N. 127 - Luglio 2018 
                          
                          (CLVIII)
																						i signori della guerra - parte ii
																			
																			
																			
																			la 
																			cavalleria 
																			pesante 
																			italiana 
																			nel 
																			xv 
																			secolo
																			
																			
																			
																			
																			di 
																			Mauro 
																			Difrancesco
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Chi 
																			erano 
																			i 
																			cavalieri? 
																			Chi 
																			faceva 
																			parte 
																			di 
																			quest'élite
																			
																			militare? 
																			Come 
																			erano 
																			equipaggiati, 
																			in 
																			quale 
																			modo 
																			combattevano?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Innanzitutto,
																			bisogna 
																			pensare 
																			alla 
																			composizione 
																			di 
																			un 
																			“reparto” 
																			di 
																			cavalleria 
																			pesante 
																			italiana 
																			del 
																			XV 
																			secolo: 
																			differentemente 
																			da 
																			quanto 
																			avvenne 
																			in 
																			fasi 
																			alterne 
																			nel 
																			resto 
																			d’Europa, 
																			e 
																			ciò 
																			vale 
																			in 
																			particolar 
																			modo 
																			per 
																			i 
																			maggiori 
																			stati 
																			dell’epoca, 
																			dove 
																			si 
																			assistette 
																			gradualmente 
																			alla 
																			composizione 
																			di 
																			unità
																			
																			multiarma, 
																			nel 
																			senso 
																			che 
																			al 
																			cavaliere 
																			pesante 
																			erano 
																			affiancati 
																			cavalleggeri, 
																			balestrieri 
																			(e 
																			più 
																			tardi 
																			fanti 
																			armati 
																			di 
																			armi 
																			da 
																			fuoco 
																			portatili), 
																			picchieri 
																			o 
																			alabardieri 
																			e 
																			truppe 
																			di 
																			fanteria 
																			armate 
																			alla 
																			leggera, 
																			in 
																			Italia 
																			l’unità 
																			base 
																			della 
																			cavalleria, 
																			vale 
																			a 
																			dire 
																			la
																			
																			lancia, 
																			rimase 
																			esclusivamente 
																			composta 
																			da 
																			cavalieri.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Partiamo 
																			appunto 
																			dalla 
																			lancia: 
																			fino 
																			a 
																			tutta 
																			la 
																			prima 
																			metà 
																			almeno 
																			del 
																			Quattrocento, 
																			la 
																			lancia 
																			italiana 
																			era 
																			composta 
																			da 
																			tre 
																			uomini, 
																			la 
																			cui 
																			formazione 
																			vuole 
																			far 
																			risalire 
																			le 
																			proprie 
																			origini 
																			a 
																			John 
																			Hawkwood, 
																			identificati 
																			in 
																			due 
																			armigeri 
																			armati 
																			circa 
																			allo 
																			stesso 
																			modo 
																			e 
																			accompagnati 
																			da 
																			un 
																			paggio. 
																			Tale 
																			combinazione 
																			nasceva 
																			dall’esigenza 
																			di 
																			far 
																			combattere 
																			gli 
																			uomini 
																			anche 
																			a 
																			piedi 
																			ma 
																			quando 
																			questo 
																			uso 
																			perse 
																			di 
																			significato 
																			e 
																			venne 
																			pian 
																			piano 
																			abbandonato, 
																			anche 
																			la 
																			composizione 
																			della 
																			lancia 
																			mutò: 
																			un 
																			armigero, 
																			un 
																			servente 
																			ed 
																			un 
																			paggio 
																			o 
																			cavalleggero 
																			con 
																			armatura 
																			ridotta. 
																			Il 
																			ruolo 
																			delle 
																			ultime 
																			due 
																			figure 
																			rimase, 
																			invece, 
																			sostanzialmente 
																			lo 
																			stesso, 
																			ovvero 
																			quello 
																			di 
																			servire 
																			il
																			
