.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


.RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

 

.

> Storia Contemporanea

.

N. 11 - Aprile 2006

IL LUNGO CONFLITTO TRA  IRAN ED IRAQ

La prima guerra del Golfo Persico

di Matteo Liberti

 

La guerra tra Iran ed Iraq ebbe iniziò nel settembre del 1980, quando l'Iraq di Saddam Hussein invase lo stato confinante.

Terminò quasi dieci anni più tardi, dopo che entrambi le parti in lotta accettarono una tregua patrocinata dall'ONU.

Fu inutile.

 

L’Iraq intraprese quella guerra per consolidare il suo crescente potere all’interno del mondo arabo e sostituire l’Iran come stato dominante sul Golfo Persico. Il conflitto fu tra i più lunghi e distruttivi del XX secolo, ma nonostante la sua durata ed i suoi costi, sia umani che economici, nessuno dei due paesi fece significativi guadagni politici o territoriali.

I problemi e le questioni che li dividevano rimasero irrisolti.

 

l confini tra i due paesi erano da secoli oggetto di contesa, sia diplomatica che militare. A ciò si aggiungevano le storiche rivalità tra Sanniti e Scià, tra elementi arabi e persiani e quello che sarà l’astio personale tra Saddam Hussein e l’Ayatollah Khomeini.

 

Dopo la fine della prima guerra mondiale, Iraq ed Iran si trovarono in pesante disaccordo circa i loro confini nella zona dello Shatt al Arab, un canale che costituisce il solo sbocco dell’Iraq verso il mare, sul Golfo Persico. Nel 1937 i due stati trovarono un accordo che stabiliva il controllo dello Shatt da parte dell’Iraq.

Nonostante tale accordo, però, le relazioni tra Iran ed Iraq continuarono a soffrire di periodiche crisi.

 

Fu con lo Scià Muhammad Reza Pahlavi chel’Iran percepì di poter ri-affermare la sua autorità nell’area mediorientale, anche per via dei buoni rapporti tra lo Scià e gli Stati Uniti d’America.

L'Iraq da parte sua, sotto il governo del nazionalista arabo Ahmed Hassan al-Bakr, cercava di unire e fortificare il mondo arabo sotto la sua sfera, rifiutando costantemente l'influenza occidentale.

 

La rivalità tra i due paesi vicini si stava nutrendo di nuovi stimoli internazionali.

 

Nel gennaio del 1979 l’ Ayatollah Khomeini guidò un tentativo rivoluzionario per destituire lo Scià, per poi farsi largo, nei mesi successivi, all’interno del nuovo governo. Ad aprile un referendum popolare decretò il nuovo potere di Khomeini e l’instaurazione di una  Repubblica Islamica.

La rivoluzione avvenuta nello stato vicino apriva nuove prospettive per la politica dell’Iraq, ora nelle mani di Saddam Hussein.

 

Già dalla fine dell'anno Saddam lanciò una escalation propagandistica contro l'Iran, particolarmente contro il fondamentalismo sciita:  si proponeva ai paesi arabi ed a quelli occidentali come il baluardo contro il possibile dilagare del komeinismo.

 

La presenza nel territorio iraqeno di una maggioranza sciita potenzialmente infiammabile dai successi dei vicini fratelli costituiva un serio pericolo sociale e politico per Hussein, che attaccando l'Iran avrebbe invece potuto provocare un clima di unità nazionale contro il nemico, a scapito dei particolarismi dell'identità sciita, impedendo così a questa componente esclusa dalla gestione della società fin dai tempi degli ottomani, di poter rivendicare un proprio spazio.

 

Di supporto all’invasione dell’Iran vi era poi una ragionamento politico-militare: si immaginava che l'indebolimento della struttura militare iraniana causata dalla rivoluzione avrebbe consentito di acquisire un rapido vantaggio sul vicino rivale.

 

Evento determinante nell’anamnesi del conflitto fu il sequestro di ostaggi americani nel novembre del 1979, espressione della volontà di liberare il paese da ogni presenza straniera. La liberazione avvenne nell’aprile dell’anno seguente, ma il nuovo Iran si trovò presto isolato e sotto condanna.

L’Iraq poteva approfittare dello stato di debolezza e vulnerabilità del vicino, che intanto non faceva segreto del desiderio di fare da traino affinché anche gli altri paesi musulmani seguissero il suo esempio di rivoluzione islamica.

