			preparazione 
																			e 
																			studio 
																			profondo». 
																			Aggiunge 
																			che 
																			non 
																			bisogna 
																			avere 
																			“una 
																			fretta 
																			ansiosa” 
																			e 
																			ricorda 
																			che 
																			l’ebraismo 
																			non 
																			cerca 
																			proseliti 
																			e 
																			accetta 
																			i 
																			convertiti 
																			solo 
																			«dopo 
																			che 
																			sia 
																			evidente 
																			la 
																			necessità 
																			di 
																			farlo: 
																			occorre 
																			soprattutto 
																			che 
																			gli 
																			aspiranti 
																			siano 
																			preparati, 
																			maturi 
																			ed 
																			edotti 
																			del 
																			credo 
																			ebraico», 
																			in 
																			ogni 
																			caso 
																			la 
																			decisione 
																			di 
																			ammetterli 
																			nella 
																			comunità 
																			spetta 
																			solo 
																			«al 
																			capo 
																			religioso, 
																			la 
																			cui 
																			decisione 
																			non 
																			può 
																			essere 
																			forzata».
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Un 
																			modo 
																			molto 
																			educato 
																			e 
																			semplice 
																			per 
																			dire, 
																			a 
																			Manduzio 
																			e al 
																			gruppo, 
																			di 
																			non 
																			ostinarsi 
																			nel 
																			tempestarlo 
																			di 
																			richieste 
																			e, 
																			soprattutto, 
																			di 
																			non 
																			insistere 
																			nell’idea 
																			di 
																			proclamarsi 
																			ebrei. 
																			Sacerdoti 
																			conclude 
																			dicendo 
																			che 
																			avrebbe 
																			inviato 
																			qualcuno 
																			a 
																			spiegare 
																			i 
																			riti 
																			della
																			
																			Pesach 
																			e il 
																			vero 
																			significato 
																			di 
																			tale 
																			festività 
																			per 
																			gli 
																			Ebrei.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio, 
																			non 
																			riesce 
																			a 
																			capacitarsi 
																			di 
																			quanto 
																			afferma 
																			il 
																			Capo 
																			Rabbino, 
																			dal 
																			momento 
																			che 
																			li 
																			vuole 
																			consapevoli 
																			della 
																			cultura 
																			ebraica, 
																			ma 
																			non 
																			gli 
																			fornisce 
																			strumenti, 
																			proclama 
																			interesse, 
																			ma 
																			non 
																			vuole 
																			che 
																			si 
																			dicano 
																			interessati. 
																			Nel 
																			frattempo, 
																			giunge, 
																			in 
																			visita, 
																			il
																			
																			Conte 
																			Federico 
																			Luzzatto 
																			(1900-1960) 
																			studioso 
																			delle 
																			origini 
																			di 
																			varie 
																			comunità 
																			ebraiche 
																			e 
																			membro 
																			dell’Organizzazione 
																			delle 
																			Associazioni 
																			Culturali 
																			Ebraiche 
																			in 
																			Italia.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			comunità 
																			è in 
																			festa, 
																			per 
																			la 
																			seconda 
																			volta, 
																			crede 
																			e si 
																			convince 
																			che 
																			è un 
																			ulteriore 
																			segno 
																			di 
																			riconoscimento 
																			da 
																			parte 
																			della 
																			Comunità 
																			Centrale 
																			di 
																			Roma. 
																			Invece, 
																			è 
																			solo 
																			un 
																			modo 
																			per 
																			indagare 
																			e 
																			comprendere 
																			cosa 
																			sta 
																			succedendo 
																			in 
																			quello 
																			sperduto 
																			paese. 
																			Sacerdoti 
																			è 
																			preoccupato 
																			che 
																			il 
																			caso 
																			Sannicandro 
																			coinvolga 
																			e 
																			travolga 
																			l’intera 
																			comunità 
																			ebraica 
																			a 
																			livello 
																			nazionale.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Luzzatto 
																			riporta, 
																			al 
																			Rabbino 
																			Capo, 
																			che 
																			i «neo-convertiti 
																			rispettano 
																			il 
																			Sabato, 
																			non 
																			mangiano 
																			carne 
																			di 
																			maiale 
																			e 
																			anguilla, 
																			anche 
																			se 
																			comprano 
																			la 
																			carne 
																			dal 
																			macellaio 
																			del 
																			paese» 
																			(avrebbero 
																			dovuto 
																			acquistarla 
																			da 
																			un
																			