																			capo-lancia 
																			svolgendo 
																			funzione 
																			di 
																			palafreniere, 
																			di 
																			manutenzione 
																			alle 
																			armi 
																			e 
																			agli 
																			equipaggiamenti, 
																			di 
																			preparare 
																			il 
																			cibo 
																			e 
																			recapitare 
																			messaggi.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dopo 
																			il 
																			1450 
																			la 
																			composizione 
																			della 
																			lancia 
																			cambiò 
																			in 
																			base 
																			alle 
																			tendenze 
																			che 
																			gli 
																			eserciti 
																			del 
																			tempo 
																			stavano 
																			assumendo 
																			sui 
																			campi 
																			di 
																			battaglia, 
																			prima 
																			fra 
																			tutte 
																			la 
																			preferenza 
																			nel 
																			combattimento 
																			a 
																			piedi. 
																			Abbiamo 
																			infatti 
																			documenti 
																			e 
																			fonti 
																			attestanti 
																			il 
																			fatto 
																			che 
																			i 
																			“cavalieri 
																			corazzati 
																			su 
																			destrieri 
																			bardati” 
																			fossero 
																			denominati
																			
																			armigeri 
																			veri 
																			o 
																			cappelletti. 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ciò 
																			fa 
																			supporre 
																			che, 
																			all’interno 
																			della 
																			lancia, 
																			fossero 
																			ormai 
																			entrati 
																			in 
																			scena 
																			combattenti 
																			diversi 
																			dalla 
																			tradizionale 
																			cavalleria 
																			pesante. 
																			Anche 
																			i 
																			numeri 
																			di 
																			quest’ultima, 
																			ridottasi 
																			gradualmente 
																			fino 
																			a un 
																			terzo 
																			del 
																			totale 
																			in 
																			un’armata, 
																			fa 
																			pensare 
																			ad 
																			una 
																			evoluzione 
																			graduale, 
																			dapprima 
																			spontanea 
																			e 
																			informale, 
																			poi 
																			definita 
																			e 
																			organizzata, 
																			della 
																			lancia.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Da 
																			un 
																			altro 
																			lato, 
																			questo 
																			comportò 
																			l’aumento 
																			del 
																			numero 
																			dei 
																			componenti 
																			in 
																			una 
																			lancia, 
																			passato 
																			da 
																			tre 
																			a 
																			quattro 
																			uomini 
																			nei 
																			contratti 
																			stipulati 
																			negli 
																			anni 
																			Settanta 
																			del 
																			Quattrocento 
																			da 
																			Firenze 
																			e 
																			Milano, 
																			arrivando 
																			a 
																			un’anomalia, 
																			la 
																			cosiddetta
																			
																			corazza 
																			Pontificia, 
																			attestata 
																			intorno 
																			agli 
																			anni 
																			Sessanta.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Forma 
																			modificata 
																			e 
																			potenziata 
																			della 
																			lancia 
																			da 
																			tre 
																			uomini, 
																			essa 
																			può 
																			far 
																			desumere 
																			l’influenza 
																			Angioina 
																			proveniente 
																			da 
																			Napoli, 
																			in 
																			cui 
																			erano 
																			presenti 
																			lance 
																			da 
																			sei 
																			uomini, 
																			tipiche 
																			della 
																			tradizione 
																			Francese. 
																			Improbabile, 
																			invece, 
																			sembra 
																			il 
																			fatto 
																			che 
																			l’influenza 
																			Francese 
																			abbia 
																			fatto 
																			entrare 
																			in 
																			scena 
																			componenti 
																			che 
																			oltralpe, 
																			in 
																			Borgogna 
																			e in 
																			Francia, 
																			erano 
																			di 
																			largo 
																			uso: 
																			i 
																			balestrieri.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Un 
																			breve
																			
