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N. 10 - Marzo 2006

AEREI POLACCHI DI FRONTE ALLA LUFTWAFFE

L’aviazione polacca e l’invasione nazista del paese

di Alessandro Farris

 

E’ opinione corrente che un’aviazione polacca non sia esistita, oppure se è esistita è stata distrutta al suolo dai fulminei attacchi aerei tedeschi e impossibilitata ad abbozzare una sia pur minima risposta.

 

Era un’aviazione fortemente condizionata da tecniche costruttive valide nei primi anni ’30, ovvero con la penalizzazione, per quanto riguarda gli aerei da caccia, del carrello fisso.

 

 

L’ aereo sopra esposto rappresenta il primo esemplare dell’aviazione polacca.

E’un PZL.7. Ala alta parasole, carrello fisso e pattino di coda al posto del carrello.

Pur con differenze rispetto alla prima guerra mondiale (ala alta parasole) è ancora un richiamo al precedente conflitto. L’abitacolo scoperto e l’assenza di radio lo rendono vulnerabile a caccia più moderni.

Quest’aereo si evolve nel PZL.11.

 

 

I cambiamenti si notano nel sistema del carrello.

Che passa da ruote grandi con pneumatici idonei solo a piste in cemento a ruote più ridotte a bassa pressione di pneumatici in modo da poter atterrare su terreni non preparati, quali potevano essere anche i campi coltivati in caso di atterraggi di fortuna.

 

L’evoluzione è meno visibile dalle foto, ma c’è anche nell’armamento.

Il PZL.7 è armato con 2 mitragliatrici da 7,62 mm. Il PZL.11 invece è armato con 4 armi da 7,9 mm.Armamento più idoneo ad un caccia che rimane ancora troppo vulnerabile in quanto perdura la mancanza di apparati radio.

 

Con la maggior parte di questi aerei la Polonia è pronta ad affrontare la più potente Luftwaffe.

Ma le fabbriche polacche riescono a costruire un nuovo aereo che non potrà entrare in azione contro i tedeschi: il PZL.24

 

 

Notevoli i cambiamenti in questo nuovo modello.

Il carrello presenta mozzi copriruota per renderlo più aerodinamico, l’abitacolo è chiuso e fornito di blindovetro, è dotato di radio ricetrasmittente in fonia ed il motore è potenziato.

 

1 settembre 1939

 

La Germania invade la Polonia.

 

Immediatamente la Luftwaffe attacca gli aerodromi polacchi e coglie incredibili successi. Decine, centinaia di aerei polacchi sono distrutti al suolo.

 

Ma la Luftwaffe ha fatto i conti senza l’oste. L’aviazione polacca è stata nascosta in luoghi riparati e segreti ed è pronta ad entrare in azione.

Le formazioni corazzate tedesche vengono attaccate dai bombardieri polacchi, quali il

 

 

PZL.23 il quale è un bombardiere in picchiata e da un bombardiere in quota quale il PZL.37.

 

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Questo è un bombardiere in quota. Ma sia il PZL.23 che il PZL.37 pagarono un forte pedaggio alla contraerea tedesca. La quale seguiva in modo massiccio le divisioni corazzate e presidiava in modo efficace ogni zona con una certa importanza.

 

La Luftwaffe nonostante la sua superiorità numerica (1600 apparecchi contro i 400 polacchi) non ha vita facile, anzi ha forti perdite dovute anche all’uso intelligente che i polacchi fecero della loro artiglieria contraerea.

Un pilota polacco con il PZL.11 in una sola missione riesce ad abbattere uno JU.87, un HE.111, un ME.109 e a danneggiare un altro ME.109 uscendo da tale missione.

 

Purtroppo l’invasione della parte orientale ad opera dell’Armata Rossa fa collassare le ultime speranze di resistenza e così gli ultimi aerei in grado di volare, tra i quali numerosi PZL.24 che non erano riusciti ad entrare contro i tedeschi, si spingono in Romania.

 

Qui verranno internati gli equipaggi, ma molti riusciranno a fuggire e andranno a combattere prima in Francia poi in Inghilterra.

 

I PZL.24 in Romania ispireranno l’industria rumena nel costruire un caccia nazionale quale lo I.A.R. 80 , ma non è scopo di questo articolo parlare di aerei non polacchi.

 



 

 

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