																			shochet 
																			che 
																			uccida 
																			l’animale 
																			con 
																			rispetto 
																			e 
																			compassione). 
																			A 
																			pasqua 
																			avevano 
																			mangiato 
																			le 
																			Azzime 
																			inviate 
																			da 
																			Sacerdoti, 
																			aggiunge 
																			che 
																			«essi 
																			vogliono 
																			una 
																			maggiore 
																			istruzione 
																			nella 
																			fede 
																			ebraica 
																			e 
																			hanno 
																			espresso 
																			il 
																			desiderio 
																			di 
																			circoncidersi».
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Prima 
																			della 
																			partenza 
																			chiedono 
																			che 
																			Luzzatto 
																			faccia 
																			pervenire 
																			il 
																			seguente 
																			materiale: 
																			un 
																			lunario 
																			ebraico, 
																			un 
																			sillabario 
																			ebraico-italiano 
																			per 
																			l’apprendimento 
																			della 
																			lingua, 
																			alcuni 
																			brevi 
																			testi 
																			religiosi 
																			pratici, 
																			come 
																			quelli 
																			in 
																			uso 
																			nelle 
																			scuole 
																			elementari, 
																			articoli 
																			della 
																			legge 
																			riguardanti 
																			il 
																			matrimonio 
																			e 
																			l’esenzione 
																			dei 
																			bambini 
																			dalla 
																			dottrina 
																			cattolica 
																			a 
																			scuola, 
																			musiche 
																			sacre 
																			e 
																			copie 
																			della 
																			Rassegna 
																			Mensile 
																			d’Israel.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Un 
																			mese 
																			dopo 
																			Sacerdoti 
																			inviò 
																			una 
																			lampada 
																			per 
																			il 
																			Sabato 
																			e un 
																			calendario 
																			ebraico, 
																			cosa 
																			che 
																			animò 
																			di 
																			gioia 
																			la 
																			comunità. 
																			Erano 
																			stati 
																			riconosciuti. 
																			Finalmente!! 
																			Erano 
																			ebrei! 
																			Quindi 
																			il 
																			silenzio.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			situazione 
																			irritò 
																			Manduzio, 
																			che 
																			non 
																			riusciva 
																			a 
																			comprendere 
																			il 
																			comportamento 
																			del 
																			Capo 
																			Rabbino. 
																			Per 
																			questo 
																			motivo, 
																			ritorna 
																			a 
																			tempestarlo 
																			di 
																			lettere. 
																			Sacerdoti 
																			risponde 
																			solo 
																			a 
																			novembre, 
																			annuncia 
																			che 
																			sta 
																			partendo 
																			per 
																			Gerusalemme 
																			e 
																			rinvia 
																			ogni 
																			decisione 
																			al 
																			suo 
																			ritorno. 
																			Nel 
																			frattempo 
																			consiglia 
																			che 
																			la 
																			comunità 
																			legga 
																			e 
																			apprenda 
																			i 
																			testi 
																			della 
																			Genesi, 
																			dell’Esodo 
																			e 
																			del 
																			Levitico, 
																			Libro 
																			dei 
																			Numeri, 
																			Deutoronomio 
																			e 
																			Dieci 
																			Comandamenti, 
																			basilari 
																			per 
																			comprendere 
																			lo 
																			spirito 
																			e il 
																			pensiero 
																			ebraico. 
																			Sacerdoti 
																			non 
																			intraprende 
																			mai 
																			il 
																			viaggio, 
																			perché 
																			muore 
																			subito 
																			dopo. 
																			Manduzio, 
																			in 
																			attesa 
																			del 
																			ritorno 
																			di 
																			Sacerdoti, 
																			tempesta 
																			di 
																			lettere 
																			Pacifici, 
																			che 
																			cerca 
																			di 
																			eludere 
																			le 
																			richieste, 
																			con 
																			varie 
																			scuse, 
																			poiché 
																			l’ultima 
																			parola 
																			spetta 
																			al 
																			Rabbino 
																			Capo.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			1934 
																			comunica 
																			a 
																			Manduzio 
																			che 
																			si 
																			sta 
																			trasferendo 
																			a 
																			Gerusalemme 
																			e 
																			che 
																			il 
																			rabbino 
																			Sacerdoti 
																			è 
																			morto. 
																			Manduzio 
																			augura 
																			ogni 
																			bene 
																			all’amico 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			nuova 
																			vita 
																			“lontano 
																			dall’impuro”, 
																			mentre 
																			mostra 
																			indignazione 
																			perché 
																			nessuna 
																			comunità 
																			sorella 
																			ha 
																			ritenuto 
																			opportuno 
																			comunicare 
																			la 
																			dipartita 
																			del 
																			Rabbino 
																			Capo.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			A 
																			risollevare 
																			gli 
																			animi 
																			e la 
																			visita, 
																			annunciata 
																			da 
																			Pacifici, 
																			da 
																			Gerusalemme, 
																			di
																			