																			excursus 
																			lo 
																			merita 
																			la 
																			lancia 
																			Borgognona, 
																			che 
																			all’apice 
																			della 
																			sua 
																			evoluzione 
																			comprese 
																			appunto 
																			un 
																			numero 
																			di 
																			armati 
																			ben 
																			maggiore 
																			di 
																			cinque/sei 
																			uomini, 
																			arrivando 
																			a 
																			contare 
																			circa 
																			nove-dieci 
																			elementi 
																			e 
																			includendo 
																			almeno 
																			un 
																			picchiere 
																			oltre 
																			a 
																			tiratori 
																			armati 
																			di 
																			arco, 
																			balestra 
																			e 
																			schioppetto/archibugio.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			capillare 
																			e 
																			moderna 
																			organizzazione 
																			dell’esercito 
																			guidato 
																			da 
																			Carlo 
																			di 
																			Borgogna 
																			(il 
																			famoso 
																			Temerario) 
																			doveva 
																			però 
																			aver 
																			vita 
																			breve, 
																			scontrandosi 
																			con 
																			quella 
																			macchina 
																			da 
																			guerra 
																			incarnata 
																			dai 
																			picchieri 
																			svizzeri, 
																			che 
																			ben 
																			presto 
																			assursero 
																			al 
																			ruolo 
																			di 
																			miglior 
																			fanteria 
																			d’Europa 
																			e 
																			giudicati 
																			imbattibili 
																			sul 
																			campo 
																			di 
																			battaglia.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tornando 
																			alla 
																			nostra 
																			penisola: 
																			l’evoluzione 
																			dell’armatura 
																			del 
																			cavaliere, 
																			divenuta 
																			sempre 
																			più 
																			pesante, 
																			portò 
																			ad 
																			aumentare 
																			il 
																			numero 
																			delle 
																			cavalcature 
																			al 
																			seguito 
																			dell’armigero, 
																			in 
																			funzione 
																			di 
																			un 
																			affaticamento 
																			precoce 
																			del 
																			cavallo 
																			e 
																			anche 
																			del 
																			fatto 
																			che 
																			dal 
																			secondo 
																			Quattrocento 
																			in 
																			poi 
																			la 
																			pratica 
																			di 
																			colpire 
																			le 
																			cavalcature 
																			per 
																			appiedare 
																			il 
																			cavaliere 
																			e 
																			renderlo 
																			impacciato 
																			e un 
																			facile 
																			bersaglio, 
																			divenne 
																			prassi 
																			comune 
																			durante 
																			le 
																			battaglia, 
																			mentre 
																			nella 
																			prima 
																			metà 
																			del 
																			secolo 
																			era 
																			considerato 
																			un 
																			modo 
																			vile 
																			di 
																			combattere.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fu 
																			giocoforza 
																			aumentare 
																			il 
																			numero 
																			degli 
																			attendenti 
																			e 
																			quindi 
																			ingrossare 
																			le 
																			file 
																			della 
																			lancia; 
																			il 
																			fatto 
																			però 
																			che 
																			differentemente 
																			dal 
																			modello 
																			franco-borgognone, 
																			negli 
																			eserciti 
																			italiani 
																			vi 
																			fosse 
																			la 
																			generale 
																			tendenza 
																			a 
																			distinguere 
																			nettamente 
																			la 
																			cavalleria 
																			pesante 
																			da 
																			quella 
																			leggera 
																			e la 
																			fanteria 
																			dalle 
																			prime 
																			due, 
																			fece 
																			in 
																			maniera 
																			tale 
																			che 
																			il 
																			ruolo 
																			della 
																			lancia 
																			(e 
																			della 
																			corazza) 
																			rimanesse 
																			sostanzialmente 
																			invariato: 
																			una 
																			massa 
																			di 
																			cavalieri 
																			pesantemente 
																			corazzati 
																			e in 
																			sella 
																			ad 
																			enormi 
																			destrieri 
																			anch’essi 
																			bardati 
																			di 
																			tutto 
																			punto 
																			che 
																			serviva 
																			da 
																			ariete 
																			per 
																			sfondare 
																			uno 
																			schieramento 
																			avversario 
																			o 
																			controbatterne 
																			le 
																			truppe 
																			montate.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Parallelamente 
																			all’evoluzione 
																			della 
																			tipica 
																			unità 
																			di 
																			combattimento 
																			(la 
																			lancia, 
																			appunto) 
																			si 
																			ebbe 
																			anche 
																			una 
																			generale 
																			tendenza 
																			ad 
																			uniformare 
																			ed 
																			organizzare 
																			le 
																			unità 
																			di 
																			cavalleria 
																			pesante: 
																			se 
																			già 
																			dal 
																			Trecento 
																			la
																			