 

La crisi tra Iran ed Iraq aumentò nel 1980, quando i due paesi iniziarono ad accusarsi di vicendevoli violazioni di confine, fino a che l’Iraq non ripudiò il trattato del 1975 che permetteva l’accesso iraniano allo Shatt al Arab.

Il 22 settembre l'Iraq procedette all'invasione diretta dell’Iran, con una modalità assai simile a quella che verrà adottata dieci anni più tardi nei confronti del Kuwait.

L’attacco militare avvenne, ovviamente, sulla linea di confine dello Shatt. Tra i primi obbiettivi iraqeni, la regione occidentale del Khuzestan, preziosa per il suoi grandi giacimenti petroliferi.

 

Si trattò senza dubbio di un’aggressione unilaterale, contraria ad norma di diritto internazionale, ma nonostante ciò né le Nazioni Unite né alcuna grande potenza vollero prendere una qualche seria iniziativa per impedire lo svolgersi del conflitto.

In fondo, tutti stavano guardando con favore ad un eventuale ridimensionamento dell’Iran.

 

L’offensiva ebbe immediato successo: già alla fine dell’anno fu conquistata la città portuale di Khorramshahr. Molto presto però la resistenza iraniana si dimostrò forte e determinata, con Khomeini che dichiarò che non avrebbe mai firmato alcuna resa fino alla caduta si Saddam Hussein...

 

Il cosiddetto Occidente, gli Stati Uniti e le nazioni europee, si coinvolsero in maniera attiva nei fatti di guerra solo dal 1987, in risposta ad alcuni attacchi iraniani in Kuwait contro le petroliere transitanti nel Golfo Persico.

Gli USA e le altre potenze occidentali, fra cui l’Italia, mandarono allora la propria marina militare in difesa delle petroliere che caricavano il greggio nei terminali dell’Arabia Saudita e dei vari emirati arabi.

 

Proprio nel momento in cui le sorti della guerra sembrano volgere a favore dell’Iran, questo intervento internazionale, formalmente neutrale, si rivelò un utile sostegno al Governo di Baghdad.

 

Il 20 luglio 1987 venne infine approvata la risoluzione 598 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che imponeva il cessate il fuoco senza peraltro distinguere, come chiedeva l’Iran, tra la posizione di Stato aggredito e quella di Stato aggressore.

 

Nel luglio dell'anno successivo un aereo di linea iraniano, con dentro quasi trecento passeggeri civili, venne abbattuto da un missile partito da un incrociatore americano. Non vi furono superstiti.

Il comando statunitense si scusò, attribuendo il tragico evento ad un improbabile errore dei (sofisticatissimi) sistemi di puntamento.

 

Nonostante le ovvie insistenze del Governo iraniano, né le Nazioni Unite, né alcun altro organismo internazionale pronunciò una condanna esplicita dell'accaduto.

L’isolamento del Governo di Teheran non poteva ormai essere maggiore: un mese più tardi, il 20 di agosto scatterà il definitivo cessate il fuoco.

 

La guerra stava finalmente terminando.

La stima sarà di circa un milione e mezzo di morti, quasi equamente distribuiti.

 

Durante il conflitto l’Iran fu sostenuto dalla Siria e dalla Libia, ricevendo molto del suo armamento dalla Corea del Nord e dalla Cina, così come alcuni rifornimenti d’armi tramite operazioni invisibile dagli Stati Uniti.

 

L’Iraq potè invece godere di un appoggio molto più ampio, sia fra le nazioni arabe che tra quelle occidentali; l'Unione sovietica fu il suo più grande sostenitore.

 

Durante l'evolversi del conflitto, la forza militare iraqena si allargò notevolmente, passando da circa 250.000 unità a più di un milione... Il paese, nonostante i suoi morti ed i gravi danni subiti alle sue infrastrutture, era pronto per tuffarsi in un nuovo conflitto, in una nuova invasione ed in una nuova battaglia difensiva, contro la prevedibile reazione delle forze internazionali.

 

Luogo dello scontro sarà il Kuwait, per l'ennesimo conflitto d'oriente.

 



 

 

.

.COLLABORA

scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA  N° 215/2005 DEL 31 MAGGIO]

.

.