																			Jacques 
																			Faitlovich 
																			(Łódź, 
																			1881- 
																			1955), 
																			famoso 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			opera 
																			a 
																			favore 
																			dei 
																			Falashà 
																			etiopi 
																			(anche 
																			detti 
																			Beta 
																			Israel). 
																			La 
																			sua 
																			visita 
																			venne 
																			interpretata 
																			dalla 
																			comunità 
																			come 
																			un 
																			riconoscimento 
																			internazionale, 
																			mentre 
																			per 
																			lo 
																			studioso 
																			polacco 
																			il 
																			caso 
																			di 
																			Sannicandro 
																			rientrava 
																			nella 
																			sua 
																			convinzione 
																			di 
																			dover 
																			promuovere 
																			e 
																			incoraggiare 
																			il 
																			proselitismo 
																			della 
																			religione 
																			ebraica.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			visitatore 
																			promise 
																			testi 
																			e 
																			suggerì 
																			di 
																			mandare 
																			uno 
																			dei 
																			ragazzi 
																			della 
																			famiglia 
																			Cerrone 
																			a 
																			studiare 
																			presso 
																			un 
																			collegio 
																			ebraico, 
																			per 
																			apprendere 
																			la 
																			lingua 
																			e la 
																			cultura. 
																			Con 
																			la 
																			conseguenza 
																			che 
																			il 
																			direttore 
																			Ascher 
																			dell’Istituto 
																			di 
																			Bex 
																			les 
																			Bains, 
																			vicino 
																			Losanna, 
																			si 
																			ritrova 
																			sommerso 
																			di 
																			lettere 
																			del 
																			padre 
																			del 
																			ragazzo, 
																			riguardo 
																			alla 
																			sua 
																			ammissione 
																			e 
																			partenza 
																			per 
																			la 
																			Svizzera.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			direttore 
																			risponde 
																			confermando 
																			la 
																			disponibilità 
																			ad 
																			accogliere 
																			un 
																			bambino 
																			di 
																			11-12 
																			anni, 
																			“in 
																			seguito 
																			anche 
																			due”, 
																			ma 
																			evidenzia 
																			la 
																			difficoltà 
																			delle 
																			leggi 
																			sull’immigrazione, 
																			che 
																			non 
																			facilitano 
																			l’ingresso 
																			di 
																			stranieri.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Trascorrono 
																			due 
																			anni, 
																			durante 
																			i 
																			quali 
																			Ascher, 
																			ribadisce 
																			la 
																			volontà 
																			di 
																			accogliere 
																			il 
																			piccolo 
																			Cerrone, 
																			ma 
																			di 
																			fatto 
																			la 
																			cosa 
																			non 
																			si 
																			concretizza. 
																			Nel 
																			febbraio 
																			1936, 
																			cambia 
																			tono, 
																			evidenzia 
																			le 
																			restrizioni 
																			delle 
																			leggi 
																			e 
																			conclude 
																			che 
																			«è 
																			inutile 
																			vivere 
																			di 
																			false 
																			speranze. 
																			Il 
																			nostro 
																			paese 
																			(la 
																			Svizzera) 
																			proibisce 
																			l’immigrazione 
																			di 
																			forestieri 
																			che 
																			cercano 
																			lavoro, 
																			perché 
																			molte 
																			persone 
																			della 
																			svizzera 
																			non 
																			possono 
																			trovare 
																			lavoro 
																			e la 
																			crisi 
																			regna 
																			ovunque», 
																			per 
																			questo 
																			invita 
																			Cerrone 
																			a 
																			chiedere 
																			a 
																			Faitlovich 
																			di 
																			muoversi 
																			per 
																			farli 
																			emigrare 
																			a 
																			Eretz 
																			Israel 
																			(“la 
																			Terra 
																			d’Israele”).
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Cerrone 
																			e la 
																			comunità 
																			si 
																			sentono 
																			traditi, 
																			abbandonati. 
																			Manduzio, 
																			in 
																			qualità 
																			di 
																			capo 
																			del 
																			gruppo, 
																			espone 
																			il 
																			malessere 
																			a 
																			Pacifici, 
																			costui 
																			risponde 
																			che 
																			hanno 
																			dimostrato 
																			una 
																			profonda 
																			“sincerità 
																			e 
																			del 
																			desiderio 
																			di 
																			conversione” 
																			e 
																			pertanto 
																			possono 
																			considerarsi 
																			“figli 
																			di 
																			Noè”, 
																			ma 
																			non 
																			“figli 
																			d’Israele”, 
																			dal 
																			momento 
																			che 
																			il 
																			cammino, 
																			per 
																			potersi 
																			fregiare, 
																			di 
																			questo 
																			titolo 
																			è 
																			lungo 
																			e 
																			arduo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Li 
																			rassicura 
																			che 
																			«vi 
																			manderemo 
																			maestri 
																			e 
																			libri 
																			perché 
																			impariate 