																			squadra 
																			di 
																			25 
																			lance 
																			era 
																			considerata 
																			l’unità 
																			base 
																			di 
																			combattimento 
																			all’interno 
																			delle 
																			compagnie 
																			di 
																			ventura, 
																			con 
																			l’aumentare 
																			degli 
																			effettivi 
																			all’interno 
																			degli 
																			eserciti, 
																			la 
																			compagnia 
																			stessa 
																			divenne 
																			l’unità 
																			base 
																			di 
																			combattimento.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Data 
																			la 
																			sostanziale 
																			diversità 
																			nella 
																			composizione 
																			numerica 
																			insita 
																			nelle 
																			compagnie 
																			di 
																			ventura, 
																			ben 
																			presto 
																			questo 
																			si 
																			rivelò 
																			un 
																			sistema 
																			organizzativo 
																			infelice 
																			e 
																			poco 
																			razionale, 
																			tanto 
																			che 
																			verso 
																			la 
																			fine 
																			del 
																			secolo 
																			le
																			
																			condotte 
																			venivano 
																			generalmente 
																			assoldate 
																			in 
																			modo 
																			che 
																			comprendessero 
																			un 
																			numero 
																			fra 
																			le 
																			50 e 
																			le 
																			100 
																			lance, 
																			accettando 
																			nel 
																			contempo 
																			anche 
																			la 
																			squadra 
																			di 
																			25-30 
																			lance 
																			come 
																			unità 
																			base 
																			di 
																			combattimento.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Come 
																			abbiamo 
																			visto 
																			poc’anzi, 
																			le 
																			lance 
																			stavano 
																			aumentando 
																			il 
																			numero 
																			dei 
																			propri 
																			effettivi 
																			(mantenendo 
																			però 
																			invariato 
																			il 
																			singolo 
																			armigero) 
																			in 
																			funzione 
																			dei 
																			bisogni 
																			del 
																			cavaliere 
																			pesante. 
																			Così 
																			aumentò, 
																			di 
																			fatto, 
																			anche 
																			il 
																			numero 
																			degli 
																			effettivi 
																			delle 
																			squadre 
																			che 
																			si 
																			attestò, 
																			sul 
																			finire 
																			del 
																			Quattrocento, 
																			sui 
																			150 
																			uomini 
																			di 
																			cui 
																			25 
																			armigeri 
																			comandati 
																			in 
																			battaglia 
																			da 
																			un 
																			caposquadra 
																			o 
																			squadriere.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Una 
																			breve 
																			menzione 
																			dev’essere 
																			fatta 
																			per 
																			una 
																			ulteriore 
																			novità 
																			nel 
																			panorama 
																			organizzativo: 
																			la 
																			nascita 
																			della
																			
																			colonna, 
																			un’unità 
																			più 
																			grande 
																			e il 
																			cui 
																			comandante/condottiere 
																			veniva 
																			talvolta 
																			definito 
																			con 
																			il 
																			termine 
																			di
																			
