N. 114 - Giugno 2017 
                          
                          (CXLV)
																			
																			
																			
																			Canosa 
																			di 
																			Puglia 
																			e i 
																			suoi 
																			percorsi 
																			storico 
																			archeologici
																			
																			
																			
																			Un 
																			itinerario 
																			pugliese 
																			tra 
																			antichità 
																			e 
																			fascino 
																			- 
																			Parte 
																			I
																			
																			
																			di 
																			Vincenzo 
																			La 
																			Salandra
																			 
																			
																			
																			Presso
																			
																			Canosa 
																			di 
																			Puglia 
																			è 
																			possibile 
																			svolgere
																			
																			percorsi 
																			archeologici 
																			estremamente 
																			"significativi" 
																			e 
																			unici 
																			nel 
																			vasto 
																			panorama 
																			della 
																			Puglia 
																			antichissima, 
																			romana 
																			e 
																			medioevale. 
																			In 
																			questo 
																			contributo 
																			descriveremo 
																			tali 
																			itinerari 
																			brevemente 
																			per 
																			soffermarci 
																			sul
																			
																			Museo 
																			Civico, 
																			che 
																			occupa 
																			un 
																			edificio 
																			settecentesco 
																			e 
																			che, 
																			con 
																			la 
																			sua 
																			famosa 
																			‘sala 
																			degli 
																			specchi’, 
																			è un 
																			vero 
																			piccolo 
																			‘specchio’ 
																			delle 
																			antichità 
																			pugliesi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			primo 
																			itinerario 
																			canosino 
																			è 
																			quello 
																			dauno, 
																			caratterizzato 
																			dagli 
																			ipogei 
																			unici 
																			e 
																			tipici 
																			della 
																			Puglia 
																			antica 
																			e 
																			dai 
																			nomi 
																			suggestivi: 
																			l’ipogeo 
																			del 
																			Cerbero, 
																			quello 
																			dell’Oplita, 
																			gli 
																			ipogei 
																			Lagrasta 
																			e 
																			l’ipogeo 
																			Monterisi-Rossignoli. 
																			Il 
																			secondo 
																			itinerario 
																			è 
																			quello 
																			definito 
																			imperiale: 
																			con 
																			il 
																			ponte 
																			romano, 
																			il 
																			mausoleo 
																			di 
																			Bagnoli, 
																			l’arco 
																			Traiano, 
																			il 
																			tempio 
																			di 
																			Giove 
																			Toro 
																			e le 
																			terme Lomuscio.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ancora 
																			un 
																			suggestivo 
																			itinerario 
																			paleocristiano 
																			prevede 
																			i 
																			resti 
																			di 
																			antichi 
																			insediamenti 
																			ecclesiastici: 
																			con 
																			i 
																			resti 
																			si 
																			San 
																			Pietro, 
																			gli 
																			scavi 
																			di 
																			San Leucio, 
																			il 
																			battistero 
																			di 
																			San 
																			Giovanni 
																			e la 
																			chiesa 
																			di 
																			San 
																			Salvatore. 
																			A 
																			concludere 
																			l’itinerario 
																			bizantino 
																			medievale 
																			è 
																			tra 
																			i 
																			più 
																			interessanti 
																			della 
																			Puglia 
																			e 
																			comprende 
																			la 
																			necropoli 
																			di Lamapopoli 
																			- 
																			Santa 
																			Sofia, 
																			la 
																			cattedrale 
																			di 
																			San 
																			Sabino, 
																			il 
																			Mausoleo 
																			di 
																			Boemondo 
																			e il 
																			Castello 
																			di 
																			Canosa.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Si 
																			proverà 
																			qui 
																			a 
																			ripercorrere 
																			la 
																			storia 
																			di 
																			questa 
																			suggestiva 
																			città 
																			pugliese 
																			attraverso 
																			detti itinerari 
																			archeologici, 
																			a 
																			volte 
																			letteralmente 
																			nascosti 
																			nel 
																			fitto 
																			e 
																			complicato 
																			tessuto 
																			urbano 
																			moderno.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’ipogeo 
																			del 
																			Cerbero 
																			risale 
																			al 
																			III-IV 
																			secolo 
																			a.C., 
																			e fu 
																			scoperto 
																			nel 
																			1972, 
																			durante 
																			i 
																			lavori 
																			per 
																			la 
																			costruzione 
																			del 
																			Liceo 
																			Scientifico 
																			‘Fermi’, 
																			lavori 
																			che 
																			nella 
																			fase 
																			di 
																			spianamento 
																			hanno 
																			danneggiato 
																			irrimediabilmente 
																			il 
																			fregio 
																			figurato 
																			che 
																			era 
																			dipinto 
																			sull’ingresso 
																			di 
																			una 
																			cella 
																			laterale. 
																			Il 
																			dromos, 
																			lungo 