																			quali 
																			sono 
																			i 
																			doveri 
																			del 
																			figlio 
																			d’Israele, 
																			e se 
																			poi 
																			perdurereste 
																			nel 
																			vostro 
																			proposito 
																			dopo 
																			lo 
																			studio 
																			prolungato, 
																			vi 
																			accoglieremmo 
																			con 
																			gioia 
																			nel 
																			patto 
																			d’Israele 
																			segnato 
																			con 
																			il 
																			sangue 
																			della 
																			circoncisione. 
																			Ma 
																			se 
																			invece 
																			voi 
																			riflettere 
																			che 
																			tutto 
																			ciò 
																			è 
																			troppo 
																			grave, 
																			noi 
																			vi 
																			diciamo 
																			“State 
																			tranquilli”, 
																			anche 
																			come 
																			Benè 
																			Noach, 
																			fedeli 
																			al 
																			patto 
																			di 
																			Noach, 
																			voi 
																			potrete 
																			portare 
																			benedizione 
																			al 
																			mondo 
																			e 
																			fare 
																			molto 
																			bene 
																			a 
																			Israele 
																			vostro 
																			fratello. 
																			A 
																			voi 
																			fratelli 
																			la 
																			scelta, 
																			sulla 
																			quale 
																			ci 
																			farete 
																			avere 
																			una 
																			risposta 
																			dopo 
																			averla 
																			ben 
																			ponderata».
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio 
																			ricevuta 
																			la 
																			lettera, 
																			si 
																			precipita 
																			a 
																			rispondere, 
																			non 
																			pondera 
																			e 
																			non 
																			riflette, 
																			è 
																			certo 
																			della 
																			sua 
																			decisione 
																			e di 
																			quella 
																			dei 
																			suoi 
																			compagni. 
																			«Ringraziamo 
																			dei 
																			buoni 
																			consigli 
																			– 
																			aggiunge 
																			– 
																			ma 
																			siamo 
																			stupiti 
																			nel 
																			sentire 
																			che 
																			non 
																			siamo 
																			Figli 
																			d’Israele 
																			(…) 
																			Sappiamo 
																			per 
																			Rivelazione 
																			Divina 
																			che 
																			siamo 
																			più 
																			che 
																			Israeliti, 
																			discendiamo 
																			dal 
																			terzo 
																			ramo 
																			di 
																			Giacobbe 
																			e 
																			direttamente 
																			da 
																			Levi. 
																			Ci 
																			troviamo 
																			fuori 
																			da 
																			Israele 
																			solo 
																			per 
																			i 
																			peccati 
																			a 
																			causa 
																			dei 
																			quali 
																			siamo 
																			stati 
																			scacciati 
																			e 
																			perseguitati 
																			dai 
																			nemici 
																			di 
																			Dio».
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Insiste 
																			sulla 
																			necessità 
																			di 
																			apprendere 
																			le 
																			pratiche 
																			ebraiche, 
																			che 
																			non 
																			conoscono, 
																			non 
																			certo 
																			per 
																			colpa 
																			loro, 
																			ma 
																			perché 
																			nessuno 
																			ha 
																			studiato 
																			presso 
																			un 
																			Collegio 
																			Rabbinico 
																			e 
																			quello 
																			che 
																			conoscono 
																			«c’è 
																			stato 
																			insegnato 
																			dall’Unico 
																			Dio 
																			che 
																			è il 
																			solo 
																			Maestro 
																			e 
																			Pastore». 
																			Conclude 
																			con 
																			la 
																			seguente 
																			annotazione, 
																			degna 
																			di 
																			un 
																			capo 
																			e di 
																			un 
																			maestro 
																			di 
																			dottrina, 
																			«se 
																			dite 
																			che 
																			siamo 
																			fuori 
																			d’Israele, 
																			allora 
																			questo 
																			è un 
																			segno 
																			che 
																			voi 
																			non 
																			riconoscete 
																			la 
																			Rivelazione 
																			Divina, 
																			della 
																			quale 
																			siamo 
																			stati 
																			i 
																			soli 
																			destinatari 
																			prediletti», 
																			adesso 
																			alla 
																			sua 
																			comunità 
																			necessita 
																			la 
																			conoscenza 
																			del 
																			Talmud 
																			e 
																			l’apprendimento 
																			dell’ebraico 
																			per 
																			poter 
																			“emigrare 
																			in 
																			Eretz 
																			Israel”.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Pacifici 
																			non 
																			risponde 
																			più 
																			a 
																			nessuna 
																			lettera, 
																			le 
																			comunicazioni 
																			s’interrompono, 
																			con 
																			disappunto 
																			e 
																			sconcerto 
																			di 
																			Manduzio 
																			e 
																			della 
																			comunità.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			A 
																			creare 
																			ulteriore 
																			malessere 
																			è 
																			l’arrivo 
																			dei 
																			messi 
																			e 
																			dell’ammenda, 
																			frutto 
																			della
																			