																			colonnello.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Vario 
																			a 
																			seconda 
																			della 
																			composizione 
																			di 
																			un 
																			esercito 
																			era 
																			l’effettivo 
																			di 
																			queste 
																			nuove 
																			unità. 
																			Mentre, 
																			quindi, 
																			composizione 
																			e 
																			numerico 
																			delle 
																			unità 
																			di 
																			cavalleria 
																			pesante 
																			variarono 
																			nel 
																			corso 
																			del 
																			secolo 
																			XV, 
																			il 
																			ruolo 
																			che 
																			queste 
																			ebbero 
																			sul 
																			campo 
																			di 
																			battaglia 
																			rimase 
																			pressoché 
																			immutato: 
																			“la 
																			maggiore 
																			importanza 
																			data 
																			alla 
																			squadra 
																			o 
																			alle 
																			formazioni 
																			di 
																			più 
																			squadre 
																			consentì 
																			una 
																			flessibilità 
																			maggiore 
																			e 
																			anche 
																			una 
																			più 
																			efficace 
																			disciplina 
																			dei 
																			movimenti 
																			durante 
																			le 
																			battaglie.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ed è 
																			sicuramente 
																			errato 
																			pensare 
																			che 
																			la 
																			principale 
																			e 
																			più 
																			usata 
																			manovra 
																			tattica 
																			italiana 
																			fosse 
																			allora 
																			quella 
																			dell’attacco 
																			frontale 
																			in 
																			massa 
																			della 
																			cavalleria. 
																			È 
																			certo 
																			però 
																			che 
																			i 
																			cavalieri 
																			italiani 
																			rimasero 
																			in 
																			fondo 
																			dei 
																			lancieri 
																			coperti 
																			da 
																			armatura 
																			pesante” 
																			(Michael 
																			Mallet,
																			
																			2006).
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Riallacciandoci 
																			alle 
																			parole 
																			del 
																			Mallet, 
																			capiamo 
																			quindi 
																			che 
																			l’attacco 
																			frontale 
																			della 
																			cavalleria 
																			non 
																			era 
																			una 
																			semplice 
																			carica 
																			in 
																			massa 
																			e 
																			nient’altro, 
																			anzi: 
																			mentre 
																			in 
																			Francia 
																			si 
																			era 
																			soliti 
																			radunare 
																			le 
																			lance 
																			in 
																			tre 
																			battaglioni 
																			(avanguardia, 
																			battaglia 
																			e 
																			retroguardia) 
																			e 
																			usandoli 
																			appunto 
																			per 
																			attacchi 
																			ravvicinati 
																			e di 
																			massa 
																			(uso 
																			peraltro 
																			gradualmente 
																			tralasciato 
																			durante 
																			e 
																			dopo 
																			la 
																			Guerra 
																			dei 
																			Cent’anni, 
																			che 
																			ne 
																			palesò 
																			l’inefficacia), 
																			nella 
																			penisola 
																			i 
																			condottieri 
																			tendevano 
																			a 
																			utilizzare 
																			le 
																			cariche 
																			di 
																			squadra 
																			o di
																			