																			sei 
																			metri 
																			e 
																			mezzo, 
																			conduce 
																			ad 
																			un 
																			vestibolo 
																			rettangolare 
																			sul 
																			cui 
																			asse 
																			si 
																			trova 
																			la 
																			camera 
																			principale 
																			della 
																			struttura. 
																			In 
																			fondo 
																			al 
																			vestibolo 
																			si 
																			aprono 
																			sui 
																			due 
																			lati 
																			gli 
																			accessi 
																			alle 
																			camere 
																			funerarie 
																			minori. 
																			L’ingresso 
																			sulla 
																			sinistra 
																			dell’ipogeo 
																			è 
																			incorniciato 
																			da 
																			una 
																			larga 
																			fascia 
																			di 
																			colore 
																			rosso.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Successivamente 
																			venne 
																			aperta 
																			una 
																			quarta 
																			camera 
																			sulla 
																			parete 
																			destra: 
																			questa 
																			è 
																			asimmetrica 
																			rispetto 
																			alle 
																			altre 
																			e 
																			reca 
																			sulla 
																			parete 
																			esterna 
																			intonacata 
																			elementi 
																			architettonici 
																			e 
																			dipinti. 
																			Al 
																			di 
																			sopra 
																			degli 
																			stipiti 
																			e 
																			dell’architrave 
																			si 
																			trova 
																			il 
																			fregio 
																			figurato 
																			che 
																			da 
																			il 
																			nome 
																			all’ipogeo 
																			con 
																			un 
																			cerbero 
																			che 
																			guida 
																			il 
																			defunto, 
																			seguito 
																			a 
																			sua 
																			volta 
																			da 
																			un 
																			guerriero 
																			che 
																			trae 
																			un 
																			cavallo. 
																			A 
																			chiudere 
																			la 
																			scena 
																			due 
																			figure 
																			femminili, 
																			forse 
																			familiari 
																			del 
																			defunto.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Interessante 
																			anche 
																			l’ipogeo 
																			dell’Oplita, 
																			del 
																			IV 
																			secolo 
																			a.C., 
																			così 
																			chiamato 
																			per 
																			via 
																			della 
																			decorazione 
																			figurata 
																			che 
																			reca 
																			in 
																			bassorilievo 
																			un 
																			Oplita 
																			in 
																			un 
																			pannello 
																			rettangolare 
																			sulla 
																			parete 
																			di 
																			fondo. 
																			Il 
																			guerriero 
																			è 
																			raffigurato 
																			con 
																			elmo 
																			e 
																			scudo 
																			e 
																			doveva 
																			precedere 
																			un 
																			cavaliere. 
																			Completo 
																			di 
																			iscrizioni 
																			in 
																			lettere 
																			greche, 
																			l’ipogeo 
																			si 
																			caratterizza 
																			per 
																			i 
																			fori 
																			che 
																			furono 
																			praticati 
																			a 
																			distanze 
																			irregolari 
																			e 
																			che 
																			conservano 
																			i 
																			resti 
																			dei 
																			chiodi 
																			di 
																			ferro 
																			posizionati 
																			con 
																			la 
																			funzione 
																			di 
																			sorreggere 
																			le 
																			offerte 
																			funerarie 
																			e le 
																			ghirlande. 
																			L’ipogeo 
																			si 
																			classifica 
																			tra 
																			i 
																			più 
																			antichi 
																			di 
																			Canosa, 
																			specialmente 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			tipologia 
																			costruttiva 
																			e 
																			per 
																			il 
																			suo 
																			caratteristico 
																			impianto 
																			planimetrico 
																			monoassiale.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Risalente 
																			al 
																			II - 
																			III 
																			secolo 
																			a.C., 
																			l’insieme 
																			degli 
																			ipogei 
																			Lagrasta 
																			è il 
																			complesso 
																			classico 
																			più 
																			famoso 
																			della 
																			città 
																			ed è 
																			suddiviso 
																			in 
																			tre 
																			ipogei 
																			distinti. 
																			L’ipogeo 
																			Lagrasta 
																			I è 
																			formato 
																			da 
																			cinque 
																			gruppi 
																			che 
																			costituiscono 
																			nove 
																			ambienti 
																			che 
																			hanno 
																			accesso 
																			da 
																			un 
																			comune 
																			dromos, 
																			e si 
																			avviluppano 
																			in 
																			una 
																			pianta 
																			a 
																			croce 
																			latina. 
																			Ancora 
																			oggi 
																			è 
																			possibile 
																			notare 
																			le 
																			tracce 
																			di 
																			intonaco 
																			dipinto 
																			di 
																			rosso 
																			sul 
																			fondo 
																			delle 
																			pareti 
																			del
																			