																			Circolare 
																			del 
																			18 
																			novembre 
																			1935, 
																			recante 
																			la 
																			firma 
																			del
																			
																			Ministro 
																			degli 
																			Interni 
																			Guido 
																			Buffarini 
																			Guidi, 
																			che 
																			prevede 
																			“tolleranza 
																			zero” 
																			nei 
																			confronti 
																			dei 
																			“pentacostali, 
																			o 
																			pentecostieri 
																			o 
																			neumatici 
																			o 
																			tremolanti 
																			come 
																			sono 
																			diversamente 
																			conosciuti” 
																			perché 
																			si 
																			dedicano 
																			“a 
																			pratiche 
																			religiose 
																			contrarie 
																			all’ordine 
																			sociale 
																			e 
																			nocive 
																			dell’integrità 
																			fisica 
																			e 
																			psichica 
																			della 
																			razza”.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Era 
																			il 
																			manifesto 
																			per 
																			“nazionalizzare 
																			la 
																			religione 
																			cattolica” 
																			e il 
																			primo 
																			passo, 
																			come 
																			afferma 
																			Giorgio 
																			Rochat, 
																			per 
																			l’emanazione 
																			delle 
																			leggi 
																			razziali 
																			del 
																			settembre 
																			1938.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio 
																			decide 
																			di 
																			nominare 
																			un 
																			suo 
																			rappresentante, 
																			affinché 
																			si 
																			rechi 
																			presso 
																			le 
																			autorità 
																			di 
																			polizia 
																			per 
																			chiedere 
																			informazioni 
																			riguardo 
																			alla 
																			multa. 
																			Nel 
																			frattempo, 
																			scrive 
																			ai 
																			fratelli 
																			delle 
																			varie 
																			comunità 
																			ebraiche. 
																			Risponde 
																			la 
																			Comunità 
																			di 
																			Firenze, 
																			nel 
																			1937, 
																			a 
																			opera 
																			di
																			
																			Raffaele 
																			Cantoni, 
																			che 
																			s’interessa 
																			al 
																			loro 
																			caso 
																			e 
																			decide 
																			di 
																			recarsi 
																			a 
																			Sannicandro.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio, 
																			si 
																			dimostra 
																			scettico, 
																			troppe 
																			delusioni 
																			ha 
																			dovuto 
																			sopportare 
																			la 
																			sua 
																			comunità, 
																			troppe 
																			promesse 
																			sono 
																			state 
																			fatte 
																			e 
																			non 
																			mantenute. 
																			Ma 
																			deve 
																			ricredersi, 
																			Cantoni 
																			reca 
																			i 
																			candelabri, 
																			i 
																			“tallet” 
																			per 
																			ogni 
																			componente 
																			della 
																			comunità, 
																			affitta, 
																			a 
																			sue 
																			spese, 
																			un 
																			luogo 
																			di 
																			culto 
																			più 
																			grande 
																			e 
																			consono. 
																			Quando 
																			apprende 
																			che 
																			il 
																			proprietario 
																			s’oppone 
																			alla 
																			possibilità 
																			che 
																			il 
																			locale 
																			sia 
																			adibito 
																			a 
																			luogo 
																			di 
																			culto, 
																			si 
																			reca 
																			dal 
																			Podestà, 
																			dichiarando 
																			che 
																			la 
																			multa 
																			è 
																			illegittima, 
																			dal 
																			momento 
																			che 
																			si 
																			tratta 
																			di 
																			un 
																			gruppo 
																			di “ebrei” 
																			e la 
																			legge 
																			parla 
																			di “protestanti”.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			podestà 
																			tranquillizza 
																			Cantoni 
																			e 
																			afferma 
																			che 
																			ha 
																			chiesto 
																			la 
																			revoca 
																			della 
																			multa 
																			e ha 
																			richiesto 
																			il 
																			permesso 
																			per 
																			esercitare 
																			il 
																			culto 
																			nella 
																			casa 
																			in 
																			affitto. 
																			La 
																			Comunità 
																			si 
																			ricrede, 
																			finalmente, 
																			non 
																			solo 
																			promesse, 
																			ma 
																			fatti 
																			concreti.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Quello 
																			che 
																			Manduzio 
																			e i 
																			suoi 
																			seguaci 
																			non 
																			sanno 
																			è 
																			che 
																			Cantoni 
																			è 
																			nel
																			
																			mirino 
																			dell’Ovra, 
																			perché 
																			secondo 
																			“notizie 
																			fiduciarie 
																			Cantoni 
																			stava 
																			viaggiando 
																			per 
																			tutta 
																			Italia, 
																			con 
																			lo 
																			scopo 
																			di 
																			svolgere 
																			subdola 
																			opera 
																			di 
																			diffamazione 
																			e 
																			disfattismo 
																			contro 
																			il 
																			Regime”. 
																			Di 
																			conseguenza 
																			la 
																			sua 
																			visita 
																			a 
																			Sannicandro, 
																			accende 
																			i 
																			riflettori 
																			sulla 
																			Comunità, 
																			che 
																			da 
																			questo 
																			momento 
																			non 
																			viene 
																			persa 
																			di 
																			vista 
																			dall’Ovra.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Cantoni, 
																			sembra 
																			non 
																			preoccuparsi 
																			del 
																			pericolo 
																			che 
																			lo 
																			persegue. 
																			Insiste 
																			nel 
																			voler 
																			aiutare 
																			il 
																			gruppo 
																			di 
																			Sannicandro 
																			e 
																			interessa 
																			l’amico
																			