																			squadrone
																			
																			(2-3 
																			squadre), 
																			quindi 
																			condotte 
																			da 
																			un 
																			minor 
																			numero 
																			di 
																			uomini, 
																			nelle 
																			fasi 
																			iniziali 
																			dello 
																			scontro, 
																			usandole 
																			per 
																			stancare 
																			l’avversario 
																			e 
																			per 
																			coinvolgere 
																			poi 
																			una 
																			riserva 
																			alla 
																			fine 
																			della 
																			battaglia.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tale 
																			riserva, 
																			comandata 
																			generalmente 
																			dal 
																			condottiere 
																			stesso, 
																			poteva 
																			essere 
																			precostituita 
																			oppure 
																			organizzata 
																			all’uopo, 
																			sottraendo 
																			ad 
																			ogni 
																			squadra 
																			le 
																			lance 
																			migliori 
																			da 
																			impiegare 
																			in 
																			un 
																			assalto 
																			finale 
																			diretto 
																			dal 
																			condottiere 
																			e 
																			che 
																			mettesse 
																			definitivamente 
																			in 
																			rotta 
																			l’avversario.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Parliamo 
																			di 
																			“avversario” 
																			e 
																			non 
																			di 
																			“nemico” 
																			in 
																			quanto 
																			la 
																			pratica 
																			della 
																			guerra 
																			nell’Italia 
																			delle 
																			Compagnie 
																			di 
																			ventura 
																			possedeva 
																			qualcosa 
																			di 
																			unico 
																			nel 
																			panorama 
																			europeo. 
																			Machiavelli 
																			e 
																			altri 
																			letterati 
																			del 
																			suo 
																			tempo 
																			erano 
																			soliti 
																			dire 
																			che 
																			i 
																			mercenari 
																			non 
																			si 
																			ammazzassero 
																			sul 
																			campo, 
																			preferendo 
																			combattere 
																			per 
																			finta 
																			in 
																			modo 
																			da 
																			far 
																			durare 
																			la 
																			guerra 
																			il 
																			più 
																			a 
																			lungo 
																			possibile 
																			e 
																			aumentando 
																			quindi 
																			i 
																			guadagni.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ciò 
																			era 
																			vero 
																			ma 
																			solo 
																			in 
																			parte, 
																			se 
																			pensiamo 
																			ad 
																			esempio 
																			alla 
																			pratica 
																			di 
																			prendere 
																			prigionieri 
																			soprattutto 
																			i 
																			cavalieri 
																			dello 
																			schieramento 
																			opposto, 
																			onde 
																			poter 
																			poi 
																			chiedere 
																			un 
																			riscatto. 
																			Oppure, 
																			come 
																			si è 
																			detto 
																			poc’anzi, 
																			la 
																			strage 
																			di 
																			cavalli 
																			che 
																			dalla 
																			seconda 
																			metà 
																			del 
																			secolo 
																			XV 
																			era 
																			diventata 
																			prassi 
																			comunemente 
																			adottata 
																			nelle 
																			battaglie 
																			campali. 
																			Non 
																			c’è 
																			da 
																			chiedersi 
																			perché, 
																			nel 
																			1494, 
																			ben 
																			tre 
																			dei 
																			cinque 
																			maggiori 
																			Stati 
																			Italiani 
																			si 
																			fossero 
																			sciolti 
																			come 
																			neve 
																			al 
																			sole 
																			dinnanzi 
																			all’avanzata 
																			di 
																			Carlo 
																			VIII.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			C’è 
																			piuttosto 
																			da 
																			interrogarsi 
																			sul 
																			come 
																			una 
																			società 
																			che 
																			basava 
																			la 
																			guerra 
																			su 
																			una 
																			giostra 
																			di 
																			cavalieri 
																			dai 
																			cimieri 
																			piumati 
																			e 
																			dalle 
																			splendenti 
																			armature 
																			(non 
																			del 
																			tutto 
																			ovviamente, 
																			come 
																			si è 
																			visto) 
																			ed 
																			anzi, 
																			su 
																			un 
																			vero 
																			e 
																			proprio 
																			torneo 
																			in 
																			cui 
																			si 
																			mieteva 
																			il 
																			minor 
																			numero 
																			di 
																			vittime 
																			possibile 
																			e le 
																			distruzioni 
																			erano 
																			marginalizzate, 
																			abbia 
																			potuto 
																			resistere 
																			così 
																			a 
																			lungo, 
																			prima 
																			di 
																			essere 
																			spazzata 
																			via 
																			dalla
																			
																			rivoluzione 
																			militare 
																			che 
																			da 
																			quel 
																			momento 
																			ebbe 
																			il 
																			suo 
																			primo 
																			esordio, 
																			sviluppandosi 
																			poi 
																			nell’arco 
																			di 
																			almeno 
																			tre 
																			secoli 
																			di 
																			guerre 
																			ed 
																			evoluzione 
																			tecnologica.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Perché 
																			la 
																			cavalleria 
																			pesante 
																			armata 
																			di 
																			lancia 
																			rimase 
																			dunque 
																			in 
																			auge 
																			così 
																			a 
																			lungo?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Secondo 
																			i 
																			canoni 
																			della 
																			modernità, 
																			essa 
																			sarebbe 
																			dovuta 
																			tramontare 
																			già 
																			ai 
																			tempi 
																			dell’introduzione 
																			della 
																			balestra 
																			e 
																			del
																			