																			dromos, 
																			mentre 
																			ai 
																			lati 
																			dell’ingresso 
																			principale 
																			sono 
																			ben 
																			visibili 
																			i 
																			resto 
																			di 
																			intonaco 
																			bianco.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’ipogeo 
																			Lagrasta 
																			II è 
																			invece 
																			costituito 
																			da 
																			due 
																			camere 
																			in 
																			asse 
																			al 
																			termine 
																			del 
																			dromos, 
																			sulla 
																			sinistra 
																			della 
																			parete 
																			del 
																			dromos 
																			si 
																			apre 
																			peraltro 
																			un 
																			ambiente 
																			scavato 
																			irregolarmente. 
																			L’ingresso 
																			con 
																			il 
																			prospetto 
																			ricostruito, 
																			è 
																			fiancheggiato 
																			da 
																			blocchi 
																			di 
																			due 
																			colonne 
																			doriche 
																			che 
																			dovevano 
																			sostenere 
																			una 
																			seconda 
																			fila 
																			di 
																			colonne, 
																			oggi 
																			ormai 
																			scomparse.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Infine, 
																			l’ipogeo 
																			Lagrasta 
																			III 
																			si 
																			compone 
																			di 
																			un
																			
																			dromos 
																			in 
																			asse 
																			con 
																			un 
																			unico 
																			ambiente 
																			e 
																			sulla 
																			parete 
																			destra 
																			del 
																			corridoio 
																			risulta 
																			ricavato 
																			un 
																			secondo 
																			ambiente. 
																			Il 
																			prospetto 
																			si 
																			presenta, 
																			in 
																			effetti, 
																			piuttosto 
																			rimaneggiato: 
																			ai 
																			lati 
																			dell’ingresso 
																			si 
																			possono 
																			ammirare 
																			due 
																			splendide 
																			semicolonne 
																			scanalate, 
																			intonacate 
																			e 
																			dipinte 
																			di 
																			rosso.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’ipogeo 
																			Monterisi-Rossignoli 
																			risale 
																			al 
																			IV 
																			secolo 
																			a.C. 
																			e fu 
																			scoperto 
																			nel 
																			settembre 
																			del 
																			1813 
																			dal 
																			proprietario 
																			del 
																			terreno, 
																			Sabino 
																			Monterisi: 
																			nei 
																			primi 
																			del 
																			Novecento 
																			la 
																			proprietà 
																			fu 
																			frasferita 
																			al 
																			Rossignoli.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questo 
																			ipogeo 
																			chiude 
																			il 
																			nostro 
																			itinerario 
																			degli 
																			ipogei 
																			di 
																			Canosa 
																			ed è 
																			caratterizzato 
																			da 
																			un 
																			dromos 
																			scavato 
																			nel 
																			banco 
																			tufaceo 
																			a 
																			forma 
																			di 
																			gradini 
																			abbastanza 
																			ripidi 
																			che 
																			conducono 
																			al 
																			vestibolo 
																			della 
																			cella. 
																			La 
																			cella 
																			non 
																			presenta 
																			la 
																			parte 
																			posteriore 
																			perché 
																			è 
																			stata 
																			utilizzata 
																			per 
																			una 
																			cantina 
																			moderna. 
																			Il 
																			soffitto 
																			è a 
																			doppio 
																			spiovente 
																			con 
																			una 
																			trave 
																			centrale 
																			e 
																			travicelli 
																			laterali 
																			scavati 
																			nel 
																			tufo, 
																			mentre 
																			sui 
																			lati 
																			lunghi 
																			sono 
																			presenti 
																			tre 
																			pilastri. 
																			In 
																			fondo 
																			alla 
																			parete 
																			sinistra 
																			vi è 
																			scolpito 
																			nel 
																			tufo, 
																			su 
																			una 
																			base, 
																			un 
																			suggestivo 
																			leone 
																			a 
																			grandezza 
																			naturale 
																			che 
																			segue 
																			il 
																			letto 
																			funebre.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Sulla 
																			parete 
																			opposta, 
																			quasi 
																			frontalmente 
																			al 
																			leone, 
																			si 
																			può 
																			osservare 
																			un 
																			cinghiale, 
																			sempre 
																			a 
																			grandezza 
																			naturale, 
																			collocato 
																			su 
																			una 
																			base 
																			che 
																			presenta 
																			un 
																			corpo 
																			di 
																			serpente, 
																			la 
																			testa 
																			di 
																			cane 
																			ed 
																			il 
																			muso 
																			di 
																			maiale.
																							
																							
																			 
																			
																			
																			