																			Enrico 
																			Emilio 
																			Franco, 
																			docente 
																			di 
																			urologia 
																			a 
																			Bari, 
																			a 
																			cui 
																			racconta 
																			la 
																			storia 
																			del 
																			gruppo 
																			di 
																			Sannicandro 
																			e 
																			chiede 
																			di 
																			seguire 
																			il 
																			gruppo 
																			nel 
																			percorso 
																			di 
																			avvicinamento 
																			alla 
																			religione 
																			ebraica.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			docente 
																			è 
																			stupito, 
																			poiché, 
																			nonostante, 
																			sia 
																			rimasto 
																			per 
																			cinque 
																			anni 
																			a 
																			Bari, 
																			non 
																			ha 
																			sentito 
																			mai 
																			parlare 
																			di 
																			questo 
																			gruppo 
																			e si 
																			rammarica 
																			di 
																			non 
																			potersi 
																			recare 
																			personalmente, 
																			causa 
																			il 
																			suo 
																			trasferimento 
																			presso 
																			l’ateneo 
																			di 
																			Pisa, 
																			ma 
																			suggerisce 
																			il 
																			nome 
																			di 
																			altro 
																			correligionario 
																			e 
																			medico
																			
																			Tullio 
																			Zappler.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Cantoni 
																			gli 
																			scrive. 
																			Gli 
																			espone 
																			l’esistenza 
																			della 
																			Comunità, 
																			che 
																			da 
																			anni, 
																			«vuole, 
																			regolarmente, 
																			divenire 
																			ebrei, 
																			e da 
																			molto 
																			tempo 
																			che 
																			studiano 
																			ed 
																			intendono 
																			avere 
																			la 
																			circoncisione 
																			come 
																			primo 
																			e 
																			inconfondibile 
																			segno 
																			della 
																			nuova 
																			fede. 
																			Ella 
																			ha 
																			già 
																			capito 
																			dove 
																			io 
																			voglio 
																			arrivare. 
																			Ella 
																			dovrebbe 
																			presentarsi 
																			a 
																			compiere 
																			la 
																			grande 
																			Mizwah 
																			(…) 
																			sono 
																			esseri 
																			che 
																			aspettano 
																			da 
																			noi 
																			la 
																			luce 
																			della 
																			verità 
																			e 
																			della 
																			libertà 
																			dello 
																			Spirito».
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Mentre 
																			la 
																			comunità 
																			di 
																			Sannicandro 
																			sembra 
																			aver 
																			trovato 
																			un 
																			varco 
																			per 
																			progredire 
																			nella 
																			religione 
																			ebraica; 
																			nubi 
																			funeste 
																			si 
																			stagliano, 
																			anche 
																			in 
																			Italia, 
																			contro 
																			i 
																			figli 
																			delle 
																			dodici 
																			tribù. 
																			Infatti, 
																			nel 
																			luglio 
																			del 
																			1938, 
																			viene 
																			pubblicato 
																			il
																			
																			Manifesto 
																			degli 
																			scienziati 
																			razzisti, 
																			a 
																			cui 
																			fanno 
																			seguito, 
																			tra 
																			il 
																			settembre 
																			e il 
																			novembre, 
																			dello 
																			stesso 
																			anno, 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			leggi 
																			e 
																			decreti, 
																			comunemente, 
																			indicati 
																			con 
																			il 
																			nome 
																			di
																			
																			leggi 
																			razziali.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tale 
																			situazione 
																			accentua 
																			il 
																			controllo 
																			della 
																			polizia 
																			sul 
																			piccolo 
																			gruppo. 
																			Il 
																			Podestà, 
																			nonché 
																			capo 
																			della 
																			Polizia, 
																			convoca 
																			Francesco 
																			Cerrone, 
																			poiché 
																			lo 
																			ritiene 
																			capo 
																			del 
																			gruppo, 
																			costui 
																			nega 
																			quest’affermazione 
																			e 
																			nega, 
																			altresì, 
																			che 
																			si 
																			siano 
																			convertiti 
																			dietro 
																			cessione 
																			di 
																			denaro 
																			e 
																			aggiunge 
																			che 
																			il 
																			gruppo 
																			non 
																			può 
																			ricevere 
																			denaro 
																			fino 
																			al 
																			riconoscimento, 
																			che 
																			doveva 
																			avvenire, 
																			solo, 
																			con 
																			la 
																			circoncisione. 
																			Il 
																			Podestà 
																			conclude 
																			il 
																			suo 
																			rapporto 
																			«il 
																			movimento 
																			di 
																			Sannicandro 
																			è 
																			d’importanza 
																			assai 
																			limitata».
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nonostante 
																			tutto, 
																			il 
																			Governo 
																			decide 
																			di 
																			aprire 
																			un’indagine 
																			formale 
																			sul 
																			caso 
																			di 
																			Sannicandro 
																			e, 
																			attraverso 
																			l’ambasciata 
																			italiana 
																			presso 
																			la 
																			Santa 
																			Sede, 
																			inoltra 
																			un 
																			memorandum 
																			“riservato” 
																			al
																			