																			long 
																			bow
																			
																			inglese, 
																			come 
																			arma 
																			risolutiva 
																			delle 
																			battaglie 
																			tramite 
																			una 
																			gloriosa 
																			carica.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’equipaggiamento 
																			(le 
																			armi 
																			e 
																			soprattutto 
																			le 
																			costose 
																			armature 
																			con 
																			sofisticate 
																			soluzioni 
																			tecniche), 
																			i 
																			cavalli 
																			e 
																			coloro 
																			i 
																			quali 
																			avrebbero 
																			dovuto 
																			badare 
																			a 
																			tutta 
																			la 
																			panoplia 
																			avevano 
																			reso 
																			l’accesso 
																			a 
																			questa 
																			compagine 
																			militare 
																			sempre 
																			più 
																			ristretto 
																			ed 
																			elitario, 
																			possibile 
																			solo 
																			ai 
																			ranghi 
																			della 
																			nobiltà. 
																			“Fu 
																			proprio 
																			questo 
																			a 
																			mantenere 
																			in 
																			auge 
																			la 
																			cavalleria, 
																			con 
																			il 
																			suo 
																			contorno 
																			culturale, 
																			tradizionale 
																			e 
																			sociale: 
																			il 
																			valore 
																			in 
																			battaglia, 
																			la 
																			ricchezza 
																			delle 
																			armi 
																			e la 
																			qualità 
																			della 
																			cavalcatura 
																			erano 
																			simboli 
																			della 
																			superiorità 
																			sociale 
																			e 
																			non 
																			potevano 
																			essere 
																			abbandonati 
																			soltanto 
																			perché 
																			contadini 
																			e 
																			fabbri 
																			avevano 
																			inventato 
																			certe 
																			diavolerie 
																			che 
																			cambiavano 
																			la 
																			guerra. 
																			Almeno 
																			così 
																			pensavano 
																			i 
																			cavalieri.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ma 
																			non 
																			poteva 
																			durare 
																			a 
																			lungo. 
																			La 
																			battaglia 
																			intesa 
																			come 
																			grandioso 
																			torneo 
																			e 
																			campo 
																			d’esibizione 
																			dei 
																			valori 
																			individuali 
																			venne 
																			spazzata 
																			via 
																			dalla 
																			ferocia 
																			di 
																			svizzeri 
																			e 
																			lanzi” 
																			(Marco 
																			Scardigli,
																			
																			2014).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Glossario:
																			
																			
																			 
																			
																			
																			1.
																			
																			
																			
																			Longbow: 
																			arco 
																			lungo 
																			a 
																			curvatura 
																			unica 
																			tipico 
																			degli 
																			eserciti 
																			Inglesi. 
																			Introdotto 
																			nel 
																			XIII 
																			secolo 
																			sotto 
																			Edoardo 
																			I 
																			Plantageneto, 
																			si 
																			sviluppò 
																			grazie 
																			alla 
																			condizione 
																			di 
																			marginalità 
																			delle 
																			isole 
																			Britanniche 
																			in 
																			quel 
																			periodo, 
																			alla 
																			mancanza 
																			di 
																			maestranze 
																			specializzate 
																			nella 
																			produzione 
																			di 
																			balestre 
																			e al 
																			loro 
																			costo;
																			
																			
																			2.
																			
																			
																			
																			Palvese: 
																			più 
																			raramente 
																			pavese, 
																			era 
																			un 
																			grande 
																			scudo 
																			oblungo 
																			che 
																			per 
																			il 
																			suo 
																			peso 
																			era 
																			trasportato 
																			in 
																			battaglia 
																			da 
																			un 
																			fante 
																			che 
																			accompagnava 
																			un 
																			balestriere 
																			e, 
																			più 
																			tardi, 
																			lo 
																			schioppettiere. 
																			Posizionava 
																			lo 
																			scudo 
																			di 
																			fronte 
																			a sé 
																			per 
																			proteggere 
																			la 
																			propria 
																			figura 
																			e 
																			permettere 
																			al 
																			fante 
																			armato 
																			di 
																			arma 
																			da 
																			tiro 
																			di 
																			ricaricare 
																			e 
																			puntare 
																			protetto 
																			dal 
																			grande 
																			scudo;
																			
																			
																			3.
																			
