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N. 30 - Novembre 2007

UN MITO ALL'ASTA

Battuta ad oltre 100.000 dollari una ciocca di capelli di Che Guevara

di Matteo Liberti

 

Ernesto Guevara, conosciuto dalla Storia come il Che, è finito all’asta.

 

Una sua ciocca di capelli del Comandante (pare fossero circa un centinaio, conservati in un taccuino) è stata infatti venduta, insieme ad altri oggetti appartenuti all’eroe argentino, ad un collezionista di Houston.

 

Costo complessivo dell’acquisto, circa 120.000 dollari.

 

Questa sorta di reliquia laica è stata offerta all’astain questione (tramite la Heritage Auction Galleries) da un ex agente (di origine cubana) della CIA, che risponde al nome di Gustavo Villoldo, ultrasettantenne che fu tra i partecipanti alla caccia all’uomo che vene scatenata contro il Che in Bolivia.

 

Fu proprio lui, noto all'epoca col soprannome di Gus e con un passaporto a nome Eduardo Gonzalez, a strappare con evidente disprezzo quella ciocca di capelli dal corpo del guerrigliero. Avvenne il 9 ottobre del 1967, a La Higuera, poco prima che venisse seppellito.

 

Ancora oggi, d'altronde, Gus non nasconde la sua antipatia ed il cattivo giudizio, spesso vicino all'odio, per il Che.

 

Dell’acquirente si sa invece che possiede un negozio di cimeli (è lì che la ciocca verrà esposta),  che si chiama Bill Butler e che oltre ad i capelli si è aggiudicato alcuni manoscritti appartenuti ad un compagno del Che.

 

Il giudizio di Butler sul Comandante è ovviamente ben diverso da quello del venditore. Il texano è infatti un suo ammiratore fin da ragazzo, considerandolo “uno dei più grandi rivoluzionari del 20° secolo” e nelle dichiarazioni successive all'acquisto ha dichiarato che in ogni caso non si sarebbe fermato di fronte a nessuna cifra pur di aggiudicarsi il cimelio in questione.

 

L’evento pare abbia peraltro attirato anche l’interesse del presidente venezuelano Hugo Chavez (entusiasta estimatore di Enrnesto Che Guevara e presunto acquisitore di un catalogo dell’asta). Secondo molti degli addetti ai lavori vi sarebbe lui dietro quello che gli organizzatori hanno definito un misterioso possibile acquirente venezuelano in concorrenza con Butler.

 

Pur svoltasi in un’atmosfera tranquilla, l’asta è stata però preceduta da molte lettere di minaccia verso gli organizzatori, tanto da indurre la Auction Galleries a rafforzare significativamente la sicurezza interna, con molti agenti in borghese che hanno preso posto comodamente tra il pubblico.

 

Essendoci sul banco delle proposte all'asta anche una serie di mappe della Cia, di fotografie del cadavere e addirittura un cartoncino riportante le impronte digitali del Che, c'è pure chi è arrivato a ipotizzare una complicità stretta tra gli organizzatori ed i personaggi coinvolti nell'assassinio del rivoluzionario argentino.

 

Le proteste, non infondate, sono state spontanee e hanno tutte avuto lo stesso tenore: il disaccordo verso chi, più o meno in buona fede, si apprestava a compiere l'ennesima mercificazione dell'immagine di Ernesto Guevara...

 

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