																			Cardinale 
																			Eugenio 
																			Pacelli, 
																			Segretario 
																			di 
																			Stato 
																			del 
																			Papa 
																			e 
																			futuro 
																			Papa 
																			Pio 
																			XII.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			rapporto 
																			è 
																			costruito 
																			ad 
																			arte, 
																			infatti, 
																			ignora 
																			i 
																			rapporti 
																			di 
																			polizia 
																			e 
																			del 
																			Podestà. 
																			Riferisce 
																			che 
																			i 
																			componenti 
																			del 
																			gruppo 
																			hanno 
																			condanne 
																			penali 
																			e 
																			uno 
																			di 
																			loro, 
																			tal
																			
																			Vincenzo 
																			Di 
																			Salvia, 
																			è 
																			stato 
																			condannato 
																			a 
																			ventidue 
																			anni 
																			di 
																			prigione 
																			per 
																			diserzione. 
																			Alla 
																			religione 
																			ebraica 
																			erano 
																			stati 
																			“attratti 
																			dalla 
																			mira 
																			di 
																			qualche 
																			lucro”. 
																			I 
																			motivi 
																			di 
																			queste 
																			accuse 
																			infamanti 
																			e 
																			false, 
																			potrebbero 
																			essere 
																			nella 
																			volontà 
																			di 
																			screditare 
																			e 
																			diffamare 
																			gli 
																			Ebrei, 
																			opera 
																			attuata 
																			sin 
																			dall’antichità, 
																			e 
																			giustificare, 
																			in 
																			parte 
																			le 
																			leggi 
																			razziali.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’ufficio 
																			della 
																			Santa 
																			Sede 
																			inoltra 
																			il 
																			memorandum 
																			al
																			
																			Vescovo 
																			di 
																			Lucera, 
																			Monsignor 
																			Giuseppe 
																			Di 
																			Girolamo, 
																			che 
																			chiede, 
																			immediate, 
																			notizie 
																			al 
																			parroco 
																			di 
																			Sannicandro, 
																			che 
																			conferma 
																			che, 
																			da 
																			diversi 
																			anni, 
																			ci 
																			sono 
																			«dei 
																			fanatici 
																			delinquenti 
																			i 
																			quali 
																			si 
																			camuffano 
																			nel 
																			nome 
																			di 
																			Sabbatini 
																			e 
																			che 
																			si 
																			dicono 
																			seguaci 
																			della 
																			religione 
																			israelitica», 
																			il 
																			capo 
																			è 
																			Cerrone, 
																			uomo 
																			di “basso 
																			conio, 
																			zoppo, 
																			delinquente”.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Conclude 
																			rassicurando 
																			il 
																			vescovo 
																			che 
																			il 
																			gruppo 
																			«è 
																			molto 
																			ristretto 
																			ed 
																			esplica 
																			nessuna 
																			attività 
																			salvo 
																			qualche 
																			rara 
																			riunione 
																			in 
																			qualche 
																			casa 
																			privata». 
																			Il 
																			parroco 
																			lamenta 
																			che 
																			nonostante 
																			le 
																			segnalazioni 
																			reiterate 
																			ai 
																			carabinieri, 
																			questi 
																			non 
																			hanno 
																			ravvisato 
																			alcun 
																			reato, 
																			per 
																			questo 
																			s’era 
																			rivolto 
																			alla 
																			polizia 
																			che 
																			aveva 
																			concluso 
																			essere 
																			“quattro 
																			cenciosi 
																			miserabili 
																			e 
																			irresponsabili” 
																			per 
																			cui 
																			non 
																			v’era 
																			niente 
																			di 
																			pericoloso.
																			
																			
																			