																			
																			
																			Targone: 
																			scudo 
																			utilizzato 
																			dalla 
																			fanteria 
																			italiana 
																			medievale. 
																			Deriva 
																			probabilmente 
																			dal 
																			"targe", 
																			lo 
																			scudo 
																			degli 
																			Highlanders, 
																			in 
																			legno 
																			di 
																			larice 
																			ricoperto 
																			di 
																			cuoio, 
																			delle 
																			dimensioni 
																			di 
																			50–60 
																			cm 
																			di 
																			diametro, 
																			con 
																			impugnatura 
																			(imbracciatura) 
																			centrale;
																			
																			
																			4.
																			
																			
																			
																			Arte 
																			poliorcetica: 
																			dal 
																			greco 
																			πολιορκητικόν, 
																			poliorketikon 
																			(letteralmente 
																			espugnazione 
																			di 
																			città) 
																			è il 
																			termine 
																			che 
																			designa 
																			l'arte 
																			di 
																			assediare 
																			ed 
																			espugnare 
																			le 
																			città 
																			fortificate;
																			
																			
																			5.
																			
																			
																			
																			Jinetes/Stradioti: 
																			cavalleggeri 
																			di 
																			derivazione 
																			iberica 
																			ed 
																			albanese 
																			armati 
																			alla 
																			leggera 
																			ed 
																			utilizzati 
																			in 
																			particolar 
																			modo 
																			dagli 
																			eserciti 
																			spagnolo 
																			e 
																			veneziano;
																			
																			
																			6.
																			
																			
																			
																			Schioppetto: 
																			primitiva 
																			arma 
																			da 
																			fuoco 
																			portatile, 
																			antenato 
																			dell’archibugio;
																			
																			
																			7.
																			
																			
																			
																			John 
																			Hawkwood: 
																			condottiero 
																			di 
																			ventura 
																			di 
																			origine 
																			inglese. 
																			Famoso 
																			per 
																			essere 
																			diventato 
																			il 
																			grande 
																			comandante 
																			degli 
																			eserciti 
																			fiorentini 
																			nel 
																			XIV 
																			secolo;
																			
																			
																			8.
																			
																			
																			
																			Compagnie 
																			di 
																			ventura: 
																			associazione 
																			di 
																			mercenari 
																			sotto 
																			la 
																			guida 
																			di 
																			un 
																			condottiero 
																			che 
																			si 
																			diffusero 
																			in 
																			Italia 
																			a 
																			partire 
																			dal 
																			XIV 
																			secolo 
																			e 
																			che 
																			ebbero 
																			il 
																			momento 
																			di 
																			maggior 
																			prestigio 
																			nel 
																			XV.
																			 
																			 
																			
																			
																			Riferimenti
																			
																			bibliografici:
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Michael 
																			Mallet, L’arte della guerra, in 
																			Michael 
																			Mallet,
																			
																			
																			Signori 
																			e 
																			mercenari, 
																			la 
																			guerra 
																			nell’Italia 
																			del 
																			Rinascimento, 
																			Il 
																			Mulino, 
																			2006, 
																			p. 
																			151
																			
																			
																			Marco 
																			Scardigli, Fanterie, artiglierie e la guerra che cambia, in 
																			Marco 
																			Scardigli,
																			
																			
																			Cavalieri, 
																			mercenari 
																			e 
																			cannoni, 
																			l’arte 
																			della 
																			guerra 
																			nell’Italia 
																			del 
																			Rinascimento, 
																			Arnoldo 
																			Mondadori 
																			Editore, 
																			2014, 
																			p. 
																			338.
																							
																							
																			 
																			
																			
																			