																			
																			Il 
																			Vescovo 
																			ricevuta 
																			la 
																			nota 
																			del 
																			parroco, 
																			invia 
																			una 
																			relazione 
																			al 
																			Segretario 
																			di 
																			Stato 
																			ed 
																			esprime 
																			la 
																			speranza 
																			che 
																			l’attenzione 
																			prestata 
																			dal 
																			Governo 
																			a 
																			questo 
																			gruppo 
																			di 
																			persone 
																			possa 
																			sortire 
																			buoni 
																			effetti, 
																			per 
																			estirpare 
																			la 
																			mala 
																			pianta 
																			delle 
																			sette.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			Segreteria 
																			di 
																			Stato 
																			ritrasmette 
																			la 
																			relazione 
																			al 
																			Governo 
																			Fascista, 
																			ma 
																			modera 
																			i 
																			toni, 
																			in 
																			questo 
																			modo 
																			i 
																			delinquenti 
																			iniziali 
																			diventano 
																			“certe 
																			persone 
																			che 
																			seguono 
																			un 
																			culto 
																			non 
																			cattolico”. 
																			Il 
																			ministero 
																			degli 
																			Interni, 
																			in 
																			base 
																			alla 
																			circolare 
																			emanata 
																			il 
																			22 
																			agosto 
																			1939, 
																			riguardante 
																			i 
																			pericoli 
																			delle 
																			sette, 
																			decide 
																			di 
																			chiedere 
																			ulteriori 
																			informazioni 
																			al 
																			Prefetto 
																			di 
																			Foggia. 
																			Questi 
																			riprende 
																			gli 
																			incartamenti 
																			di 
																			polizia, 
																			senza 
																			chiedere 
																			ulteriori 
																			indagini, 
																			relaziona, 
																			al 
																			suo 
																			caro 
																			amico 
																			Bocchini, 
																			capo 
																			della 
																			polizia, 
																			sulla 
																			comunità.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Indica 
																			come 
																			capo 
																			Cerrone, 
																			“convertitosi 
																			con 
																			la 
																			speranza 
																			di 
																			poter 
																			trarne 
																			una 
																			qualche 
																			utilità 
																			economica”. 
																			Ironia 
																			della 
																			sorte, 
																			Cerrone, 
																			in 
																			quel 
																			periodo, 
																			è in 
																			conflitto 
																			con 
																			Manduzio 
																			e 
																			vuole 
																			uscire 
																			dal 
																			gruppo, 
																			quindi 
																			si 
																			ritrova 
																			“cornuto 
																			e 
																			mazziato”, 
																			ma 
																			questo 
																			il 
																			Prefetto 
																			non 
																			lo 
																			sa, 
																			e 
																			anche 
																			se 
																			lo 
																			sa, 
																			ha 
																			poca 
																			importanza.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			In 
																			aggiunta, 
																			il 
																			Prefetto, 
																			fedele 
																			alle 
																			direttive 
																			di 
																			sua 
																			“Eccellenza 
																			il 
																			Duce”, 
																			decide 
																			di 
																			chiedere 
																			al 
																			Podestà 
																			di 
																			estendere 
																			le 
																			leggi 
																			razziali, 
																			anche 
																			alla 
																			comunità 
																			di 
																			Sannicandro, 
																			con 
																			la 
																			conseguenza 
																			che 
																			Cerrone 
																			viene 
																			sfrattato 
																			di 
																			casa, 
																			perché, 
																			in 
																			quanto 
																			ebreo, 
																			non 
																			può 
																			abitare 
																			in 
																			un 
																			quartiere 
																			ariano 
																			e «anche 
																			alle 
																			scuole 
																			– 
																			ricorda 
																			Elezier 
																			Tritto 
																			– 
																			i 
																			fascisti 
																			ci 
																			davano 
																			fastidio. 
																			Maestri 
																			e 
																			Direttori 
																			erano 
																			fascisti, 
																			a 
																			tutti 
																			i 
																			ragazzi 
																			Ebrei 
																			li 
																			mandavano 
																			via 
																			dalla 
																			scuola, 
																			prendevano 
																			scusa 
																			che 
																			no 
																			ci 
																			facevamo 
																			il 
																			segno 
																			della 
																			Croce 
																			nel 
																			Tempio 
																			della 
																			Pregheira, 
																			io 
																			per 
																			esempio 
																			ho 
																			fatto 
																			solamento 
																			la 
																			terza 
																			elementare, 
																			come 
																			anche 
																			tutti 
																			gli 
																			altri 
																			ragazzi 
																			della 
																			Comunità».
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Inoltre, 
																			indossano 
																			la 
																			stella, 
																			che 
																			per 
																			gli 
																			appartenenti 
																			al 
																			gruppo 
																			diviene 
																			un 
																			segno 
																			di 
																			orgoglio 
																			e di 
																			prestigio. 
																			Fortunatamente, 
																			la 
																			notizia 
																			della 
																			presenza 
																			di 
																			ebrei 
																			a 
																			Sannicandro 
																			non 
																			giunge 
																			alle 
																			SS, 
																			altrimenti 
																			la 
																			storia 
																			avrebbe 
																			preso 
																			il 
																			treno 
																			per 
																			i 
																			campi 
																			di 
																			sterminio.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Manduzio, 
																			non 
																			comprende 
																			cosa 
																			sta 
																			accadendo, 
																			per 
																			questo 
																			tempesta 
																			le 
																			varie 
																			comunità 
																			ebraiche 
																			alla 
																			ricerca 
																			di 
																			una 
																			risposta. 
																			Finalmente, 
																			giunge 
																			la 
																			notizia 
																			delle 
																			persecuzioni 
																			e 
																			delle 
																			deportazioni, 
																			della 
																			condanna 
																			al 
																			confino, 
																			alle 
																			isole 
																			Tremiti 
																			del 
																			filantropo 
																			Cantoni. 
																			Queste 
																			notizie 
																			lasciano 
																			interdetti 
																			i 
																			membri 
																			del 
																			gruppo, 
																			che 
																			non 
																			comprendono 
																			quali 
																			siano 
																			le 
																			ragioni 
																			di 
																			tanto 
																			odio 
																			e di 
																			tanto 
																			accanimento 
																			nei 
																			confronti 
																			degli 
																			Ebrei.
																			
																			
																							
																							
																			 
																			
																			
																			